Per Agatha Christie tre indizi costituivano una prova: da qui prende il titolo la trasmissione, spiega un’impostatissima Viero. Argomento della serata, l’omicidio di Melania Rea.
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La conduttrice annuncia subito che la vicenda verrà ricostruita attraverso contributi video particolari: si tratta della docufiction. E infatti, mentre la narrazione procede, vediamo Parolisi a cena con una delle soldatesse della caserma, poi in attesa dal medico insieme alla moglie.
La ricostruzione continua alternandosi ad alcune testimonianze reali: la madre e un’amica della vittima ricordano le ultime telefonate con Melania Rea. Il giorno dopo, la coppia sarebbe andata a fare una scampagnata a Colle San Marco. La fiction ci fa ascoltare persino la canzone che passava in radio mentre Parolisi guidava e la suoneria del telefono della Rea che squilla a vuoto, una volta avvenuto l’assassinio.
A questo punto, Parolisi si reca al bar ristorante Il Cacciatore con la figlia in braccio, fingendo agitazione perché non trovava la moglie che si era allontanata per andare in bagno. In studio con la Viero c’è pure la giornalista Stefania Cavallaro, che si aggiunge in alcuni momenti per descrivere quanto avvenuto.
L’intera storia viene raccontata attraverso le immagini e le testimonianze: la voce in studio serve solo come filo conduttore. Man mano che la puntata procede, scopriamo vari dettagli: l’abbigliamento di Parolisi nel bar, troppo leggero per essere consono alla giornata, e l’anello di Melania a terra nel bosco.
Lo stesso Parolisi telefona ai carabinieri, raccontando di non trovare più la moglie dopo che la ragazza gli aveva detto di dover andare in bagno. Intanto, viene posta l’attenzione sulla sua relazione con l’amante, che durava da due anni: Melania lo aveva scoperto, e aveva anche telefonato alla donna in questione.
Per gli inquirenti, gli strani atteggiamenti di Parolisi non sono chiari. Inoltre l’uomo non permette alla madre di andare a casa sua, fa strane lavatrici di notte: sembra che l’esito delle indagini quasi non gli interessi. Un comportamento strano, per un uomo la cui moglie è scomparsa: ci si aspetterebbe invece, che avesse voluto la nonna per stare con lui e la bimba.
È l’aprile 2011: in seguito a una telefonata anonima, il corpo di Melania Rea viene ritrovato a 11 chilomentri da Colle San Marco. Ha pantaloni e mutande abbassati fino alle ginocchia, vicino al cadavere vi è un laccio emostatico, aghi e siringhe. Dalle labbra della vittima, verrà isolato il dna del marito. In tutto, le erano state inflitte 35 coltellate.
Alle domande degli inquirenti, Parolisi nega ogni altra relazione. Anzi, procede a eliminare ogni prova del tradimento: telefona all’amante chiedendole di eliminarlo dai suoi contatti nei social. Porta una colomba al suo superiore per fargli gli auguri di Pasqua, un gesto che appare strano: è la scusa per vedere l’amante e parlarle di persona.
Vengono mostrati diversi filmati del vero Parolisi, che piagnucola sostenendo di aver avuto dei problemi con la moglie, come accade a molte coppie, senza per questo essere un assassino.
La ricostruzione finale è un lento slow motion. Stretto tra la moglie che continua a indagare sulla relazione del marito e l’amante che vuole trascorrere con lui la Pasqua, decide di ucciderla. Estrae il coltello mentre Melania Rea è accovacciata dietro un albero a fare pipì. Quando erano usciti da casa, l’aria era tesa: a Colle San Marco i due non sono mai arrivati, perché Parolisi ha svoltato prima per andare nel bosco. Una volta lì, l’ennesimo litigio, durante il quale Melania getta la fede a terra.
Ed eccoli, i tre indizi: una lavatrice che lavora ad orari insoliti, un anello nel bosco e una colomba. Parolisi è stato candananto a 20 anni, dal giorno della sentenza non ha più visto la figlia. Le ultime parole sono affidate ai genitori e al fratello di Melania Rea, che non riescono a darsi pace all’idea di aver avuto il mostro in casa.
La puntata si conclude qui, in anticipo rispetto al previsto: sono le 23.06, un orario rispettoso dello spettatore