Dopo le due puntate dell’adventure show di Rai 2, si può tracciare un primo bilancio di questa terza edizione. L’inizio è stato scoppiettante, come il kick off di ogni reality che si rispetti. La conoscenza dei partecipanti, di cui si era già tanto parlato alla vigilia dell’esordio, desta sempre gran curiosità nel pubblico.
Questa sera va in onda, su Rai1 in prima serata, la seconda stagione de Il Restauratore con Lando Buzzanca nel ruolo di Basilio Corsi, un uomo che, dopo un incidente, si ritrova il potere, toccando un oggetto, di vedere nel futuro della persona a cui appartiene. Otto puntate, con alcune new entry tra cui Anna Safroncik nel ruolo della nuova vicina di casa di Basilio. Abbiamo incontrato Buzzanca che spiega i risvolti del suo personaggio e anticipa alcuni passaggi della serie in arrivo.
Ha esordito venerdì 5 settembre, su Canale 5, in un panorama televisivo non ancora affollato ma dominato dalla ingombrante replica del concerto di Albano e Romina. Ma Il Principe- un amore impossibile non ha retto l’impatto con la nazional- popolarità dell’evento proposto da Rai1 ed ha conquistato solo 3.059.000 telespettatori, per uno share del 14,29% contro i 3.478.000 telespettatori e share 15,89% della prima rete Rai1.
La miniserie La freccia del Sud- Pietro Mennea, prodotta da Luca Barbareschi, è prevista su Rai1 nel corso della prossima stagione. Ma le riprese, già concluse, non sono piaciute alla famiglia del grande campione che si è vista rappresentata in maniera non corrispondente al vero.
Molte atmosfere alla “Tutti pazzi per amore” con dialoghi spesso somiglianti a quelli di “Un medico in famiglia”. Una più spiccata inclinazione verso la commedia “borgatar-popolare” con una trama parecchio intricata che spesso si segue con difficoltà. Sono queste le prime impressioni alla fine della puntata d’esordio della sesta stagione de I Cesaroni, andata in onda il 3 settembre su Canale 5.
E’ vero: la tv ha abituato alle polemiche: spesso sono persino costruite a tavolino perchè ritenute foriere di audience. Ma questa contesa sulla Domenica sportiva tra il gruppo degli esclusi e il team rimasto in sella ha superato ogni limite del buongusto. Gandolfi vs Ferrari, Ferrari vs Gandolfi, con Gene Gnocchi che lamenta di non essere neppure stato avvertito dell’esclusione. In panchina il direttore di Rai Sport Mauro Mazza e il curatore della DS, Maurizio Losa. E’ iniziata sotto questi auspici la nuova edizione della DS.
Terence Hill, Maria De Filippi e Michele Santoro sono maestri della comunicazione. Gestiscono i rapporti con i mass media in maniera efficace, dosando le interviste e cercando di non inflazionare la propria immagine. E’ uno dei motivi per i quali riescono, sempre, ad essere al centro delle attenzioni e a fare notizia. E sanno, anche, sapientemente, tenersi lontani dal gossip.
Un critico che non ama davvero Maria De Filippi. E la definisce “burattinaia dei poveri cristi”.
Ricordate la puntata di Servizio pubblico con Silvio Berlusconi? Santoro fu sommerso dalle critiche
Il genere si potrebbe assimilare ad un feuilleton condito con tutti gli ingredienti tradizionali della soap opera e con qualche ingenuo e mal riuscito ammiccamento alle serie statunitensi. Si presenta così Velvet, la nuova fiction spagnola che ha esordito ieri sera, in prime time, su Rai1.
Personaggi che dividono nettamente il pubblico in due schieramenti. Signori del piccolo schermo che suscitano sentimenti contrastanti: o si amano o si odiano. Senza via di scampo.
Ne abbiamo individuati tre nell’attuale panorama televisivo: Don Matteo, Maria De Filippi e Michele Santoro. Rappresentano i tre settori principali della tv: la fiction, l’intrattenimento e l’informazione. Tre personaggi di altissima valenza comunicativa, vezzeggiati e coccolati dalle emittenti a cui appartengono che, con i loro prodotti, fanno il pieno di ascolti. Ma capaci, nello stesso tempo, di suscitare sentimenti contrastanti. Per loro non vale il detto “in medio stat virtus”. Per loro solo ipotesi estreme.
Don Matteo, interpretato da Terence Hill è il prete per eccellenza di Rai1. Le serate, nelle quali è protagonista, consegnano milioni di telespettatori e grandi introiti pubblicitari a Rai1, la rete che trasmette la serie. Don Matteo è amato dal pubblico generalista più tradizionale che vede nella sua tonaca e nel suo linguaggio comprensivo un rassicurante modello di comportamento. Poco importa se, nel corso di nove serie, non ha mai celebrato una messa. In compenso ha liberato prima Perugia e adesso Spoleto da una folla di pericolosi assassini che vengono puntualmente assicurati alla giustizia dal suo fiuto da detective fatto in casa. Fiction semplicistica, banale, ripetitiva, fiction per anziani, camomilla: sono alcuni dei più benevoli commenti dei detrattori di Don Matteo, contro il quale si sono pronunciati anche personaggi chiave della tv come Carlo Freccero e Pippo Baudo.