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Apertura consueta con balletto e Nina Zilli impegnata in una canzone dai ritmi swing. Elegante come sempre Massimo Ranieri, in smoking con giacca bianca, papillon e pantalone scuro. Il primo pezzo è “Guapparia”.
La girandola di ospiti comincia con Luca Carboni. L’artista emiliano arriva lanciato da Ranieri ch canta uno dei suoi più grandi successi, “Ci vuole un fisico bestiale”. Dopo la canzone, il conduttore chiede al cantautore perché non sia mai andato a Sanremo: “Non ho niente contro Sanremo. Credo che il Festival è molto interessante soprattutto per i giovani, che attraverso questa kermesse possono esplodere. La mia storia è iniziata e proseguita in un altro modo“, dice Carboni. Si canta “Mare mare”, “Le storie d’amore” e “Luca lo stesso”, ultima hit in ordine di tempo.
Arriva Serena Rossi sul palco: duetto tutto napoletano, con l’ex Carmen di Un posto al sole molto simpatica nel gestire ed interpretare “A’cura e’mammà” con Ranieri. Vestitino rosso molto sexy per lei, bombetta e giacca a qudri per lui.
Il ritmo è davvero intenso. Tempo di cambiarsi la giacca e reindossare quella con cui aveva iniziato lo show, che Ranieri inizia a cantare con i Funk off, complesso polistrumentale nato in Toscana 18 anni fa. Atmosfere jazz garantite dalla presenza di sax e trombe in abbondanza.
Riccardo Cocciante è al piano e insieme a Ranieri canta “Quando finisce un amore”. Ci si aspetta molto dai loro duetti, visto il loro particolare coinvolgimento emotivo nell’interpretazione dei brani che cantano. E in effetti il riccioluto cantante si scatena e fa alzare in piedi il pubblico. Lunghissimi applausi per lui, che si conquista la scena.
Cocciante racconta dei suoi inizi, faceva il segretario d’albergo, ma fu mandato via perché portava i capelli lunghi. Poi “Se stiamo insieme”, brano vincitrice di Sanremo 1991, e “Per un amico in più”, “Il tempo delle cattedrali” da Notre Dame De Paris. Ancora standing-ovation.
Bellissimo l’omaggio a Pino Daniele: i due cantano “Napul’è”. Immancabile “Margherita”. Blocco lungo ma intenso ed emozionante. Cocciante fa cantare anche il pubblico quest’ultimo pezzo, “rubando” un po’la scena a Ranieri. Per un ospite così, però, ci può anche stare.
Si ritorna a respirare aria partenopea con Ranieri che canta “O’cafè”, accompagnato alle sue spalle dal corpo di ballo. E si cimenta, come la scorsa edizione, con il tip-tap.
Dalla musica agli sketch. C’è Maurizio Casagrande, nei panni del fratello del cantante. I due ascoltano la radio per apprendere i risultati della domenica calcistica. Pensano di aver fatto 13, ma l’ “ex carabiniere” non ha giocato la schedina. Così, tutti i sogni sfumano. Tuttavia, una via d’uscita c’è, forse.
Casagrande dice di aver giocato una cinquina secca sulla ruota di Napoli e la radio (con la voce del giornalista Enrico Varriale) li “sfotte”: pensano di aver vinto, ma è un terribile scherzo. Sketch divertente, dalle atmosfere un po’vintage, ma molto garbato.
Sale sul palco Alessandra Amoroso. Un’ospite che potrebbe attirare un target di telespettatori più giovane, una scelta opportuna anche per arginare lo strapotere di C’è posta per te, che ogni settimana ha battuto il programma di Ranieri. Cantano “Mi sono innamorato di te”. Ranieri le lascia spazio per farle interpretare “Stupendo fino a qui”, uno dei brani del suo ultimo cd.
Un inedito Gabriele Lavia duetta con Ranieri sulle note di “Shampoo”, successo di Giorgio Gaber. Il regista è reduce da un recital sulla poesia di Leopardi. Interpellato su Gaber, Lavia dice: “Gaber aveva dentro quella malinconia e quel voler bacchettare sulle dita i vizi degli italiani, penso che sia davvero un poeta“. Scaletta serratissima, Ranieri torna a cantare con “Io, mammeta e tu”.
Musica etnica con i Tenores di Bitti, gruppo sardo che canta a cappella, vestito con gli antichi costumi regionali. Cantano a loro modo “Piscatore e Posillipo”. Il gruppo salì alla ribalta qualche anno fa, quando Paolo Bonolis conduceva “Affari tuoi”. La loro “Mialinu Pira” veniva mandata in onda come pezzo portafortuna ai concorrenti che incappavano in pacchi sfortunati.
Dopo aver aperto la serata, riecco Nina Zilli. Si canta “L’ultima occasione”, brano di successo di Mina. Elegantissima con un lungo abito bianco, con discrezione è stata presenza fissa in ogni puntata, anche se avrebbe meritato più spazio di quello concessole.
L’attenzione alla tradizione teatrale partenopea è sempre un pilastro dello show di Ranieri, che stavolta mette in scena un numero abitualmente presentato da Nino Taranto, di cui quest’anno si celebra il trentennale dalla scomparsa.
Prossimo miniblocco della trasmissione l’intervista a Maurizio Scaparro, critico e regista teatrale, e al fratello Fulvio, psicoterapeuta. Il tema è l’arroganza. Ranieri chiede loro come doversi comportare nei confronti di chi lo è e quali sono i “sintomi” di questo atteggiamento. Una breve intervista, probabile che la scaletta sia stata accorciata un po’ per il lungo intervento di Cocciante. Ranieri torna a cantare, con “Rundinella”.
Dopo la pubblicità, si rientra con James Senese e i Napoli Centrale. Ranieri duetta con l’artista sulle note di “Campagna”.
Brevissimo intermezzo, poi Massimo Ranieri intona uno dei suoi pezzi più conosciuti: “Vent’anni”. Dopo è il turno di “Rose rosse”, “La voce del silenzio”. Chiusura con “Anema e’core” accompagnato come ogni settimana dalla tromba di Enrico Rava, il sax di Stefano Di Battista, Rita Marcotulli al piano.
Cala il sipario sulla terza edizione di Sogno e son desto. Un programma che si è confermato come esempio di tv magari non proprio in grado di avvicinare un pubblico giovane, ma di classe e garbo, doti che il suo conduttore ha sempre dimostrato nella sua lunga carriera.