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Si parte dalla Puglia, sul Gargano: Giacobbo si trova nel santuario di San Michele Arcangelo. Il conduttore ne percorre all’interno la scala angioina, scendendo al livello più basso della struttura. Sulle pareti vi sono scritte antiche e rune, segno dell’antichità delle popolazioni che vi arrivavano.
Il culto dell’Arcangelo Michele venne diffuso dai Longobardi, che ne esportarono l’adorazione perché vi riconobbero le virtù guerriere che riconoscevano in Odino. Si sviscera più a fondo la figura di San Michele Arcangelo, con dei santuari costruiti lungo una specifica linea immaginaria.
Il viaggio continua a Cosenza, dove è custodito un tesoro di tonnellate d’oro e d’argento. Si tratta del tesoro che Alarico, re dei Visigoti, avrebbe sottratto a Roma: la leggenda vuole che sia stato seppellito nella città calabrese. Un’esperta spiega che Alarico è sepolto nel letto del fiume, e che è possibile il suo tesoro si trovi neille vicinanze. Elmetto in testa, il conduttore si avventura alla ricerca di indizi sul tesoro: seguito dai fedeli Fabio e Marco, con tanto di camera sulla spalle, si abbarbica per salite e pareti rocciose.
Alarico era cristiano, perciò non incendiava né distruggeva chiese: piuttosto preferiva rivolgersi contro i simboli dell’anima latina. L’acqua è un elemento primordiale in tutte le culture: i grandi guerrieri venivano lavati, purificati e sepolti nell’acqua: Alarico si ammala dopo il saccheggio di Roma, ed è un corpo da purificare. Nella zona di Bisignate si trova la porzione di terra inteessata dal seppellimento.
Il leggendario tesoro sarebbe il suo bottino di guerra, come avveniva per i grandi condottieri.
A bordo di un elicottero, Giacobbbo si sposta ora in Basilicata. Sul velivolo della guardia forestale, sorvola un sito su cui potrebbero aver convissuto uomini e dinosuri. Eccoci quindi ancora in Calabria, al museo Sauro di Grifalco. Alcuni reperti custoditi qui risalirebbero agli Enotri e ai Pelasgi. Ma è ora di uscire, per andare alal scoperta dell’elefante della Sila: una scultura proveniente da un monolite. Ma sono mai esistiti elefanti in Italia? Un paleontologo azzarda che, forse, potrebbero aver abitato queste terre 10mila anni fa.
Ci si interroga sulla presenza di dinosauri, estintisi milioni di anni prima degli uomini. A Giacobbo però, il dato non basta: lui sta ipotizzando che alcune testimonianze di una convivenza con gli uomini esistano. Analisi e prove “sorprendenti” andrebbero in controtendenza rispetto alla scienza, ma niente di appurato.
Si cambia quindi argomento: la reincarnazione. Numerosi fonti ci raccontano che Pitagora fu iniziato a questo tipo di conoscenza: le sue toerie, sviluppate in Calabria, si sono diffuse in tutto il mondo. A questo proposito, si vola in Inghilterra per parlare delle sorelle Pollock. La vicenda sarebbe una testimonianza di reincarnazione, perché una volta morte le due bimbe, altre due bambine hanno iniziato a somigliare sempre di più alle piccole: erano le sorelle. Ma Giacobbo non si dà per vinto: i genitori hanno iniziato a credere alla reincarnazione, nonostante le dirette interessate, una volta grandi, hanno dichiarato di non sentirsi reincarnazione di nessuno.
Altro caso, quello del piccolo James Leininger, che a soli otto anni raccontava di battaglie aeree. Si chiama come un giovane soldato morto all’età di 21 anni: di quello scontro aereo, James rivelava i dettagli. Oggi 18enne, Giacobbo lo intervista: il ragazzo ricorda quando ha incontrato degli uomini, di cui conosceva i nomi senza averli incontrati. Erano i compagni militari del 21enne caduto in guerra.
La puntatasi conclude qui, dopo un breve accenno all’epigenetica.