{module Pubblicità dentro articolo}
Il conduttore apre la puntata accogliendo il regista bolognese e, in seguito, i concorrenti finalisti: solo quattro di loro arriveranno alla finalissima di fine puntata.
Prima di dare il via alla gara, una breve clip con i momenti migliori del programma.
Aprono i Progildan. Il trio inscena una riunione di condominio, il cui ritmo piace molto ad Abatantuono; per la Lucarelli invece, quel ritmo era fin troppo veloce perché a un certo punto non riusciva a seguirli. Per Avati qualche problema nel testo, e a Ruffini è mancata la loro fisicità. Passano grazie ai si di Abatantuono e Avati.
Il prossimo è Andrea Frattellini, con tanto di pupazzo dello zio Tore, che ci prova con la Lucarelli perché non sopporta la moglie :”Sai cosa devi prendere per farla felice?”, le chiede il comico, e il pupazzo risponde:”Le distanza”. Le battute proseguono dunque una dietro l’altra. Ad Avati piace molto, trova “strepitosa” la fisicità dello zio: tre si.
Tocca ora a Sinisi e Bugatti. Lo sketch consiste in un colloquio di lavoro in cui, ad ogni risposta dell’esaminato, l’altro non capisce e controbatte a casaccio, fino a che il candidato inizia a spararle sempre più alte. Solo quando dice di essere omosessuale viene compreso, e dunque assunto. Si della Lucarelli, che ne apprezza il loro non essere ruffiani, e di Abatantuono.
Dopo il primo break pubblicitario, si riparte con Enrico Zambianchi. Il comico riporta in scena il suo personaggio della morte, che fa l’appello di chi c’è e no. Nel frattempo gli arriva sul telefono un messaggio di Caronte, con cui si accorda su chi traghettare. Avati, testualmente, sentenzia: “Finamente uno che mi ha fatto ridere”, poi si dichiara “scandalizzato” per i no di Abatantuono e Ruffini, perciò aggiunge il suo si a quello della Lucarelli. A Ruffini che ha un dubbio su Zambianchi, in quanto non lo immaginerebbe in un film, risponde senza troppi giri di parole di farselo passare: anzi, vuole proprio che Ruffini ritiri il no. Una scena che Cirilli riassume definendola un “cazziatone” a Ruffini.
Si prosegue con Paolo Franceschini. Anche lui con un pupazzo al seguito, gli chiede le imitazioni di cantanti e dei giurati, a cui il pupazzo riponde con dei monosillabi. La Lucarelli cerca di fermarlo perché crede che abbia sprecato un’occasione; i colleghi giurati invece, ridono di gusto. Per Avati la faccia “coglionesca” lo renderebbe un buon interprete di storie, ma l’abbigliamento “da comico” crea subito un pregiudizio. Gli dà però il suo si, consentendogli di passare.
Spicu è ancora in analisi, a causa del tormentato rapporto con la sorella. È la terza volta che la vediamo con la stessa performance: per Avati il testo ha delle lacune perché l’ha trovata un talento attoriale, non comico. Per lei la gara si ferma qui.
Ecco ora il giovanissimo Davide D’Urso. Il ragazzo inizia il suo monologo immaginando cosa accadrà dopo la partecipazione al programma, e in caso non sfondi con la comicità, punterà sulla magia: coinvolge così una donna del pubblico in un numero con le carte. Va al giudizio finale.
Enzo Emmanuello ha smesso le vesti da muratore per esibirsi come monologhista. racconta di come i capi l’abbiano estratto per essere licenziato: non aveva mai vinto niente, perciò è andato dalla moglie per comunicarle che sarebbero rimasti sempre insieme. Le battute sono poche, ma l’impianto del pezzo regge bene: tre si.
Vanessa Giuliani convince la giuria con la sua esibizione: non è più la vedova, ma una brasiliana amante di un politico. Passa incassando solo il no di Abatantuono.
Enrico Luparia racocnta di quando ha spiagato alla nonna come raggiungerlo prendendo il treno Italo. Per Avati il test era “modestissimo”, persino “accattonava le risate”. Viene eliminato.
Rino Ceronte con Clizia e Cristina propongono la solita sfilza di battute, in cui il meccanismo comico scatta attraverso la differenza di riposte alle domande poste. Ridono tutti di gusto: tre si.
Renzo Sinacori parla della sua terra, la Sicilia. Hanno arrestato un mafioso settantenne: “Per forza -spiega- si lavora sempre di più: l’età della pensione viene sempre prestata”. Viene trovato un po’ in affanno, perciò non riesce ad accedere al giudizio finale.
La puntata va avanti con Dondarini e Dal Fiume. La coppia si esibisce in uno sketch in cui uno dei due è il commesso che cerca di vendere un maglione all’altro, complimentandosi prima ancora che venga indossato. Si all’unanimità.
Nino Taranto fa ridere il pubblico illustrando le difficoltà di una donna in un bagno pubblico, compreso il momento in cui c’è la “guazza” per terra e devono corciarsi i pantaloni. Passa.
Francesco D’Antonio vive una realtà complicata: i nostri nonni hanno fatto la Seconda Guerra Mondiale, noi in cambio gli programmiamo il digitale terrestre per guarda L’Isola dei Famosi. Durante il pezzo cita varie opere d’arte moderna: per la Lucarelli è il monologhista che ha i guizzi più interessanti, per Ruffini ha il pregio di non ostentare la cultura ma di usarla per far ridere tutti. Per Abatantuono si tratta di un comico che si prende dei rischi Tre si per lui.
Il pigro Giovanni D’ Angella deve nuovamente fare la fatica di esibirsi. Gli tocca sentire il padre, che gli dice che alla sua età spaccava il culo ai passeri: lui, al massimo, solo se il passero glielo acchiappa il padre. Quando gli rinfacciano che dovrebbe fare almeno domanda di disoccupazione, fa notare che se volesse faticare come in fila per gli uffici, allora andrebbe a lavorare. Si unanime, sono tutti entusiasti.
Segue Roberto Lipari. Il pezzo propone un pezzo sull’ordine, che parte dalla mania della madre per mettere tutto in ordine, passando per gli ordini professionali e l’abitudine incomprensibile del dentista di porre domande ai pazienti quando sono a bocca aperta. Conquista la giuria.
Infine, la coppia Ghetti e Baldieri, i due coniugi sadomaso che si presentano agli utenti del sito coppieaperte.com. Lei racconta di averlo sottoposto a una serie di pratiche sessuali, ma lui non è entusiasta: non fa che ripetere in continuazione “C’ho un culo solo”. Tre si.
Concluse le esibizioni, è ora di votare i promossi per stabilire chi, tra loro, saranno i quattro finalisti. Accedono all’ultimissima manche Roberto Lipari, Giovanni D’Angella, Ghetti e Baldieri e Francesco D’Antonio: ciascuno di loro ha un minuto per convincere i giudici. Da sottolineare che in quest’ultimissima fase, D’Angella gioca la carta del monologhista, veste in cui i giudici non l’avevano mai visto durante il programma.
Gli ultimi voti sono segreti. Cirilli svela il nome che si trova al quarto posto, cioè Francesco D’Antonio. Poi il verdetto: vince Roberto Lipari, come vi avevamo anticipato circa due mesi fa. Lipari del resto, era stato il più votato già prima, quando si tratteva di scegliere i quattro finalisti.