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Dell’iniziativa di abbiamo già ampliamente parlato mettendo in evidenza quanto il progetto sia ambizioso: la retrospettiva, che andrà in onda su Rai5, è composta innanzitutto dalla riproposizione (dal 28 novembre) del ciclo ‘Un anno con Eduardo’ (la rassegna completa di tutta la produzione televisiva di De Filippo con la Rai, da ‘Uomo e galantuomo’ a ‘Questi fantasmi!’, ‘Non ti pago’. Ma è previsto anche un ciclo di sei serate teatrali intitolate ‘L’eredità di Eduardo’ che inzia proprio questa sera, sabato 25 ottobre, alle 21.15 con grandi protagonisti del teatro moderno alle prese con De Filippo. Un esempio, per tutti, ‘Natale in casa Cupiello’ trasformato in un monologo da Fausto Russo Alesi. Poi ci saranno lo Speciale Parlamento ‘Cantata delle parole chiare’ (commemorazione di De Filippo, che fu anche senatore a vita, da Palazzo Madama, venerdì 31 ottobre alle 11.00), il ciclo ‘Eduardo in scena’ (dal 27 ottobre in prima serata), dedicato ai testi di De Filippo raramente rappresentati e proposti nelle sue stesse interpretazioni (come ‘Ditegli sempre di sì’ e ‘Gli esami non finiscono mai’).
Andranno in onda, ancora, due documentari: ‘Eduardo, la vita che continua’ (di Francesco Saponaro, prodotto da Rai Cinema, venerdì 31 ottobre alle 21.15) e, a seguire, ‘Il racconto di Eduardo’, un documento nel quale De Filippo racconta se stesso, realizzato da Felice Cappa e Andreina Di Porto.
Il figlio di De Filippo, Luca, ringrazia la Rai “perché la divulgazione è importante ed è importare ricordare Eduardo come attore, commediografo e non solo”, grazie anche alle sue commedie “interpretate da altri che rimangono comunque sue. E’ giusto che, accanto alla tradizione, esistano delle evoluzioni nel bene e nel male perché la divulgazione consiste proprio in quest’opera di allargamento dei confini dell’arte. Il Novecento ci ha dato tre grandi autori: Luigi Pirandello, Dario Fo e Eduardo De Filippo. Mica poco per un’Italia ridotta com’è ridotta”.
A chi gli chiede qualcosa sull’Eduardo privato e sulla sua severità in famiglia, De Filippo risponde: “Il nostro mestiere è severo e selettivo perciò non finirò mai di ringraziarlo per la sua severità. L’insegnamento di mio padre? Solo l’esempio, non c’è mai stato bisogno di parlare di teoria”.