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Luca De Filippo ha partecipato in prima persona al progetto di Rai Cultura dedicato a suo padre. Sono state mandate in onda in tutto cinquanta opere, commedie, regie musicali, documentari e speciali.
La retrospettiva, iniziata ad ottobre, ha avvicinato il pubblico televisivo ancor più alla figura del grande drammaturgo proponendo il meglio della produzione di Eduardo nel corso di un’intera stagione, che si conclude, oggi, il 24 maggio con il documentario “Eduardo e il ‘900”, in prima visione tv su Rai 5 alle 22.15.
Prodotto e realizzato da Rai5, il documentario è stato curato da Antonella Ottai e Paola Quarenghi, esperte italiane dell’opera eduardiana. La regia televisiva è di Marco Odetto.
{module Google richiamo interno} E’ l’atto conclusivo di un omaggio al grande protagonista del teatro del Novecento italiano che ha attraversato il secolo partendo dalla realtà napoletana e riuscendo a superare non solo i confini territoriali, ma anche quelli della lingua. Eduardo, nelle sue opere, ha affrontato in particolare problemi legati alla famiglia, che ha sempre considerato il nucleo fondamentale della società. E’ riuscito a dilatarli a livello universale affermando sempre la sua potente vis comica.
“Eduardo e il ‘900” si basa per buona parte su immagini di repertorio alle quali sono stati aggiunti alcuni rari contributi visivi. Ad arricchire ulteriormente il documentario ci sono le testimonianze del figlio Luca, di Maria Procino, esperta della storia del teatro San Ferdinando di Napoli, e di Francesco Saponaro, regista e studioso della figura e del teatro di Scarpetta, il celebre commediografo napoletano a cui si ispirò Eduardo.
Nella rassegna sono stati proposti classici intramontabili interpretati per il cinema e il teatro da grandi attori come Toni Servillo e Anna Bonaiuto, Massimo Ranieri e Mariangela Melato e Leopoldo Mastelloni e i lavori più significativi con protagonista il drammaturgo partenopeo.
Il figlio Luca svela anche che l’opera paterna alla quae è più legato è “Napoli milionaria” perché racconta in modo quasi documentaristico ciò che è accaduto dopo la seconda guerra mondiale e, in parte, rappresenta anche il periodo che stiamo attraversando ora.
Infine Luca conclude a proposito della rassegna dedicata al padre: «Un bellissimo modo di divulgare l’arte di Eduardo. Il valore di questa iniziativa è poter offrire, a trent’anni di distanza dalla scomparsa, una bella opportunità anche per le nuove generazioni di entrare in contatto con le sue opere»