Il docu-film dedicato a Margherita Hack è iniziato con Francesca Inaudi in viaggio a bordo di un automobile a Trieste. La macchina si ferma all’improvviso e l’attrice chiede aiuto ad una custode di un edificio limitrofo, un osservatorio.
La “custode”, in realtà, è un’astrofisica, Eda Gjergo.
A questo punto del docu-film, sono iniziati gli spezzoni di interviste televisive rilasciate da Margherita Hack, da Cominciamo Bene a Harem.
Le dichiarazioni di Piero Angela: “Margherita Hack ha valorizzato l’astronomia, l’astrofisica e la scienza. Diceva quello che pensava, non aveva peli sulla lingua. E la gente l’apprezzava molto per questo”.
Eda Gjergo, intervistata da Francesca Inaudi, ha svelato com’è nata la sua amicizia con Margherita Hack.
Il giornalista scientifico Fabio Pagan ha parlato del periodo in cui Margherita Hack divenne la prima donna a dirigere un’osservatorio, l’Osservatorio Astronomico di Trieste.
Piero Angela ha raccontato i festeggiamenti per gli 80 anni di Margherita Hack.
Alcune dichiarazioni di Federico Taddia, giornalista e amico di Margherita Hack: “Margherita era una donna sobria. Andò solo una volta dalla parrucchiera”.
Sono andate in onda altri spezzoni di interviste e ospitate: una di queste riguarda il programma Condominio Mediterraneo con Patrizio Roversi e Syusy Blady.
Le dichiarazioni di Patrizio Roversi: “La vitalità che aveva nel pensare, ce l’aveva anche nel muoversi. Aveva una grande passione per la bicicletta”.
A 90 anni, Margherita Hack fu intervistata da Fabio Volo nel programma Volo in diretta.
Una delle passioni dell’astrofisica fu l’atletica leggera. Margherita Hack ha vissuto gli anni del fascismo. Altre dichiarazioni di Taddia: “Lei prese posizione, si espose, era coerente ai principi che ha respirato fin dalla nascita”. Il padre di Margherita Hack era antifascista.
Il discorso si è spostato sul marito di Margherita Hack, Aldo De Rosa. Il loro primo incontro avvenne quando entrambi erano bambini al giardino del Bobolino. L’astrofisica ne parlò a Parla con me di Serena Dandini.
Margherita Hack e Aldo De Rosa si sposarono in chiesa, per volere della famiglia di lui, molto religiosa. L’astrofisica scelse di non indossare l’abito bianco.
Margherita Hack parlò di suo marito sempre ad Harem, programma di Catherine Spaak. Roversi: “Erano una coppia buffissima e tenerissima. Un rapporto bello da pensare”.
L’astrofisico Pierluigi Servelli ha parlato delle partite di pallavolo di Margherita Hack e del marito Aldo.
Altre dichiarazioni di Piero Angela: “La scienza deve essere al servizio del pubblico. Un tempo, gli scienziati parlavano in modo oscuro”.
Le dichiarazioni dell’astronoma Marica Branchesi: “Margherita Hack avrebbe apprezzato molto il modo di guardare l’universo di oggi. Abbiamo tantissimi nuovi strumenti che porteranno a nuove scoperte”.
Patrizio Roversi ha parlato delle dichiarazioni “politiche” rilasciate negli anni da Margherita Hack. L’astrofisica aveva espresso opinioni sulla fuga dei giovani, sull’immigrazione, sul razzismo, sull’ipocrisia dei credenti cattolici. Roversi: “Lei era un’intellettuale. Abbiamo un bisogno pazzesco di queste figure”.
Le dichiarazioni dell’imprenditore Riccardo Illy: “Margherita Hack aveva un grande spirito imprenditoriale. Se avesse dedicato più tempo alla politica, avrebbe sfondato”.
Federico Taddia: “Margherita Hack aveva la satira innata. Spiazzava tutti, anche se stessa”.
L’attrice Marina Giulia Cavalli ha parlato del suo incontro con Margherita Hack, grande fan di Un posto al sole, la soap opera di Rai 3.
Francesca Inaudi ed Eda Gjergo si sono ritrovate in un teatro. L’astrofisica ha parlato del periodo in cui ha vissuto insieme a Margherita Hack.
Margherita Hack e Aldo De Rosa scelsero volontariamente di non avere figli. E’ noto anche l’ateismo dell’astrofisica: “Non si può dimostrare che Dio esiste e che Dio non esiste”.
Eda Gjergo: “Margherita ci teneva alla sua integrità morale, quello che praticava, faceva”. Aldo De Rosa, al contrario della moglie, era cattolico scettico.
Federico Taddia ha parlato degli ultimi giorni di Margherita Hack: “Non volle operarsi, ha detto che voleva morire, sorridendo”.
Illy: “Margherita ha lasciato l’eredità del progresso”. Roversi: “Margherita Hack, grazie alle sue eredi, c’è ancora”.
Francesca Inaudi ed Eda Gjergo parlano dell’asteroide chiamato in onore di Margherita Hack e fanno un brindisi.
Il docu-film è terminato con una Margherita Hack versione cartone animato.
Il tentativo lampante di Illuminate è quello di cercare un nuovo linguaggio nel difficile mondo del docu-film o della docu-fiction dove ormai, anche con l’avvento del factual, si è sperimentato tutto e il contrario di tutto.
Anche il secondo fine di questo ciclo di docu-film, dedicato a quattro grandi donne italiane, è molto chiaro: provare ad avvicinare un pubblico più giovane. Il target di riferimento, infatti, sembra riguardare soprattutto i ragazzi anziché un pubblico adulto.
Peccato, però, che i mezzi per tentare questo corteggiamento, alla fine, risultino essere sempre gli stessi e sempre quelli sbagliati: l’unico modo per attirare i giovani, ormai, sembra essere quello di ammiccare ai social network e basta. Questa conclusione incute tristezza e, fortunatamente, tutto ciò ha occupato solo poco spazio nel docu-film di stasera dedicato a Margherita Hack.
L’aspirazione di costruire un prodotto più pop piuttosto che d’élite, però, c’è stata e si può intuire anche dalle scelte musicali.
Tutto il resto è conforme ad ogni docu-film che si rispetti: interviste, testimonianze, amarcord televisivi.
La parte factual del prodotto ha riguardato l’attrice Francesca Inaudi (più una testimonial che una vera e propria narratrice) che ha proceduto praticamente solo con un’intervista, riducendo al minimo indispensabile l’inevitabile parte recitata.
Il risultato finale è il seguente: sostanza interessante, merito ovviamente dell’argomento trattato, forma da rivedere.
Il materiale raccolto per questo docu-film apre la mente e, in alcuni casi, anche il cuore, e questo era assolutamente scontato.
Con Illuminate, si è voluto puntare sulla ricerca di una nuova forma ma l’obiettivo, visti i risultati, si è rivelato più velleitario del previsto.