Il Pontefice guidò la Chiesa Cattolica negi anni più difficili del secolo scorso, quelli del secondo conflitto mondiale e della guerra fredda. Il documentario, “Pio XII uomo della pace e papa della guerra“, è un viaggio nella vita di Pacelli, firmato dalla regista Antonia Pillosio. I telespettatori scopriranno la sua storia, dagli anni della formazione fino all’elezione al soglio Pontificio. Nel mezzo, una carriera ecclesiastica che lo portò ad entrare nel 1902 in segreteria di stato vaticana, partecipando alla riforma del Codice del diritto canonico della Chiesa. Nel 1929 la nomina a cardinale e otto anni più tardi quella a Papa.
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Il documentario è realizzato partendo da alcuni spunti biografici inediti suggeriti da Padre Peter Gumpel, dagli storici Matteo Luigi Napolitano, Andrea Riccardi, Pietro Doria ed Anna Foa. La sua figura verrà analizzata a tutto tondo, riflettendo anche sulla sua posizione nei confronti degli ebrei e dell’Olocausto, il punto più discusso del suo papato. Si scoprirà che Pio XII in realtà avesse condannato in un’enciclica (la Summi Pontificatus) il nazismo e che durante il conflitto avesse salvato molti ebrei dalla deportazione nei campi di sterminio.
Pacelli è stato il primo Papa a misurarsi con la televisione, introdotta in Italia proprio durante il suo pontificato. “Nel corso degli anni, la comunicazione dei papi è molto cambiata nel rapporto con la televisione. Pio XII ha cercato di capire come utilizzare il mezzo televisivo per evangelizzare e comunicare con i credenti e non“, dice Giuseppe Giannotti, vicedirettore di Rai Cultura.
Per la giornata della Memoria, il 27 gennaio Rai Storia confezionerà un palinsesto interamente dedicato al ricordo della Shoah: “Faremo una programmazione verticale, raccontando il martirio degli ebrei con prodotti diversi, alcuni già trasmessi, altri inediti. Lo stesso avverrà su Rai 5 e Rai Scuola“, anticipa.
Giannotti è soddisfatto del 2015 di Rai Storia: “Un anno positivo, in cui abbiamo avuti tanti anniversari, tra cui quello dell’entrata in guerra dell’Italia del 1915 e la fine del secondo conflitto mondiale del 1945, che ci siamo impegnati a raccontare“. Tanti anche gli impegni per il 2016, a cominciare dai 70 anni della repubblica: “Un compleanno su cui già stiamo facendo un’operazione molto importante“, afferma.
Rai Storia già dallo scorso anno sta raccontando ai telespettatori gli anni del primo conflitto mondiale, giorno per giorno: “Stiamo lavorando per il racconto di Caporetto, in ottica 2017. È un continuo rincorrere storie del nostro passato per farlo rivivere al pubblico di oggi. Tante sono le cose fatte, ma ancora abbiamo tanto da fare per portare Rai Storia ad essere il perno della storia e della memoria del nostro Paese. Questo è quanto dovrebbe fare il servizio pubblico“, conclude.