Delle gemelline Alessia e Livia Schepp, sottratte dal papa’ svizzero, le tracce si perdono tra Svizzera, Corsica e Italia. E’ qui, infatti, che si conclude il folle viaggio di Matthias Schepp, il padre, che alla stazione di Cerignola finisce sotto un treno. Le due bimbe sono state viste l’ultima volta intorno alle 13 del 30 gennaio a Saint-Sulpice, sobborgo a 5 km da Losanna (Svizzera). Avevano trascorso la mattina a casa di amici di famiglia. Il padre, Matthias Kaspar Schepp, è andato a prenderle per portarle nella sua villetta.
{module Google richiamo interno} Le gemelle avevano trascorso il fine settimana affidate a lui, separato dalla moglie che viveva con le figlie non lontano dalla sua abitazione. Da quel momento delle due bambine si sono perse le tracce. Il padre risulta aver passato la frontiere con la Francia la sera del 30 gennaio ad Annecy. Il 31 gennaio ha inviato da Marsiglia una cartolina alla moglie, Irina Lucidi, senza fare cenno alle figlie. Nella città francese ha ritirato circa 7500 da alcuni sportelli bancari ed ha acquistato tre biglietti per il traghetto Marsiglia-Propriano, in Corsica. Il 3 febbraio avrebbe pranzato in un ristorante di Vietri sul Mare (Salerno). Intorno alle 23 dello stesso giorno, Matthias Schepp si è tolto la vita in Italia, lanciandosi sotto il treno Eurostar Milano-Bari in transito alla stazione di Cerignola (Foggia). Davanti alla stazione è stata trovata la sua auto ma nessuna traccia delle figlie.
Anche Denise Pipitone, il primo settembre 2004, quando viene rapita mentre gioca davanti casa a Mazara del Vallo, ha appena 4 anni. Oggi sarebbe una adolescente. La madre Piera Maggio ha sempre lottato per trovare la figlia e continua a sperare. Il corpo della piccola, infatti, non è mai stato trovato. Denise Pipitone era sparita dal marciapiede davanti alla porta di casa dove stava giocando. Così la nonna, alla quale la bimba era stata affidata dalla madre, ha raccontato come si è accorta della sua scomparsa, avvenuta intorno a mezzogiorno dell’1 settembre scorso a Mazara del Vallo (Trapani) in via Domenico La Bruna, una piccola traversa della più larga e trafficata via Castagnola, vicina all’autostrada. Appena svoltato l’angolo della strada abita una zia della bambina che ha riferito di averla vista intorno alle 11,45 e poi tornare verso casa. La madre di Denise Pipitone ha riferito che la piccola non si fidava degli adulti che non conosceva e che difficilmente di sarebbe fatta avvicinare.
{module Google richiamo interno} Sara Scazzi, 15 anni, si fidava della cugina e degli zii. Erano la sua famiglia. Ma è stato proprio lo zio a nascondere il cadavere della ragazzina nel pozzo, e la cugina Sabrina con la zia Cosima sono state condannate per averla uccisa.Sono state depositate, undici mesi dopo la condanna, le motivazioni della sentenza di primo grado per l’omicidio di Sarah Scazzi con cui è stato inflitto l’ergastolo alla cugina Sabrina Misseri e alla madre Cosima, attualmente detenute. “Chi l’ha visto?” è andato anche a sentire Michele Misseri, che per coprire moglie e figlia, si era accusato di aver ucciso Sarah. Condannato a 8 anni per concorso nella soppressione del cadavere della nipote e per furto aggravato del suo cellulare, ha l’obbligo di rientrare a casa alle 19 e di restarci fino alle 6 del mattino.
La storia di Alessia e Livia Schepp- ha la regia di Cesare Squitti, quella si Denise Pipitone è firmata da Chiara Cazzaniga. La storia di Sara Scazzi è stata curata dal regista Gianvito Cafaro.
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