Lo sfascio dei sentimenti. La deriva del rapporto di coppia. La rottura di un legame lungo nove anni che non resiste all’impatto di una vacanza di soli 21 giorni. Temptation island, la cui ultima puntata è andata in onda giovedì 24 luglio su Canale 5, è piombato sulle cinque coppie di partecipanti come un tornado. Le ha travolte, sconvolte, devastando le loro vite senza che ne avessero coscienza.
Martellante, invadente, fastidiosa, subdolamente persuasiva, studiata per colpire l’immaginario collettivo con visioni accattivanti, reiterate colonne sonore, frasi ad effetto, in grado di insinuarsi in maniera convincente nella mente dei telespettatori: è la pubblicita’ televisiva che ha anche la presunzione di assumere le caratteristiche di una forma d’arte. Coinvolge i palinsesti in maniera trasversale, forte del narcisistico protagonismo dei personaggi ai quali si affida. Oramai è un must calarsi nel ruolo di testimonial di uno spot, vendere la propria immagine ad un brand, un marchio in cambio di cachet elevati.
La pubblicita’ non e’ più quella del vecchio caro Carosello, garbata, familiare, discreta, semplice. E’ divenuta una sorta di incubo che interrompe improvvisamente, e spesso senza alcun senso logico, show, fiction, intrattenimento, talk show, persino avvenimenti sportivi. Zittisce all’istante i personaggi della tv, strappa la parola per imporre pseudo consigli per gli acquisti. L’obiettivo è sempre lo stesso: spingere il pubblico ad acquistare quel determinato prodotto.
Scagli la prima pietra quel personaggio che non ha mai ceduto alle lusinghe economiche della pubblicità. Scagli la prima pietra chi non ha mai pensato di arrotondare le già pingui entrate con i proventi della réclame. Fare il testimonial è divenuto un mestiere, una professione che si potrebbe indicare persino sul biglietto da visita. Molti artisti, la cui popolarità è in fase discendente, sono costretti a vendersi al miglior offerente, ovvero al brand piu conveniente. Giorgio Mastrota, con i suoi materassi, è un esempio di come la pubblicita può allungare la vita professionale e gonfiare i portafogli: un’ ulteriore dimostrazione di come, pur restando relegati in spazi secondari della tv, si riesce a sopravvivere. Sempre meglio che lavorare sul serio.
Giffoni Valle Piana. L’atmosfera intorno a Dylan O ‘Brien, la giovane star di Teen Wolf, era davvero di grandisimo entusiasmo: a confermarlo i continui svenimenti delle teen ager osannanti dinanzi al loro idolo. E’ accaduto ieri al Giffoni Film Festival, nel corso dell’incontro di O ‘Brien con i suoi fan italiani.
Un cast di cantanti e conduttori che ha letteralmente stravolto i canoni della tradizione canora napoletana. Questa, in sintesi, la netta sensazione avuta dinanzi alla serata speciale di Rai1 Una notte per Caruso, andata in onda sabato 19 luglio, in prima serata.
Stanno riservando sorprese gli ascolti dei principali programmi delle reti televisive generaliste. Da Piero Angela che, con il suo Superquark ha la meglio su Tempation island, a Paperissima sprint che, quest’anno, vince su Techetechetè, fino a Reazione a catena che riesce a mettere in ginocchio il “kolossal” di Canae 5 “Il segreto”.
L’atmosfera è pretenziosa e inequivocabilmente radical- chic. Lo spettro di Anno Uno aleggia su tutto lo studio e il fantasma di Giulia Innocenzi si materializza come modello da seguire. Le tre conduttrici di Millennium, talk show politico all’esordio martedì 14 luglio, su Rai3, nuove di zecca per un’impresa televisiva che vuol essere di prestigiosa portata, sono travolte immediatamente dalla loro stessa prosopopea. E arrancano alla ricerca di un porto sicuro che, purtroppo, non riescono a individuare.
Si chiama Gli Inarrestabili e va in onda il lunedì il seconda serata su La7. Al timone c’è Marco Berry. Il programma racconta, settimana dopo settimana, i lunghi percorsi fatti da speciali viaggiatori su strade e autostrade non solo italiane. Si tratta dei camionisti: sono loro a guidare, non solo il proprio “mezzo” ma anche il programma de La7.
Per un mese hanno presidiato il Campionato mondiale di calcio su Radio2, spaziando attraverso tutte le collocazioni orarie a secondo degli orari in cui si giocavano le partite trasmesse da Rai1. Per un mese hanno rappresentato l’alternativa ironica, incisiva, intelligente alle insostenibili telecronache dei soliti inviati Rai e Sky (Caressa docet).
Con “In onda” Salvo Sottile sta vivendo una nuova esistenza professionale. L’ex conduttore di “Quarto grado” e “Linea gialla” si è affrancato dalla cronaca nera. Ed è come se fosse stato liberato da un malefico iincantesimo: l’accigliato, burbero, esagitato narratore di tanti casi di morte, il cercatore d’audience a tutti i costi, si è lentamente trasformato in una creatura televisiva dalle sembianze più umane.
Ogni anno, alla fine della stagione televisiva, inizia l’esodo verso La7. Personaggi fuoriusciti dalla Rai e da Mediaset si avviano verso la rete di Urbano Cairo, considerata il lido televisivo della riscossa professionale che, oramai, pullula di giornalisti di varie sponde politiche e di conduttori in cerca di programmi.