In occasione della Settimana delle Scienze della Comunicazione infatti, sono iniziati i lavori per ripensare il servizio pubblico radiotelevisivo del futuro: obblighi, doveri e gestione dello stesso, senza ovviamente dimenticare il web.
Intitolato “La convenzione Rai 2016 un nuovo patto con gli italiani”, il convegno è stato aperto dal presidente della Rai Anna Maria Tarantola: «questo incontro è un’occasione per riflettere sui mutamenti di contesto e per tentare un’analisi seria sul ruolo del servizio pubblico, indispensabile per il suo futuro»; il 2016 infatti, potrebbe sembrare lontano, ma non lo è affatto.
Compito della Rai deve essere dunque informare, educare ed intrattenere; una particolare attenzione inoltre deve essere posta proprio all’informazione. Infatti, prosegue la Tarantola, un’elevata disponibilità di informazione non equivale necessariamente a un’offerta di qualità: spetta perciò alla Rai assicurarla ai cittadini, «perché l’offerta di prodotti di rilevanza sociale non verrebbe fatta da operatori privati, naturalmente orientati al profitto».
Sono in seguito intervenuti monsignor Dario Edoardo Viganò, direttore del Centro Televisivo Vaticano; Antonio Catricalà, presidente di Sezione del Consiglio di Stato; Gian Maria Fara, presidente dell’Eurispes; Rodolfo De Laurentiis, presidente di Confindustria Radio-Televisioni, Beniamino Caravita di Toritto,
Marida Caterini ha esposto i punti che dovrebbero caratterizzare la tv del futuro.
Innanzitutto una maggiore attenzione ai minori e ai giovani, utilizzati dal piccolo schermo come « strumento di facile audience». Occorrerebbe invece proporre «programmi di formazione e non di illusione, far capire che il futuro si conquista con lo studio e l’impegno», possibilmente in un orario di day time.
Secondo punto, l’attenzione all’informazione e i talk show, trasmissioni promosse come approfondimento di diversi punti di vista, ma poi pronte a trasformarsi in «risse, zuffe, discussioni alterate e sopra le righe con qualche conduttore che ne approfitta convinto di stimolare la curiosità del pubblico e incrementare l’audience».
Ancora, una divulgazione scientifica e culturale che non sia relegata solo in seconda e terza serata e che, soprattutto, bandisca il «facile voyeurismo basato su cruenti casi di cronaca nera analizzati nei minimi particolari e riproposti, come un tormentone quotidiano, per la conquista di una facile audience».
Altro punto cruciale è la fiction. E’ necessaria una linea guida in cui il racconto è finalizzato a «far conoscere personaggi, eventi, periodi storici, protagonisti del passato anche recente che hanno dato un contributo alla società».
In conclusione, ultimo punto affrontato, il web, che deve rappresentare un ulteriore patto di fiducia con gli italiani. Le web series in particolare sono un prodotto su cui puntare l’attenzione, come già dimostrano i progetti che la Rai ha in cantiere e il passato Una mamma imperfetta.
L’incontro, promosso dall’Università Telematica Internazionale Uninettuno e da RaiSenior, è stato moderato da Gianpiero Gamalieri, sociologo ed ex Consigliere di Amministrazione Rai.