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La conferenza inizia molto in ritardo rispetto al previsto. L’attesa in realtà, era per mostrare l’ingresso in studio dei tre protagonisti: oltre ai conduttori infatti, al loro fianco c’è Giorgio Montanini, visto a Rai 3 in Nemico Pubblico.
Apre la conferenza Ilaria Dallatana, direttrice di Rai 2. “Abbiamo raccolto la sfida di fare un nuovo programma d’informazione: ci siamo presi un bell’impegno, perché abbiamo messo insieme anime diverse. Abbiamo un titolo che è anche un manifesto, e un bellissimo studio che ha preso vita in pochissimo tempo”.
La parola passa ora ad Alessandro Sortino, autore del programma. “Nemo è un viaggio che facciamo nella realtà e nel linguaggio per raccontarla. Noi vogliamo raccontare storie senza partire da una tesi, ma immergendoci nella realtà. Vogliamo stupirci delle cose che vediamo, trattandole sia con un approccio giornalistico che con uno diverso. Tra un servizio e l’altro faremo entrare delle persone, che racconteranno le loro storie: i conduttori terranno i fili, ma le persone parleranno direttamente. Alla fine, quando sarà il momento di trarre le conclusioni, arriverà Giorgio Montanini a scardinare il punto di vista che pensavamo di aver maturato nel corso della puntata”.
Viene mostrato un video che anticipi i contenuti senza però svelarli troppo: “Cerchiamo di mettere insieme realtà più profonde con altre più divertenti”, spiega Sortino. Ancora: “La musica scelta vuole dare energia, e sarà in studio, scelta dalla nostra dee jay”. Uno dei servizi realizzati riguarda Amir, padre egiziano, che non è mai stato in Egitto. Questo nonostante tutti lo considerino un esempio di italiano di seconda generazione: in Egitto ce l’ha portato per la prima volta Nemo, con l’aiuto di un fruttivendolo. Ogni inviato parla alla telecamera, per rivolgersi direttamente al pubblico.
Valentina Petrini invece, che non rinuncia al ruolo di inviata, si è recata al fronte ucraino. Un luogo e un conflitto che non trovano spazio nei nostri media: ha trovato 10 italiani che combattevano là. Enrico Lucci si occuperà dei paradossi dell’Italia, come il lusso in cui vivono alcuni cani, tra piumini per ogni occasione e viaggi a Courmayeur.
Eugenio Bonacci, responsabile dei contenuti Freemantle: “Sono molto contento, perché questo programma è nuovo e originale. Le immagini che avete visto ci riempiono d’orgoglio, in quanto vanno nella direzione di un rinnovamento del linguaggio. Chi fa televisione sa quanto sia importante portare avanti idee originali: l’esperienza di Nemo ci ha aiutato a creare un gruppo di lavoro, e se riusciremo a ritagliarci uno spazio dal punto di vista dell’ascolto, credo che sarà stato un grande risultato”.
È il momento dei due conduttori. Inizia Valentina Petrini: “Ho scelto di andare al fronte ucraino perché ho scoperto che era anche una guerra italiana. Dei ragazzi hanno scelto quel fronte come loro futuro, ed è stato importante parlare con loro. Parlare con il più giovane, 21 anni di Rovigo, dava l’impressione di parlare con un ragazzo qualsiasi, un fratello: se proviamo a metterci nei panni di chi ha fatto queste scelte, l’istinto è di prendere le distanze. Io ho cercato di immergermi nella loro realtà per capire”.
Enrico Lucci spiega la genesi dei suoi lavori: il suo autore. “Funziona così: me prende e me porta a fare le cose. La maggior parte le trova lui. Praticamente mi propone sempre cose, io mi alzo dalla sedia del bar e vado dove lui mi trascina. Dopo m’appassiono, non mi fermo più”. “In questo programma -prosegue- vorremmo raccontare la grande scemenza umana che s’è impossessata di noi: ci sono cose terribili in giro, tutte con spiegazioni assurde. C’hanno tutti una scusa, quindi vorremmo, molto modestamente, raccontare la scemenza che attanaglia la società”.
Infine Giorgio Montanini, definito da Sortino “l’editorialista” della trasmissione: “Ho avuto la libertà di ribaltare il punto di vista della puntata. Sono felice di far parte della squadra, in particolare perché c’è questa assenza di giudizio, e la comicità fa proprio questo: non giudica, propone un punto di vista”.
Lucci riserva parola affettuose per Le Iene, una famiglia per 20 anni. L’obiettivo, sottolinea nuovamente Sortino, è “trattenere” i telespettatori. raccontare storie che possano essere fruite anche dai più giovani. La durata dei servizi sarà una cifra stilistica, in quanto si vuole portare in tv un rcconto più disteso.
La conferenza si chiude qui, con un ringraziamento a Santoro che, questa settimana, ha riportato il campo dell’informazione sul piccolo schermo.