Storie di uomini e donne che hanno vissuto una vertigine: così il conduttore introduce l’intervista a Matteo Cambi, inebriato dai soldi. A 18 anni gli viene notificato dal direttore di banca della cospicua eredità lasciatagli dal padre: 650milioni di vecchie lire.
Dopo aver speso i primi soldi in viaggio e formazione, Cambi crea una linea di abbigliamento. In Sardegna incontra Lele Mora che, in quanto agente dei vip, gli avrebbe consentito di dare la massima visibilità al suo marchio, Guru. A soli 24 anni, Matteo Cambi aveva già perso il contatto con la realtà.
Decine di migliaia di euro spesi in cocaina, donne dello spettacolo di cui circondarsi, persino l’elicottero per spostarsi da Parma a Milano: l’uomo racconta a Giuseppe Rinaldi lo stile di vita sopra le righe. Un elicottero, un aereo, due yacht e dieci macchine tra cui Lamborghini, un migliaio di orologi acquistati, una villa al mare e una a Parma: questi i suoi beni. Oggi vive in un appartamento di 80 metri quadrati con moglie e figli, per cui paga 500 euro al mese.
Cambi parla di un “demone” che non si accontentava mai. Un demone che lo ha portato in carcere, incapace di fermarsi e spinto a volere sempre di più. Attualmente Cambi è sposato dal 2014 e ha una figlia: “la famiglia, l’amore, tutti questi sentimenti che prima non sentivo, non posso più immaginare di poterli perdere”. Ha riallacciato i rapporti con il socio di una volta, da cui si era staccato ai tempi di Guru: insieme hanno fondato un nuovo brand chiamato “life”, vita.
Conclusa l’intervista a Cambi, segue un servizio in cui i proprietari di hotel lussuosissimi svelano i capricci di alcuni clienti: ad uno ad esempio, è stato chiesto di costruire un bunker all’interno dell’albergo per evitare sguardi indiscreti.
Poi la storia di Luigino D’Angelo, che aveva investito in obbligazioni su Banca Etruria: l’uomo si è impiccato in casa. A raccontare la vicenda, la moglie: una truffa in cui i due coniugi sono stati convinti all’investimento dalla stessa banca. “Ci hanno fregato”, aveva detto Luigino alla donna: non si è ucciso per i soldi, ma per lo smacco. L’impiegato che ha convinto Luigino a firmare, ha dichiarato di sentirselo sulla coscienza per essersi comportato da banchiere senza seguire l’etica.
Grazia e Lucio invece, sommersi dai problemi economici, avevano progettato di trasferirsi in Bulgaria per vivere dignitosamente con pochi euro di affitto. La coppia ha finto di prepararsi per il trasferimento, salvo poi uccidersi: sono stati trovati circa un mese dopo, quando dalla casa iniziava as uscire un odore forte. Erano morti insieme sul letto: hanno lasciato un biglietto in cui si scusavano per la messa in scena.
Se si parla di mancanza di limiti, ecco Alessandra. La donna ha una concezione ossessiva della bellezza estetica: “Il mio progetto è il mio corpo”, dice. Contemperare il benessere fisico con l’estetica, spiega. Quindi si addentra nel rapporto conflittuale con il padre: Alessandra è stata in terapia, e sostiene sia stato proprio lui a trasferirle questa idea di iperperfezionismo. La paura di ingrassare non le fa contemplare la maternità: troppo il timore del corpo che si deforma, perciò ad Alessandra manca anche il pensierodella vecchiaia.
Claudia invece è campionessa di body building: ha iniziato ad allenarasi dopo la nascita dei due figli: “La critica non mi tocca, perchè non mi interessa. Io mi guardo allo specchio e mi sento bene”. Claudio Risé, psicanalista, spiega che è considerare il proprio corpo un oggetto, che porta all’ossessione. A sottolineare questo concetto, un servizio sulla chirurgia estetica in cui non può mancare Giacomo Urtis.
Paolo Nespoli tornerà per la terza volta nello spazio: Rinaldi lo intervista sul concetto di perfezione, applicato alla Terra vista dallo spazio. Avendo vissuto da “terrestre”, Nespoli sa che da sopra la percezione è ben diversa, di pace assoluta: la Terra appare come qualcosa di troppo armonioso, per non essere stata creata. A fargli scoprire la sua vocazione di astronauta, fu Oriana Fallaci, insieme a lui nel contingente in Libano: da quell’esperienza, la giornalista avrebbe tratto Inshallah.
Si cambia argomento: dipendenza da sesso. Marco si racconta senza mostrare il volto: “Era un piacere più mentale, che della carne: c’è quel senso di onnipotenza, quella presunzione che è solo un velo, perché quando si è nella dipendenza si pensa di essere più furbi degli altri”. Per esempio della compagna, che si pensa non si accorga della vita parallela, e del datore di lavoro, quasi questo non si accorga delle consultazioni di materiale pornografico dal posto di lavoro. “Innanzitutto vorrei rtornare ad essere una persona pulita, e eiuscire ad avere un rapporto sano con la mia compagna”, confessa Marco: l’uomo si sente “sporco dentro”. Anche qui, emerge il rapporto con la figura genitoriale: il vuoto lasciato dalla figura paterna, è stato colmato con altro.
La puntata prosegue con un altro Marco, che in adolescenza ha sviluppato una dipendenza dalla pornografia. naturalmente ciò ha inficiato il rapporto con il sesso femminile, vedendo le ragazze solo come oggetti.
Rossella invece, transessuale, svela le tante sfaccettature dei suoi clienti. Da quelli che arrivano con abiti da donna sotto la giacca, a quelli che sviluppano sensi di colpa dopo il rapporto: nessuno di loro lascia la compagna. “In 50 anni ne ho viste talmente tante, che mi reputo assolutamente normale in quanto a sessualità”, conclude.
La puntata termina qui, appuntamento a mercoledì prossimo.
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