La puntata inizia a Padova in Veneto, il viaggio di oggi è realmente oltre il confine, il tema principale sarà infatti la vera storia della stella cometa apparsa l’anno della nascita di Gesù. La prima tappa è la Specola di Padova, dal latino “specula”, osservare, è l’antico osservatorio astronomico dell’ Università di Padova.
Proprio qui, nella stanza 32, Galileo Galilei scoprì i quattro anelli di Giove nel 1610. Ancora più importante è lo studio della cometa di Halley, la stella di Gesù. Padova nel 1300 era un importante polo di ricerca per l’astronomia e l’astrologia, proprio qui Pietro d’Abano, un convinto assertore tra le dinamiche del cielo e gli eventi della terra, talmente avanguardista da essere stato accusato di eresia. Giotto proprio sulle sue indicazioni dipinse il noto Cielo Stellato.
Con Giotto le figure sacre sono diventate dinamiche, tridimensionali, simboliche. Giacobbo porta il pubblico all’interno dell’immensa opera di Giotto: la Cappella degli Scrovegni. Il primo livello è quello dei vizi, che sfociano nell’inferno, e delle virtù, che si raccolgono nel Paradiso.
Il grande merito di Giotto è stato quello di cambiare il modo di concepire la pittura. Nel quadro Lavanda dei Piedi dipinge un uomo che semplicemente si allaccia un sandalo, un momento realistico, estremamente autentico.
Ma la domanda che oggi si pone Giacobbo è: la cometa di Giotto era realmente una stella?
La risposta è NO, probabilmente ciò che Giotto vide e rappresentò nel suo dipinto Adorazione dei Magi era un pianeta, che erroneamente veniva definita una cometa.
Ma Giotto ha avuto ugualmente, in un certo senso, il merito di rappresentare la prima cometa avvistata, perchè l’Agenzia Spaziale Europea ha progettato la Sonda Giotto per raggiungere, studiare e fotografare la cometa di Halley.
Il prossimo luogo visitato è il Castello più alto d’Italia in Abruzzo, Rocca Calascio del XII sec. Qui incontriamo Giovanni Granati, un falconiere, che ama raggiungere da solo questo luogo paradisiaco.
Giovanni possiede un’aquila reale, possente, meravigliosa. Quest’aquila nasce in Bulgaria ed è stata poi portata in Italia da un altro falconiere, che aveva diverse difficoltà a gestirla. Ma grazie a Giovanni ora quest’aquila riesce a volare libera, senza mai essere legata.
Per il falconiere veder volare la sua aquila è una vera esperienza “freedom”.
Rocca Calascio è ritenuto uno dei castelli più belli della terra ed è stato protagonista in diversi film, ad esempio Il Nome della Rosa con Sean Connery o Ladyhawke con Michelle Pfeiffer.
Il viaggio prosegue a Luzzana, in provincia di Bergamo in Lombardia.
Ma i giganti sono esistiti? Tante testimonianze, perfino nella Bibbia. Perchè parlare di giganti? Perchè qui, uno ce n’è. La scultura di Giosuè Meli, scultore dell’800.
E ancora qui a Bergamo è presente una collezione unica. Un avvocato raccoglie da anni oggetti d’epoca e in un’asta in particolare si è aggiudicato due denti, enormi, che potrebbero essere di un uomo alto almeno 4 metri.
Il primo pezzo è Il bastone della strega Maria Siletti, la leggenda vuole che con più passaggi del bastone la strega lanciasse la maledizione.
Il secondo reperto è il dente del gigante. Questo dente arrivato ai giorni nostri dal 700 ed ora verrà analizzato dall’università, il giallo del dente del gigante verrà però svelato in una prossima puntata.
Giacobbo si sposta ora in Toscana, vicino Lucca, a Borgo a Mozzano : il Ponte del Diavolo. Il ponte era stato costruito per aiutare i pellegrini a raggiungere Lucca. La leggenda racconta che il mastro San Giugliano, non riuscendo a realizzare questa difficile opera, chiese aiuto ed arrivò in suo soccorso la mano del diavolo.
Il diavolo lo aiutò, ma in cambio chiese la vita del primo essere vivente che avesse messo piede sopra al ponte. Il San Giugliano fece camminare sul ponte un cane, un pastore maremmano, che effettivamente morì. In realtà questa struttura così particolare è il frutto di un ardito progetto architettonico. Questo ponte in pietra è sopravvissuto a catastrofi naturali, guerre e in particolare alla piena del Fiume Serchio del 1836.
Il ponte sospeso di San Marcello Piteglio. Un ponte trasparente realizzato per accorciare il percorso di alcuni operai dal paese fino al laminatoio. Fino a pochi anni fa questo ponte era la lunghezza record, adesso superato da un ponte in Giappone.
Il prossimo luogo visitato è un canyon a Gravina in Puglia, una città scavata nella pietra. Questa città è stata attraversata da uomini di ogni luogo anche in tempi lontani.
Una scultura affascinante, un “condominio” di altri tempi, è sicuramente la costruzione più interessante nella roccia di gravina. Le Sette Stanze, sono sette caverne unite le une alle altre, queste probabilmente erano le caverne dei primi uomini, sfruttate poi in epoche successive, fino ad essere usate come cantine.
L’elemento caratteristico di questa città è l’Acquedotto Madonna della Stella, che collega la città antica con quella moderna. Essendo la città costruita sulla roccia, tante abitazioni sono derivate direttamente da lì, tanto che ad oggi possiamo dire che esiste una vera e propria Gravina sotterranea.
Tra queste meraviglie c’è la Cattedrale di San Michele, un ambiente molto grande, con cinque navate e tre altari. Questa cattedrale ad oggi non è abbandonata, ma è ancora frequentata occasionalmente per il culto di San Michele.
Giacobbo e la sua trouppe si spostano ora in Egitto. Il tema affrontato è quello della reincarnazione. Quando se ne sente parlare si pensa a qualcosa di non verificabile, poco credibile.
Dorothy Eady nasce in Inghilterra nel 1904 e fin da bambina ha dei ricordi di una vita precedente da sempre soppressi dai genitori. Durante una gita nel 1907 Dorothy cade per delle scale e sembrava essere morta, ma con stupore dei genitori e ancor di più del medico la bambina si risveglia. Un anno dopo Dorothy va in visita al British Museum ed entrata nel reparto egizio, Dorothy inizia a baciare i piedi di tutte le statue esclamando: “Questa è la mia gente!” . Negli anni continua a frequentare il museo e inizia a studiare i geroglifici che lei dice di non star imparando, ma semplicemente ricordando.
Dorothy a 27 anni scelse di andare via dall’Europa e di spostarsi in Egitto dove ha condotto una vita povera sotto il nome di Om Seti.
Dorothy diventa una disegnatrice del Dipartimento delle Antichità egiziane e custode del Tempio di Seti I, nel tempo ricorda tutta la sua vita precedente. In particolare di essere stata abbandonata da bambina sui gradini di un tempio ed essere poi diventata una sacerdotessa di Iside.
Da sacerdotessa rimane incinta di Seti I, lei si rivolse a tanti sacerdoti e da loro tramite violenza mentale e non solo, è stata indotta al suicidio. Come tante altre persone convinte di aver avuto una vita precedente anche lei racconta una morta traumatica, violenta.
La puntata di oggi finisce qui, ma il racconto dell’affascinante storia di Dorothy Eady continuerà nella prossima puntata.
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