L’attuale edizione è caratterizzata da immagini inedite, in gran parte a colori o colorate per l’occasione, e di filmati realizzati con l’ausilio di riprese in esterni e di inviati sul posto. Non mancano testimonianze e contributi di esperti.
Le otto puntate si occupano delle due grandi guerre, del fascismo e del nazismo, secondo la tradizionale linea editoriale, approfondendo aspetti come la cultura sportiva durante le dittatura, le città di fondazione, il sistema di propaganda attraverso le immagini, l’esoterismo nazista.
Ma sono affrontati anche temi più originali e meno frequentati come lo sguardo dei paesi europei democratici sulla dittatura fascista, il rapporto tra massoneria e fascismo, la bomba atomica, lo stupro come arma di guerra.
Alcune puntate saranno legate a importanti anniversari della storia italiana e internazionale. In primis le leggi razziali del 1938 a ottanta anni dalla loro promulgazione.
Poi ci si occupa delle dimissioni del Presidente della Repubblica Giovanni Leone nel 1978, della chiusura dei manicomi con la nascita della legge Basaglia, sempre nello stesso anno. Infine, un interessante esperimento sarà dedicato alla questione mediorientale, con il racconto della formazione e la nascita dello Stato di Israele avvenuta nel maggio 1948, esattamente settanta anni fa.
La grande storia | prima puntata | Propagande
Uno degli argomenti è l’architettura fascista criticata aspramente. Eppure, come ha spiegato molti anni fa Pierpaolo Pasolini, dopo un’analisi più attenta, il giudizio può e forse deve essere rivisto.
Antonio Carbone e Enzo Antonio Cicchino ci portano a conoscere le Città nuove, fondate dal fascismo, studiate e apprezzate in tutto il mondo e diventate ben presto una vetrina del regime. Ne sono analizzate solo alcune delle oltre 100 che il regime costruì, partendo dalla prima Littoria, inaugurata il 18 dicembre 1932, per poi proseguire a Predappio, il paese natale di Mussolini. Poi ci sono Carbonia e Tor Viscosa, le città industriali. Infine Segezia e Aprilia. Il viaggio si conclude a Sabaudia, forse l’esperimento urbanistico più riuscito.
Il Duce e l’America di Nicola Bertini è il secondo argomento della serata.Come fu visto e raccontato dai corrispondenti dei maggiori giornali americani Mussolini? Fin da subito molto bene. Un uomo nuovo, giovane, attivo, deciso, l’unico capace di cambiare la storica indolenza del popolo italiano. E non solo i giornali ma anche radio e cinema lo magnificarono in ogni modo. Un vero e proprio innamoramento che si incrinerà solo alla metà degli anni Trenta, con le guerre d’Etiopia e di Spagna e l’alleanza sempre più stretta con la Germania hitleriana.
Un americano a Berlino di Ilaria Degano, è il racconto del viaggio compiuto nel 1937 da Julien Bryan nella Germania nazista. Con la sua cinepresa riesce a filmare le contraddizioni e i lati oscuri della società tedesca: la vita quotidiana, il lavoro in fabbrica e nei campi, la Gioventù hitleriana, la manifestazione del partito a Norimberga, le piccole e grandi discriminazioni contro gli ebrei. Sue sono le famose immagini della mostra di Monaco sull’arte degenerata; e sempre sue sono le ultime immagini della sinagoga di Norimberga, prima della demolizione avvenuta pochi mesi dopo.Il regista americano riuscirà a far uscire di nascosto le pellicole dalla Germania. Ne farà un documentario che, accompagnato dal commento critico di Bryan stesso, riuscirà a cambiare la percezione che gli americani avevano di Hitler e della Germania nazista.