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È lo stesso Pietro Valsecchi a raccontare la genesi del progetto: “L’idea è nata insieme a Umberto Ambrosoli: sono storie di esempio per i giovani, di eroi che sono diventati tal loro malgrado. In passato abbiamo raccontato Paolo Borsellino, Aldo Moro, Maria Montessori: abbiamo ripreso questa linea”.
La parola passa quindi proprio ad Ambrosoli: “Questi quattro esempi sono quelli di persone che non si sono sacrificate, ma sono riuscite a mettere a fuoco le ragioni delle loro vita. Persone che se non si fossero comportate così, avrebbero avuto l’impressione di non vivere: Libero Grassi diceva che quando si paga il pizzo, ci si consegna nelle mani di altri. Sono ancore alle quali ci aggrappiamo per ricordarci cosa possiamo diventare, non persone che omaggiamo per le ingiustizie subite”.
Ancora Valsecchi: “ Recuperando le radici della fiction Mediaset, abbiamo scelto nomi non molto noti al grande pubblico, in un momento in cui invece è importantissimo diffonderli. Ci stiamo riappropriando del progetto iniziale di raccontare il paese. Ci saranno altri progetti di questo genere che caratterizzeranno via via le future stagioni televisive”.
I tvmovie sono stati realizzati con la disponibilità dei familiari. Parla ora Alice Grassi, figlia di Libero Grassi: “Mamma è venuta a mancare 15 giorni fa. Oggi spero che il suo messaggio continui a camminare, e affido a Pietro Valsecchi questo compito: a mamma questa idea era piaciuta”.
Quindi il figlio di Mario Francese: “Mio padre è stato un giornalista dimenticato per troppo tempo: ha iniziato ad avere giustizia dopo 30 anni. Ha scritto di una mafia work in porgress: afforntava le cronache a muso duro, dimostrando da che parte stava. Anche fisicamente, dato che nelle aule si schierava a favore delle procure. Subito dopo la sua morte, c’è stato un silenzio mortificante: una lapide di commemorazione è stata messa dopo ben 27 anni dall’associazione nazionale cronisti”. “Giuseppe -prosegue l’uomo parlando dle fratello- si è fatto giornalista per raccontare lui stesso il padre: poi, quando ha ritenuto che il suo compito fosse compiuto, se n’è andato in punta di piedi. Per me è un eroe”. Il riferimento è al suicidio del ragazzo, anche lui cronista al Giornale di Sicilia, e appena 12enne quando Mario francese venne assassinato.
Presente in conferenza anche la figlia di Rita Fonte: “ Un esempio di una madre-sposa- amministratrice: aveva solo 33 anni quando ce l’hanno portata via, al ritorno da un consiglio comunale con tre colpi di pistola. Noi la aspettavamo a casa. Si batteva contro al speculazione edilizia che avrebbe rovinato un’area mediterranea: è stato il primo omicidio di stampo mafioso in Salento, fino a quel momento considero un’isola felice. Ora quella zona è un parco, una delle 10 spiagge più belle”.
Graziano Diana porta i saluti della sorella di Manuela Loi, che non è potuta intervenire. “Manuela Loi è stata la prima donna poliziotto a cadere nell’adempimento del suo dovere: una ragazza di 24 anni che si è trovata in quei tragici fatti. dopo l’assassinio di Libero Grassi, si era trovata a piantonare la casa di Rita Grassi, ma anche a piantonare il mandante dell’omicidio all’ospedale”.
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Il lavoro è ancora in fase di scrittura: le riprese inizieranno verso novembre, mentre la messa in onda sarà tra marzo e aprile nel 2017. Valsecchi ha intenzione di proiettare i quattro film nelle scuole.Giulia Michielini sarà Laura Fonte, Giorgio Tirabassi interpreterà Libero Grassi e Marco Bocci Mario Francese. Per il ruolo di Manuela Loi invece, sono in corso i casting: si stanno provinando ragazze di circa 22 anni, perciò “sarà una sorpresa”.
“Quello che piacerebbe a me, è riuscire a raccontare queste persone non solo in quello che è successo –spiega Marco Bocci- ma coglierle anche nel privato, nella personalità. Sarà una grande responsabilità, perché ruoli come questi vanno al di là della capacità professionale”.
Il filone verrà ripreso per motivi economici, conclude Valsecchi: “Abbiamo dovuto abbandonarlo perché c’è stato un crollo drammatico degli investimenti pubblicitari, perciò, tra tanti sacrifici, abbiamo dovuto rinunciare a questo genere di tvmovie. Adesso però, vogliamo recuperare questo patrimonio della fiction di Canale 5: è forse lontano dal dna della tv commerciale, ma abbiamo l’obbligo di procedere lungo questa linea editoriale”.