Il quotidiano cattolico L’Avvenire ha partecipato al convegno e così ha presentato ai suoi lettori le relazioni degli intervenuti: Rai, nuovo patto con più qualità
L’agenzia di stampa quotidiana nazionale Prima Pagina News riportava in questi termini i lavori del convegno
Rinnovare la convenzione della Rai con lo Stato significa rinnovare il patto di fiducia con i telespettatori, all’insegna, innanzitutto, di una nuova sensibilità verso le categorie di utenti più fragili psicologicamente come i bambini e gli adolescenti. Sono necessari, inoltre, un’informazione imparziale lontana il più possibile da pressioni politiche, un servizio di approfondimento delle realtà locali e regionali dando spazio alle sedi regionali che rappresentano una grande risorsa per l’azienda Rai. Il patto di fiducia (televisiva) con i telespettatori implica una divulgazione scientifica e culturale che non sia relegata soltanto nelle seconde tarde serate delle reti generaliste ma possa arrivare alla fascia più ampia di utenti in orari accessibili. Significa anche e soprattutto realizzare una programmazione che bandisca il facile voyeurismo basato su cruenti casi di cronaca nera analizzati nei minimi particolari e riproposti, come un tormentone quotidiano, per la conquista di una facile audience.
Il patto di fiducia con gli italiani deve necessariamente implicare la rinuncia a qualche punto di share in funzione della qualità dei prodotti: tocca alla tv commerciale rincorrere gli ascolti: la tv pubblica ha il compito di affidarsi ad una programmazione che abbia come punto di riferimento lo spirito formativo degli esordi. In quest’ottica sarebbe auspicabile anche una proficua collaborazione con Università e Istituzioni culturali: l’obiettivo è portare in video per la platea giovanile, programmi di formazione in una collocazione nel day time. La sinergia con docenti ed esperti universitari rappresenterebbe il valore aggiunto per la tv di servizio pubblico che dedicherebbe maggiore attenzione alla fascia degli studenti. Tale sinergia potrebbe consolidarsi anche con inchieste, reportage, servizi giornalistici che mettano in evidenza la reale situazione della popolazione universitaria italiana e l’adeguamento degli studi alla effettiva realtà lavorativa nella quale dovranno proiettarsi. Un parallelo con le altre realtà degli Atenei europei e statunitensi potrebbe completare il quadro d’insieme.
Questa sera sfiderà Marco Columbro come giocoliere di cappelli. Presente nel cast dello show di Carlo Conti “Si può fare!” giunto alla conclusione, Sergio Friscia si cala per l’ultima volta nel ruolo, inedito, del concorrente. Ai telespettatori abituati a vederlo nella parodia di Beppe Grillo a Striscia la notizia e nel programma Mezzogiorno in famiglia su Rai2, l’attore e comico propone un racconto sincero e senza filtri della sua personalità e della sua vita artistica.
Cominciamo dagli ascolti: 4.708 mila spettatori e share del 24,25% rappresentano il responso dell’Auditel per la finale del GF 13. La prima puntata andata in onda lo scorso 3 marzo aveva raccolto 5.440 mila curiosi e il 24,64% di share. La media di questa edizione si attesta sul 19,15% di share con 4.115 mila spettatori. Significa circa due punti percentuale in più rispetto alla media in valori assoluti della 12esima edizione che era del 17,40% con 3.847.000 spettatori. Poco per gridare al miracolo della rimonta e del nuovo successo del reality show di Canale 5.
I personaggi presentano tutte le caratteristiche degli attori da soap opera: hanno un fisico statuario, recitano in maniera abbastanza approssimata, sopperiscono con l’appeal personale alla mancanza di contenuti e alla fragilità delle trame.
Dopo la qualificazione di Suor Cristina Scuccia alla semifinale di The Voice of Italy, e dopo che la giovanissima religiosa ha diviso letteralmente i telespettatori italiani suscitando polemiche e consensi, scende in campo a difenderne le scelte Don Antonio Mazzi.
La presenza di Beppe Grillo nel salotto televisivo di Porta a porta è stato vissuto nell’immediata vigilia come un evento, il più significativo, forse, di questa campagna elettorale sul piccolo schermo. Niente giornalisti a fare domande, solo un faccia a faccia con il padrone di casa, Bruno Vespa.
Finita l’edizione 2013- 2014 di Quelli che il calcio. Oggi, domenica 18 maggio, è andata in onda l’ultima puntata su Rai2. Era partita davvero sotto brutti auspici la stagione, lo scorso settembre. Incertezze, lungaggini, performance discutibili, collegamenti spesso imbarazzanti apparivano le caratteristiche principali del nuovo corso targato Nicola Savino.
Emma, creatura “defilippiana”, amatissima da un pubblico trasversale per età anagrafica, apprezzata per la sua voce ma anche per la schiettezza e la solarità con cui riesce a proporsi, sta attraversando un periodo singolare. Tutto è iniziato con la sua partecipazione all’Eurovision Song Contest. Poi ci sono state le dichiarazioni su Suor Cristina Scuccia rilasciate al settimanale Vanity fair.
E’ tornato l’ex enfant terrible. E staziona su Italia 1 dove ha aperto il suo Supermarket e mette in vendita di tutto, in particolare persone umane, assegnando un prezzo ad ognuna. La prima puntata del nuovo programma di Piero Chiambretti ha esordito martedì in una terza tarda serata su Italia 1. Responso dell’Auditel: 489.000 con il 7,37%.