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Lunghissima l’introduzione: una carrellata dei big in gara, con tanto di “momenti confessionale”, passerella e dietro le quinte.
Superate le nove e un quarto, ecco che la kermesse si accende: immagine in bianco e nero, Tiziano Ferro omaggia Luigi Tenco in Mi sono innamorato di te. A 50 anni dalla sua morte, il ricordo del cantautore emoziona il pubblico.
Entra Conti, che annuncia presto la compagna Maria De Filippi. Di nero vestita, con un abito lungo trasparente nella parte inferiore, la De Filippi ringrazia siail conduttore che l’editore per averle permesso di esserci. E proprio la De Filippi annuncia il primo campione in gara: Giusy Ferreri con Fatalmente male, brano che ricorda alcuni suoi vecchi successi.
Il secondo è Fabrizio Moro con Portami via. Il pezzo è intenso, come nello stile del cantatutore romano: una canzone d’amore in cui si grida di essere portati via dalle brutture della realtà.
Carlo Conti ironizza sul rifiuto della de Filippi di scendere le scale. La conduttrice allora, fa quel che le è più congeniale: sulle scale va a sedercisi. I due chiamno sul palco Raoul Bova: l’attore presenta la terza cantante, Elodie con Tutta colpa mia. Questa è la canzone che contiene più volte in assoluto la parola “amore”: l’ex “amica” di Canale 5 propone un brano in cui l’impronta della Marrone è riconoscibilissima.
Quasi come fosse una storia di C’è posta per te, vengono introdotti gli “eroi” della quotidianità: vigili del fuoco, poliziotti, carabinieri, guardie di finanza. Un nutrito gruppo, tutti con le divise addosso, raccontano le operazioni di salvataggio al Rigopiano e, più in generale, le varie operazioni di soccorso alla popolazione. Un momento per rispondere alle facili polemiche, ma pure un segmento che spezza il ritmo della serata ricorrendo a una retorica “nazional-solidale”. Viene riaperta la raccolta fondi. Pubblicità.
Tocca ora a Lodovica Comello con Il cielo non mi basta. La canzone ha un impianto molto classico: da un personaggio come la Comello, ci si aspettava forse qualcosa di più brioso. Interpretazione pulita.
Dopo la Comello, intervento di Maurizio Crozza: collegato con i conduttori, il comico fa praticamente una cipertina per Floris, senza rinunciara alle battute sulla politica. E in quanto fiorentino, dà un consiglio a Conti: “Non personalizzare mai il Festival“. Poi fa riferimento alla polemica di Matteo Salvini: “Ha ragione a dire che dovresti dare il tuo compenso ai terremotati: ha ragione. Io però ai terremotati darei pure il suo. Ma poi che lavoro fa Salvini? Uno pagato dall’Europa per dire che dobbiamo uscire dall’Europa”. Il monologo prosegue passando per la Raggi, paragonando Roma a una Gotham City in cui il Joker “ha in mano le carte e Batman è bloccato sulla tangenziale”. Infine il saluto: “Vi ricordo che il Festival è in Eurovisione. Proprio per vendicarci dell’Europa”.
Anticipata dagli applausi, Fiorella Mannoia: il brano si intitola Che sia benedetta. A primo impatto, in alcuni passaggi ricorda molto il pezzo con cui Roberto Vecchioni vinse nel 2011.
Alessio Bernabei si esibisce con Nel mezzo di un applauso: il pezzo mira chiaramente, come si dice in gergo, ad essere “radiofonico”. Diverse stonature.
Seconda uscita sul palco per l’ospite Tiziano Ferro: prima si esibisce il singolo Potremo ritornare, poi Il conforto insieme a Carmen Consoli.
La gara riprende con Al Bano. Di rose di spine è il consueto pezzo a cui il cantante pugliese ci ha abituaqto negli anni: stavolta però incredibilmente, persino lui stona. Al termine della performance, è incredibilmente rosso in viso: evidentemente lo sforzo vocale è stato alto. Prima del break pubblicitario, Conti ricorda Claudio Villa.
Rientra Raoul Bova, membro di un’associazione impegnata nella ricostruzione dei luoghi terremotati: l’attore si lascia andare all’immancabile tirata sull’Italia Paese generoso che sa solo parlarsi male addosso.
Ancora una volta, la De Filippi sfrutta Bova come “valletto”: tocca a Samuel con Vedrai. Piatto, senza infamia né lode: sembra un pezzo scartato dai Subsonica.
Intermezzo con Paola Cortellesi e Antonio Albanese, che promuovono il loro film con una canzone che cita i titoli delle vincitrici sanremesi.
Ron porta all’Ariston L’ottava meraviglia. Canta “l’ottava meraviglia siamo io e te”: Jovanotti almeno scomodava il Big Bang.
I conduttori ospitano Giorgio e Francesca, due giovanissimi che hanno fondato Mabasta. Si tratta di un’associazione che lotta contro il bullismo: Conti fa urlare “Ma basta” al teatro.
Decimo campione in gara, Clementino: Ragazzi fuori. Il rapper racconta i ragazzi soli “nell’ era delle menzogne”, da “scrivere sui muri della mia città”.
A portare un po’ di brio all’Ariston ci pensa Ricky Martin: il medley delle hit passate fa ballare tutti, dai vip in prima fila alle balconate. Un po’ amarcord un po’ villaggio vacanza, ma almeno ci si diverte.
Undicesimo e ultimo big, Ermal Meta: Vietato morire è sugli abusi, Meta canta “ricordati di disobbedire” a un bambino che subisce violenza perché “l’amore non colpisce in faccia mia”. E ancora: “figlio mio, ricordati l’uomo che diventerai”. Finora il testo più impegnato della serata.
Riassunti i codici per votare, Conti spiega che gli ultimi tre non si esibiranno durante la serata delle cover, ma si confronteranno con gli lultimi tre che si classificheranno domani. In attesa di conoscere il verdetto, Diletta Leotta.
La giornalista di Sky scende la scalinata indossando un abito dallo spacco molto vertiginoso -e la memoria corre a note farfalline- che sposta continuamente con la mano per mostrare bene la gamba. Tutto ciò mentre fa il discorso sul cyberbullismo subìto, mentre lancia il messaggio di incoraggiamento alle ragazze che subiscono ritorsioni e violazione della privacy.
La puntata volge ormai al termine: Ubaldo Pantani imita Bob Dylan, Rocio Munoz Morales, Clean bandit, gli altissimi atleti Valentina Diouf e Marc Cusin. Immancabile poi la rassegna stampa di Rocco Tanica dalla sala stampa dell’Ariston.
A dieci minuti dall’una di notte, ecco i nomi dei tra a rischio eliminazione: Clementino, Ron,Giusy Ferreri. Linea al Dopofestival.