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C’è, però, qualcosa di differente quest’anno: la minore durata ha conferito a Linea Bianca un ritmo più svelto privandolo delle lungaggini, spesso inutili e dei tempi morti presenti in passato. La montagna, sulla quale si concentra l’attenzione dei due conduttori Massimiliano Ossini e Alessandra Del Castello, è rappresentata e mostrata non solo nel suo aspetto sportivo, ma anche negli altri aspetti che la caratterizzano: cultura, tradizioni gastronomiche, bellezze paesaggistiche, personaggi locali che hanno avuto un ruolo importante. Non viene trascurata neppure la storia dei centri dove approdano, settimana dopo settimana, i due conduttori “on the mountain”.
Essendo periodo natalizio, non poteva mancare un viaggio nelle atmosfere natalizie dei mercatini locali: Ossini e la Del Castello oggi erano al Parco Nazionale dello Stelvio.
La prima netta sensazione avuta dopo la puntata d’esordio, è il maggior spazio conquistato da Alessandra Del Castello. La maestra di sci ha, inoltre, acquisito una migliore consapevolezza del suo ruolo e sa muoversi in maniera più accorta e familiare nelle differenti situazioni in cui si trova. Attenzione, però, a non strafare: talvolta è apparsa sopra le righe nel tentativo di comportarsi al meglio.
Pochi, inoltre, gli spazi nei quali i due conduttori sono insieme: i vari segmenti sono equamente divisi, li abbiamo visti dialogare soltanto nella parte finale del programma, quella dei saluti, e in alcune sporadiche apparizioni.
Massimiliano Ossini conserva il suo stile: immutata la sua consapevolezza di essere un buon conoscitore della montagna. Lo dimostra in ogni segmento a lui affidato, in ogni incontro, nelle interviste ai personaggi che sono quasi sempre finalizzati alle tematiche del programma e nel presentare le tradizioni locali.
Non abbiamo notato, però, nella prima puntata, nessun indizio sul nuovo obiettivo che il programma si propone: avvicinare i giovani alla montagna visto che, negli ultimi anni molti ragazzi cercano e trovano lavoro, proprio in tutto l’indotto montano.
Sotto questo aspetto si dovrebbe fare di più nell’ottica del servizio pubblico mantenendo le promesse della vigilia.
Infine: le immagini dei paesaggi montani che il programma fa arrivare nelle case dei telespettatori, appaiono molto più vive di quelle che si vedono nei documentari. La montagna di Linea Bianca appare quasi più umana: l’importante è non deturparla con le basse beghe commerciali e pubblicitarie che troppo spesso inquinano la nostra tv.