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Esse saranno dedicate alla riscoperta di gemme del Settecento napoletano, infelicemente dimenticate e ora riproposte dal M°Muti, a partire da quella di oggi, “Il matrimonio inaspettato” (1779) di Givanni Paisiello (Taranto 1740 – Napoli 1816), opera poco conosciuta di questo illustre rappresentante della scuola musicale napoletana.
Riccardo Muti è legatissimo a Napoli, pur essendo da ragazzo vissuto in Puglia (il padre era di Molfetta): fu la madre a volersi recare nella città partenopèa per farvelo nascere e poi farvelo studiare nel Conservatorio di S.Pietro a Maiella, cosa che egli mai dimenticò, nonostante avesse poi frequentato anche il Conservatorio di Milano e nonostante i grandi successi internazionali che seguirono.
Nicola Alaimo
Non ci sorprende dunque che il M° Muti, per il Ravenna Festival diretto da sua moglie Cristina Muti Mazzavillani, e prima ancora per il Festival di Salisburgo, abbia maturato il progetto di riproporre le opere meno note, o addirittura dimenticate, dei grandi esponenti della straordinaria e allora internazionale scuola musicale napoletana del Settecento: quella di Piccinni, Jommelli, di Francesco Provenzale, di Porpora, dei due Cimarosa ed altri, caratterizzati dalla freschezza compositiva e dalla gioiosità dei contenuti. Pochi ricordano che “Il barbiere di Siviglia” (1816) di Rossini, il cui successo in due secoli non accenna a diminuire, fu precedeto dall’opera con lo stesso titolo composta da Paisiello circa trent’anni prima, oggi quasi dimenticata. Come se la sorte avesse voluto punire il napoletano per le sue terribili invidie, nei riguardi dei musicisti suoi colleghi (specie Piccinni e D.Cimarosa), compreso il grande Cherubini che Napoleone finì per posporgli.
Nadin Alessia, cantante
Oggi comunque Riccardo Muti comparirà alla direzione de “Il matrimonio inaspettato” di Paisiello, nella versione che egli portò a Salisburgo nel 2008 e che replicò pochi mesi dopo al Ravenna Festival, oltre che a Parigi. Muti guiderà l’Orchestra Giovanile Cherubini da lui fondata nel 2004, gloriosa compagine di ragazzi scelti e altamente talentati, mentre alla regìa ci sarà il napoletano Andrea De Rosa, le scene sono di Sergio Tramonti, i costumi di Alessandro Lai, i movimenti coreografici di Anna Redi. Protagonista nel ruolo di Vespina è Alessia Nadin dalla voce freschissima, la contessa di Sarzana è Marie-Claude Chappius, Giorgino è Markus Verbo, e Tulipano infine sarà il noto Nicola Alaimo.
Giovanni Paisiello
Il soggetto della composizione, che fu ascoltata anche dal giovanissimo Mozart, è semplice e quasi scontato, come in altri capolavori dell’opera buffa napoletana: il ricco Tulipano, burino rifatto in parole molto povere, pretende che il figlio Giorgino – innamorato riamato di Vespina – sposi la nobile contessa di Sarzana: inutile dire che alla base dei conflitti c’è la differenza di ceto sociale, che di lì a poco la Rivoluzone Francese avrenne spazzato via.
Dopo intrecci prevedibili, chi sposerà la contessa sarà invece Tulipano, mentre i due giovani convoleranno a giuste nozze, in una nuova ottica borghese. Tutto è percorso da una gaiezza e una limpidezza musicale, in cui si riflette lo spirito illuminista dell’epoca che, dopo aver dato l’avvvio a tanti capolavori di teatro musicale fra Sette e Ottocento, andrà perdendosi negli sviluppi successivi del melodramma romantico in Europa.
Qui Le vie dell’amicizia con Riccardo Muti su Rai1.