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Rubio è oggi a Chioggia, tra mare e laguna: è qui che inizia la sua ricognizione di finger food del posto, cioè il cibo che si mangia con le mani. Incredibile a dirsi, ma a Chioggia fanno la Torta Chiesola, un dolce con un prodotto tipico del posto: il radicchio.
Continua la sua ricerca di qualcuno da sfidare; va al porto, dove mangia i gamberi in saro, cioè conservati con aceto e uvetta. Si tratta di una conservazione ebraica, spiega lo chef.
Si passa poi al brodetto, ma Rubio non è ancora convinto sul da farsi: al porto comunque, i Laguna Brothers “se sò guadagnati una possibilità“. Ad ogni modo, meglio fare prima un giro al mercato; è qui che arriva un’ispirazione: il baccalà mantecato.
Nel ristorante di Roberta, detta La Maestra, Rubio rimane colpito “ar core” dal suo baccalà, ma la scelta del piatto sfida, alla fine, ricade sul brodetto. La decisione è stata sofferta, tanto che è addirittura servita una profonda riflessione seduto in riva al mare.
Si parte dunque con la ricerca degli ingredienti, ma è tardi: in orario di chiusura, il mercato ittico non è molto fornito. Bisogna allora seguire un pescatore in mare per procurarsi le bevarasse, cioè delle vongole che una volta erano il piatto dei poveri.
Colonna sonora orientale in sottofondo, con un montaggio degno di un film sui supereroi, Rubio indossa la divisa nera da chef sfoggiando per l’ultima volta i suoi tatuaggi.
La sfida avviene nella Valle dei sette morti, luogo leggendario di Chioggia; si tratta di uno spazio in mezzo alla laguna che Rubio ha definito “palafitta”.
Intanto, durante la preparazione del brodetto, i Laguna Brothers se la ridono; il nostro però ha un’arma segreta, la polenta bianca di mais mostratagli dalla Maestra. Un’arma che gli permette di convincere la giuria reclutata per le strade, che decreta così la vittoria del re dell’unto e bisunto televisivo.
La seconda stagione del programma di Dmax si conclude dunque qui; su Twitter già qualcuno ne sente la mancanza.
Lontano dagli chef blasonati e dai piatti curati al limite del maniacale nell’aspetto, Gabriele Rubini, ex rugbista, ha portato sul piccolo schermo il cibo da strada nella sua declinazione più popolare, cioè quello preparato nei chioschi e nei locali non stellati delle varie zone d’Italia. Il suo è stato un viaggio per il Paese alla scoperta di sapori fortemente radicati sul territorio, di una variegata tradizione alimentare che attraversa lo stivale, diversa di provincia in provincia.
Pensato per un target maschile come quello di Dmax, il successo di Unti e Bisunti è stato tale da rendere Rubio persino protagonista di un fumetto edito da Star Comics. Siamo già in attesa della terza stagione.