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Tratto da una storia vera, il documentario evidenzia i tratti di una ragazzina ribelle che già da bambina aveva ben chiare le sue potenzialità. Oggi, la protagonsita è un’inossidabile ottantenne per nulla pentita del suo passato. Racconta con malinconia di essere stata molto attratta dal mondo del balletto quando era piccola, ma un giorno le fu detto, bruscamente che, per lei, ragazza di colore, non ci sarebbe stato mai spazio in quell’universo della danza al quale aspirava così intensamente. Una delusione bruciante che influenzò le sue scelte future e soprattutto la voglia spasmodica di dimostrare al mondo quello di cui era capace.
Una sorta di sfida con se stessa e con la società che la circondava.
La sua carriera criminale ha come palcoscenico tutto il pianeta: dalle gioiellerie di New York targate Tiffany alle boutique di gran prestigio di Montecarlo. Siamo dunque in presenza di una sorta di Arsenio Lupin al femminile che, in tutta la sua carriera, ha messo insieme un bottino di enorme valore: circa due milioni di dollari. Patrimonio che ha, purtroppo, dilapidato. L’ultima truffa l’ha fatta nel 2011, all’età di 80 anni. Ma non le è andata bene, la tecnologia, che non esisteva ai tempi della sua “attività”, l’ha ingannata: dopo aver, come sempre, selezionato la gioielleria da derubare, in questo caso una che si trovava a San Diego, negli Stati Uniti, la telecamera attiva nel negozio l’ha incastrata fornendo le prove della truffa di un gioiello con un diamante del valore di settemila euro.
Il documentario ha partecipato a numerosi festival ed ha ricevuto vari riconoscimenti; è firmato da Mirk Marcolina e Matthew Pond e racconta nel dettagli, tutte le esperienze della intrepida signora che si è arresa solo dinanzi ad una telecamera che l’ha smascherata.
La famosissima ladra ribelle ha vissuto una vita intensa, movimentata, segnata anche dal carcere dal quale, ricambolescamente, è riuscita anche ad evadere, con la stessa disinvoltura con cui ha trafugato zaffiri e diamanti alle gioiellerie più prestigiose del mondo. Si trovava nella prigione del Texas e riuscì ad evadere mentre aspettava che il furgone la portasse dal tribunale in carcere lasciando credere alle guardie che fosse una parente di un detenuto. Nella fuga, senza nemmeno accelerare il passo, fu in grado di non destarealcun sospetto.
Recentemente è andato in onda su Cielo un documentario sconvolgente sulle adozioni negli USA e in E