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Il concerto è preceduto dalla “Sinfonia detta ‘degli Adìi’ “ di Haydn: ma l’intera serata è di fatto dedicata – coi suoi 65 minuti – alla lunga, struggente opera di Mahler, “Il Canto della Terra”, “Die Lied der Erde” del 1907-09. Questi anni furono forse i più tormentati e dolorosi del musicista, peraltro già affermato in Europa, ma anche in USA dove per breve tempo si recò, dirigendo con grande successo la Metropolitan Orchestra e la Filarmonica di New York.
Mahler non ebbe lo stesso successo come compositore che come direttore – non gli veniva riconosciuta una finalità realmente sinfonica, dato il ruolo che la voce e il lied finivano per avere nelle sue costruzioni musicali – pur avendo composto ben otto Sinfonie prima di quella che non nacque come tale, “Il Canto della Terra” ma in certo modo lo è, e che fu seguita dalla Nona, mentre la Decima fu iniziata ed interrotta dalla morte. Tuttavia non furono queste le uniche turbative nella vita dell’artista, oltre al preoccupante ascendere dell’antisemitismo: vogliamo dirlo che il tormento vero di Mahler fu la moglie Alma Schindler, di venti anni più giovane, talentuosa, fascinosa, rovente amante dei migliori artisti austriaci (e non) di quel primo Novecento?
Appena ventenne era stata nelle braccia di Gustav Klimt il massimo pittore della Secessione austriaca, ma – sposato nel 1902 il cupo e misantropo Mahler, forse il meno adatto a lei – in dieci anni gli diede due figlie, già intrecciando una relazione col grande Gropius, il maggior architetto razionalista tedesco, creatore della scuola di disegno industriale ‘Bauhaus’ a Dessau.
La sofferenza provocò palesi disturbi della virilità, che spinsero Mahler sul lettino di Freud, ma più ancora di ciò potè un grave difetto cardiaco, che nel 1911 portò il compositore alla morte. Gli fu risparmiata la successiva burrascosa e fulminea relazione di Alma col pittore espressionista Kokoschka, che poi condusse l’insoddisfatta mangiatrice di uomini a sposare nel 1915 Gropius, da cui ebbe un’altra figlia.
E sui figli Alma fu colpita: la primogenita di Mahler morì a 5 anni di difterite, la creatura di Kokoschka fu volontariamente da Alma stessa abortita, la piccola Manon di Gropius poliomielitica morì a 18 anni: e il figlio Carl del terzo marito Franz Werfel nacque idrocefalo…
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Negli ultimi tre anni Mahler passò le vacanze a Dobbiaco, in un maso immerso nella natura alpestre bellissima di boschi e cieli. Qui nacque “Il Canto della Terra”, per un’orchestra enorme proprio alla Mahler – comprensiva di molti legni e strumentini, arpe, corno inglese, ottavini, tuba, celesta ed anche il glockenspiel – uniti alle voci del tenore e del contralto (qui oggi baritono). Ad essi l’interpretazione di altrettanti lieder quanti sono i movimenti (sei) della ‘sinfonia’, attinti dalla raccolta di Hans Bethge “Die chinesische Flöte” (1907).
Ma solo le poesie inneggiano alla primavera, alla giovinezza, alla bellezza: la musica è ammalata di dolore, oscura, rotta da raptus ritmici improvvisi, per poi affondare in ricadute tenebrose presaghe della vicina morte, fino al lied ultimo, “L’Addio”, in cui la trama sonora si sfalda fino ad annientarsi. I cantanti sono il tenore Dominik Worting e il baritono Marcus Werba entrambi specializzati del lied tedesco. Il concerto inizia tuttavia con la “Sinfonia degli Addìi” (1772): ma addìi gioiosi e divertenti degli strumentisti, che lasciano il palco uno per uno, alla chetichella, divertendosi come faceva Mozart.