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Insinna apre ricordando la vittoria del 10 giugno 1968, quando l’Italia si aggiudicò il titolo di campione europeo. Oggi, coincidenza, inizia un altro torneo europeo in una Parigi che abbiamo ritrovato festosa, non ferita: il conduttore sfoggia tutta la sua arte oratoria per evocare quelle atmosfere da sogno che il calcio porta con sé.
Il conduttore accoglie gli ospiti in studio: Marco Tardelli, Ivan Zazzaroni e Katia Serra. A ciascuno di loro chiede un breve commento in merito alla partita: tutti concordano sull’aver visto un incontro sottotono, seppur per motivi diversi.
Partono gli highlights, che Insinna chiama però “immagini” facendo riferimento alla sua età non più giovanissima. Subito dopo, l’ingresso di Federico Balzaretti e Marco Civoli, di cui si ricorda la frase “il cielo è azzurro sopra Berlino” nel 2006. Entrano anche Arrigo Sacchi, Cesare Bocci e infine Marco Marzocchi.
Prima della puntata, era stato chiesto un pronostico ai presenti: Insinna raccoglie le buste. Quindi viene fatto calare uno schermo dall’alto e, come in una scuola con tanto di cattedra, il professore Balzaretti illustra le azioni principali della partita. Insinna, seduto alla scrivania, prende appunti.
In questa fase infatti, il timone viene lasciato a Marzocchi, che ricorda aneddoti sportivi e interagisce con gli ospiti. Insinna assume un ruolo particolare: rappresenta infatti gli spettatori meno esperti, tanto che non perde occasione per chiedere il significato di alcuni termini tecnici.
A Insinna spetta anche gestire i segmenti prettamente spettacolari: per esempio salutare la “delegazione rumena di miss colf”. Nella delegazione c’è Paola Minaccioni, che il conduttore intervista: la comica e attrice infatti, è figlia del massaggiatore ufficiale della Roma, per cui è cresciuta sui campi di calcio. Vengono mostrate alcune foto del papà Roberto con i calciatori della squadra.
Collegamento con Alessandro Antinelli da Casa Azzurri, per raccontare una Nazionale tenuta sotto stretta sorveglianza dal ct Antonio Conte. Un’ Italia “blindata”, sostiene l’inviato, in cui l’allenatore ha creato 23 Antonio Conte. Si prosegue con alcuni pronostici sui giocatori che scenderanno in campo nella nostra partita di debutto contro il Belgio.
In studio naturalmente si commentano le “suggestioni” di Antinelli. Viene però toccata una questione molto discussa nei giorni passati: è vero che questa nazionale sia la più scarsa di sempre? Per Zazzaroni si, mentre Balzaretti non è molto d’accordo perché convinto che ci siano delle qualità. Pure Tardelli non vede un team che possa intimorire gli avversari: “Ci manca qualcosa davanti”.
La discussione viene però smorzata da un break canoro: Serena Rossi insieme all’orchestra canta un medley di canzoni dle 1968, tra cui Azzurro.
Ogni tanto Insinna legge qualche tweet, ma senza smartphone o tablet: gli passano invece un ingombrante portatile.
Il prossimo ospite è Franco Selvaggi, che ricorda quanto alla sua epoca la marcatura a uomo fosse molto più stretta, rendendo il goal un’impresa davvero ardua.
Mentre una pentola è sul fuoco in un angolo dello studio, pare per una spaghettata a fine puntata, viene introdotta la mascotte di questo torneo: in memoria dei pronostici del polpo Paul, a Il grande match c’è la carpa Pea. Per il pesce, domani vince la Russia.
Mazzocchi riporta il programma sul calcio, con alcune ipotesi di acquisto delle principali squadre per la prosisma stagione. Il momento dura però poco: Insinna infatti propone subito un quiz, quindi i commenti della Gialappa’s a Francia-Romania. Nel frattempo, è ora di calare la pasta.
I titoli di coda scorrono al rientro dall’ultimo break pubblicitario: Insinna chiede ai presenti la loro opinione su Albania-Svizzera. La puntata si chiude qui: la telecamera inquadra gli ospiti avvicinarsi alla pentola per mangiare la pasta appena scolata.
Il grande Cannavaro!!!
L’amarezza non consiste nell’aver sbagliato il rigore da parte di Pellè e Zaza, ma dal modo superficiale con cui tali giocatori, ritenuti seri ed affidabili, da Conte che li ha convocati, hanno tradito la maglia azzurra che indossavano. In merito al rigore di Bonucci, essendo in porta un certo Neuer, io non avrei ribattuto il rigore in quanto ormai il tiro era prevedibile. Infine cari Pellè e Zaza imparate da Conte e dal Gruppo azzuro con qunto stile hanno lasciato alla gente ed ai social di portarvi il giusto conto.
Marco tardelli pensa di esserechi sa chi …ha vinto un mondiale ..82…ma non perito suo suo sicuramente.quando cantato i ragazzi di il grande match neache .applaude. ma chi crede di essere Maradona,pelè. Kruif….per me è abbastanza un pollo …si trova lì per caso…. grazie non aggiungo altro…