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Oggi lei è in una veste insolita: madrina d’eccezione per “La nostra festa”, un’iniziativa benefica a sostegno dei piccoli pazienti del Policlinico Umberto I.
Sì, una versione diversa, ma sempre accanto ai bambini, che sono una grande risorsa. Quando posso, sono felice di dare una mano per aiutare i più piccoli. Si tratta di un’asta benefica, organizzata per migliorare il reparto pediatrico del Policlinico Umberto 1 di Roma. Credo che tutte le mamme, non solo le conduttrici televisive, dovrebbero dare una mano in questo senso.
Quest’anno festeggia un traguardo significativo: 30 anni in Rai. Che bilancio fa di questa lunghissima esperienza?
30 anni sono davvero gran parte della mia vita! Un’avventura bellissima, con dei ricordi meravigliosi, quelli non belli sono stati pochi. In questi anni ho fatto molto più di quanto sognavo ed immaginavo. La Rai mi ha dato tantissimo, come credo di aver dato tanto anch’io all’azienda di Stato.
C’è qualche rimpianto?
No, perché ho fatto tutto quello che volevo fare e anche molto di più. Se penso di aver presentato un Festival di Sanremo da sola, credo sia il massimo che una conduttrice possa sognare.
Guardando alla stagione televisiva che sta per concludersi, oltre a “La prova del cuoco”, c’è stata l’ultima edizione di “Ti lascio una canzone”, che non verrà riproposto. Secondo lei cosa non ha funzionato?
Dovevamo rimodernarci un po’, visto che i programmi con i bambini funzionano moltissimo e noi siamo stati i primi. L’errore, di cui mi prendo tutte le responsabilità perché una conduttrice deve avere onori ed oneri, è che forse avremmo dovuto investire di più su bambini anche “stonati”, ma che avevano qualcosa da raccontare. Abbiamo peccato un po’ nelle storie, nel racconto, facendo uno show troppo canoro. Un po’ è colpa mia, forse non mi sono applicata: dovevo seguire “La prova del cuoco” a Cinecittà, con delle registrazioni anche faticose. Arrivavo il giovedì quando praticamente era tutto già fatto: non lo farei mai più. Ho imparato che quando bisogna realizzare un programma di lungo corso bisogna dire anche molti “no” e prendersi tante responsabilità. A dire il vero, non sono convinta che “Ti lascio una canzone” non si farà più. Credo sia un programma che vada riveduto e corretto, ma magari potrà essere riproposto tra qualche tempo.
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Cosa bolle in pentola per il prossimo anno?
Tante cose! Adesso mi sto impegnando a lavorare in un format nuovo, con delle idee nuove. È giusto anche che una conduttrice di lunga militanza faccia anche delle scelte diverse.
Nella sua carriera ha condotto tanti programmi di diverso genere, facendo un’incursione ad “Affari tuoi” qualche anno fa. Le piacerebbe tornare alla guida di un quiz?
Odio i quiz (sorride, ndr)! È l’unico tipo di programma che non condurrei mai, perché non è nelle mie corde, anche se mi piace molto vederli. Le spiego perché: quando conduco, ho bisogno di parlare tanto! In format del genere invece è necessario essere sintetici e poi devi aspettare la risposta del concorrente, cosa che a me non riuscirebbe.
Di recente l’abbiamo vista alla conduzione di “Sogno azzurro”: tornerebbe allo sport?
No, nel caso di “Sogno azzurro” si è trattato di un evento, che per me è stato molto bello. Magari potrò presentarne qualche altro in futuro, per qualche occasione particolare. Lo sport ha occupato gran parte della mia vita, ma di solito quando scelgo di concludere un percorso lavorativo, chiudo. Non torno mai “sul luogo del delitto”!