Monsignor Krzysztof Charamsa, il cui recente coming out ha scosso il Vaticano alla vigilia del Sinodo sulla famiglia, risponde a tutte le domande, anche scomode della conduttrice.
Un primo comunicato di Mediaset indicava che la versione completa dell’intervista sarebbe andata in onda all’interno della prima puntata di OpenSpace, il nuovo programma di Italia 1 condotto da Nadia Toffa. A distanza di pochi minuti arriva la rettifica: sarà Domenica live a ospitare l’intervista. Che è accaduto è facile da intuire. Noi vi riportiamo alcuni passaggi.
A seguire alcuni stralci:
«Dietro di me non c’è nessuna lobby. Non ho mai conosciuto una lobby gay del Vaticano. Ho conosciuto sacerdoti omosessuali, spesso isolati come me, ma non una lobby.
La Chiesa ha tra i suoi ministri fantastici sacerdoti omosessuali che non possono essere trattati come sono trattati ora. La legge interna alla Chiesa che vieta l’ordinazione sacerdotale agli omosessuali mi ricorda le peggiori leggi del passato che non voglio dirvi quali. Ho detto alla mia Chiesa chi sono in un gesto di disperazione, questo gesto precedeva il Sinodo, io chiedevo alla mia Chiesa: “Per favore non perdete più tempo”.
Ho scritto una lettera a Papa Francesco affinché possa portare ai Vescovi, al Sinodo, questa sua apertura di ragione e di cuore.
E’ vero che ho presentato il mio partner, ma mi sono assunto tutte responsabilità e le conseguenze di questa decisone. Ormai la mia vita personale non è più un problema.
Io sono fedelissimo al celibato perché il celibato si riferisce all’impossibilità di avere moglie: io non ho mai toccato una donna.
Mi sento felice. Credo che in questo passo, duro e sofferto, Dio stia accanto a me. Vivi con lo stress che nessuno si accorga che tu sia gay, devi portare come una “croce”.
Lei sa come si sente una persona che ama profondamente la Chiesa e si sente invece discriminato e odiato da questa Chiesa?
Siate liberi, val la pena, dobbiamo essere coerenti con noi stessi sulla terra per vivere in eterno.
Dio ci ama così come siamo.
Dio non ci ha creato difettosi e la Chiesa questo lo deve accettare.
Deve guardarci negli occhi.
La Chiesa non può continuare a distruggerci la vita».
Questi invece, sono altri stralci della versione integrale di domani sera.
Domanda: Cosa l’ha spinta a dichiarare al mondo la sua omosessualità?
Risposta: Il bene dell’omosessualità. Non si può vivere nella chiusura senza aria e senza luce
D: Quando ha deciso di diventare prete ha fatto chiaramente un voto di castità e di celibato. Non si sente di aver tradito un po’ la sua missione due volte?
R: No, adesso mi sento che ho compiuto la mia missione. Io dovrei essere nella chiesa invitato nella piena accettazione del mio orientamento sessuale e portato e formato ad essere sacerdote
D: Lei è stato mai minacciato o ricattato per far sì che tenesse nascosta la sua omosessualità?
R: No, però formato profondamente in un senso di colpa, di peccato, di malattia
D: Lei conosce altri omosessuali negli ambienti ecclesiastici?
R: Sì, li conosco
D: Magari anche come lei che hanno un compagno?
R: Non sono io a verificare le vite degli altri. Io ho fatto la mia apparizione della mia vita. Sono rimasto trasparente.
D: Lei ha detto <aprano gli occhi> riferendosi alla Chiesa. Cosa voleva dire?
R: Aprite gli occhi per una parte che disprezzate. Questo Sinodo è su tutte le famiglie. Questa realtà non può aspettare più guardando i ritardi della nostra Chiesa
D: Vladimir Luxuria qualche giorno fa ha dichiarato che è in contatto con lei e che vi sentite. Ma è vero?
R: Lasciamo da parte le mie…
D: Luxuria lo ha scritto sul suo profilo twitter che è pubblico.
R: Ah, sì?
D: Addirittura vorrebbe proporle di diventare il testimone del Gay Village.
R: Bene, sono onorato