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Per primo viene data al parola ad Alfredo Pulzello, che lavora all’ospedale Saronno, provincia di Arezzo, conoscente del Dottor Cazzaniga, autore dei terribili omicidi perpetrati in quell’ospedale.
“La cosa che mi fa più male è tornare a casa e leggere un titolo Mediset che ci etichetta come l’ospedale della morte” racconta Pulzello in merito alla sua esperienza all’ospedale di Saronno che definisce come “casa sua” per la dedizione e l’impegno della sua professione che svolge lì dal 1990.
Il discorso verte su come all’interno di un ospedale ci possa essere qualcuno che si definsce “angeli della morte” e che nessuno si accorga di quello che succede.
Sembra che la “prova” di questo amore malato del Cazzaniga verso la compagna, sia stata l’aver condiviso la psicopatia di lei. Probabilmente i due soggetti, separati uno dall’altro non sarebbero stati pericolosi, si ricorda infatti la vicenda di Erica e Omar.
La parola passa a Mario Tozzi, sismologo esperto: “Non siamo abituati a pensare ai terremoti come fenomeni naturali, ma li attribuiamo sempre al fato, agli dei. L’italia è un paese altamente sismico, dovremmo avere più memoria di questo ed esercitarla”.
Il problema si orienta sulla questione Giappone, dove i terremoti non spaventano più, perchè tutte le città sono costruite a misura di terremoto e si pensa a quanto l’Italia dovrà crollare prima che si prendano seri provvedimenti.
Qualcuno fa notare che, forse, non c’è differenza tra chi uccide in ospedale e i costruttori che non si preoccupano di utilizzare le provvedimenti antisismici. Sono assasini entrambi.
Ricordando l’acquisto delle stelle di natale in favore dell’AIL, Costanzo fa partire un applauso per Franco Mandelli, il dottore che ha ideato questa inziativa e si impagna ogni giorno per la lotta alla leucemia.
La comicità di Antonio Giuliani introduce i terremoti dell’anima, come la nascita di un figlio.
Costanzo, dà la parola a Stefano De Martino, ballerino e ex marito di Belen Rodriguez che ci racconta la mancanza, sentita in particolare sotto Natale, della famiglia ma, avendo un pò superato le varie fasi di elaborazione del lutto ci dice “preferisco aver subito un terremoto dell’anima piuttosto che vivere apaticamente”.
Assenze e presenze sulla tavola delle festività, Gino Paoli le scrive da una vita e racconta il suo Natale con la famiglia numerosa, un’occasione non religiosa, ma per ritrovarsi con tutti. “Le assenze sotto natale diventano presenze, per me il Natale è un periodo di serenità”.
Viene accolto in studio il Maestro Danilo Rea, per accompagnare al piano Gino Paoli che intona “Il nostro concerto” di Umberto Bindi per poi emozionare tutto il pubblico con un classico che attraversa le generazioni, ” Questa lunga storia d’amore” che riceve una standing ovation.
Costanzo, che sotto le feste si dichiara in vena di confidenze, racconta la sua prima intervista a Gino Paoli. Da allora non si sono più persi di vista, sono passati sessant’anni.
Alvaro Vitali, storico interprete di “Pierino”, racconta i suoi primi terremoti quando fù Federico Fellini a scoprire il suo talento. Intanto Gloria Guida fa notare che Elio Pandolfi, indossa proprio la sciarpa con le iniziali di Fellini.
Parte il video di una puntata del 1985 alla quale partecipò Dario Fo interpretando la storia di Cappuccetto Rosso, stasera infatti, ospite in studio c’è Jacopo Fò, il figlio del Premio Nobel.
“E’ stato bellismo esser il figlio di Dario Fò e Franca Rame, mi hanno insegnato il valore dei rapporti umani. Ma è stato anche un pò traumatizzante perchè a sette anni andavo a scuola con la scorta per via di alcune minacce ricevute” racconta proprio Jacopo Fò.
Si parla di passione Gino Paoli pensa che sia qualcosa che si è fortunati ad avere, la maggior parte delle persone fa le cose per farle.
Jacopo Fò invece dice, concitatamente, che una vita senza passione non vale la pena di essere vissuta.
“Interrogatevi quanti di voi voglino fare gli attori, se questa sia la vostra vera passione, altrimenti andate a fare i ragionieri” esordisce Costanzo.
Entrano i Ronca, musicisti esperti in “posteggia” che dedicano ” Tu si na cosa grande” ad una coppia presenta tra il pubblico.
E dopo il momento musicale interviene di nuovo Antonio Giuliani sdrammatizzando sulla vita familiare e il rapporto con le suocere.
Gloria Guida racconta la scelta del marito, Jhonny Dorelli, di non comparire più sulle scene televisive, dopo una vita di successi canori. Si rimescolano le carte e si ritorna al disocrso della passione, alla saturazione delle scene e alla voglia ritirarsi senza “farsi rubare più troppa vita” come dice Gino Paoli.
Nei momenti finali della puntata si presentano Eugenia, Luca e Daniele, tre ragazzi affetti da sindrome di down che partecipano al Centro 21 di Riccione, associazione nata nel 1993 a Bologna, formata da familiari di persone con sindrome di down, raccontando le attività svolte nel centro e i termini per fare beneficenza.
A suon di orchestra parte l’ultima passerella per il finale di stagione di questa edizione autunale del talk show più longevo della tv italiana.
Dopo gli auguri di un sereno Natale si chiude il sipario sul Maurizio Costanzo Show 2016.