Ricordiamo che Michele Santoro solo lo scorso 2 giugno era stato in prima serata su Rai 1 con il documentario “C’è qualcuno – la tragedia di Rigopiano“.
Inoltre il 22 e il 29 giugno sempre su Rai 2 in prima serata, Santoro presenta il nuovo format sperimentale dal titolo “M“. Si tratta di un programma di approfondimento giornalistico secondo la formula che contraddistingue i programmi “santoriani”. Il nuovo appuntamento “M” arriva dopo la messa in onda di quattro puntate del programma “Italia“ andato in onda sempre su Rai 2 con una scadenza mensile o bimensile.
Questo nuovo format arriva a fine stagione e probabilmente, se dovesse riscuotere il gradimento del pubblico, potrebbe anche avere un seguito nella prossima stagione televisiva. Ma prima di “M” arriva in video “Robinù“. Sceneggiato da Michele Santoro e Maddalena Oliva, il documentario ha una durata di 91 minuti. Dopo il grande successo che ha avuto all’ultima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia dove è stato presentato in anteprima, Robinù è stato un vero e proprio evento nelle sale cinematografiche. Adesso arriva in prima tv su Rai 2 per raccontare il fenomeno del baby boom della camorra.
L’anteprima nazionale si è tenuta il 7 settembre del 2016. Il regista naturalmente è sempre Michele Santoro. Il film si concentra soprattutto su questo fenomeno che si è intensificato a Napoli negli ultimi due anni. Bande di adolescenti si combattono a suon di pistole e kalashnikov. Sono riuscite a far scoppiare una guerra che è arrivata a lasciare sul terreno 60 morti. Roberto Saviano l’ha chiamata “la paranza dei bambini“. Protagonisti sono giovanissimi delinquenti che sono riusciti ad imporre una nuova legge di camorra per lo smercio della droga. Una vera e propria guerra che parte da Forcella, quartiere napoletano, e si allarga fino ad altre zone della città tra cui i Tribunali e Porta Capuana. Ma non risparmia neanche l’hinterland partenopeo in una lotta senza confini e senza alcuna dignità morale.
Da sottolineare nel documentario la baldanza provocatoria di questi ragazzini che usano il kalashnikov come un giocattolo. Il loro scopo delinquenziale è uno solo: rompere il monopolio dei vecchi clan della camorra che gestivano il mercato della droga. In Robinù i telespettatori vedranno questi giovani protagonisti imporre ai turisti di pagare ad esempio il parcheggio due volte, oppure di pagare altri pizzi. E non si perdono d’animo quando vanno in prigione. Per loro essere arrestati costituisce un motivo d’orgoglio.
Insomma questi ragazzi a 15 anni hanno già imparato a sparare, a 20 sono diventati killer professionisti ma a 30 anni non ci arrivano.