In ogni puntata vengono intervistate persone normali, prevalentemente incensurate, che si trovano catapultate all’improvviso in un vero e proprio incubo. Accusati di reati che non hanno mai commesso hanno dovuto percorrere una lunga strada di sofferenza e iter processuali per dimostrare la propria innocenza. Noi vi abbiamo già anticipato le storie che Matano racconta nella prima puntata di sabato 7 gennaio. Adesso vi raccontiamo in anteprima le vicende protagoniste del secondo appuntamento, in onda sabato prossimo 14 gennaio nella medesima collocazione oraria della prima serata di Rai 3. {module Pubblicità dentro articolo 2}
Alberto Matano incontra Giuseppe Gulotta e Vittorio Raffaele Gallo.
Gulotta è finito in carcere con l’accusa infamante di aver ucciso due carabinieri nella caserma di Alcamo. Condannato all’ergastolo, soltanto dopo aver subito 9 processi e 22 anni di carcere, è stato assolto. La sua confessione gli era stata estorta con la tortura. Alberto Matano ascolterà il lungo racconto dell’uomo che era stato arrestato all’età di 18 anni. Oggi ne ha 57 ed ha vissuto alternativamente periodi di galera e di semilibertà fino alla condanna definitiva. Matano racconterà di questa vita letteralmente spezzata. Del caso si era occupato anche il programma “I Cacciatori” condotto da Pablo Trincia e Valentina Petrini di cui è andata in onda la prima delle due puntate lo scorso 3 gennaio su NOVE, canale free del digitale terrestre del gruppo Discovery. {module Pubblicità dentro articolo}
L’altro personaggio di cui si occuperà questa sera Alberto Matano è Vittorio Raffaele Gallo che ha perso letteralmente tutto dopo un’accusa altrettanto infamante che lo ha fatto precipitare in un incubo terribile. La colpa di cui era stato accusato era di aver fatto da basista in due rapine avvenute presso l’ufficio postale in cui lavorava.Licenziato, è stato abbandonato anche dalla moglie che naturalmente non ha creduto alla sua innocenza e lo ha sbattuto fuori di casa cambiando la serratura dell’appartamento. Così l’uomo è stato costretto a chiedere aiuto alla Caritas facendo lavori durissimi r molto umili soltanto per sopravvivere quotidianamente. L’ingiustizia subita gli ha logorato la salute ed oggi vive soltanto di una piccolissima pensione sociale.
Il programma si avvale dell’ausilio di filmati, ricostruzioni fiction, interviste e materiali di repertorio che servono per la documentazione dei singoli casi trattati. Come vi avevamo anticipato infatti, il racconto attraversa tre distinte fasi della vita dei protagonisti: il periodo che precede l’arresto, la detenzione in carcere e tutto l’iter giudiziario fino alla scarcerazione perché è stata riconosciuta l’innocenza. I protagonisti stessi intervengono in studio e aggiungono al racconto e alla ricostruzione della propria vicenda episodi personali non presenti nelle cronache giudiziarie.