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Ed è indirizzata difatti ai giovani, alla cui quasi totalità, oggi, il nome del padre fondatore dell’Europa Unita Altiero Spinelli non dice nulla o quasi. Né essi immaginano che quei partigiani, idealisti dal coraggio leonino, erano ragazzi come loro, che si chiamavano Eugenio Colorni o Ernesto Rossi o Sandro Pertini o Pietro Secchia.
Ragazzi che passarono la giovinezza in carcere o al confino per opera del Fascismo, senza mai cambiare le loro idee democratiche, sapendo che ciò significava fame, freddo, malattie, soprattutto isolamento da tutto e tutti, terrore dei bombardamenti e paura della morte imminente.
La fiction è incentrata sull’isola di Ventotene, rocciosa e arida, come anche il libro “Un’isola” (del 1983) di Giorgio Amendola era incentrato su Ponza: le isole simboleggiavano appunto l’isolamento, l’allontanamento dagli uomini, dalla vita, dalla società cosa che secondo tutti i regimi dittatoriali finisce per spegnere ogni resistenza e ogni reazione dell’individuo.
A Ventotene visse negli anni ’40 in regime di confino un gruppo di giovani dissidenti, antifascisti irriducibili, comunisti, anarchici, e la fiction ne segue le vicende sino alla liberazione, ai voltagabbana dei più violenti dei Fascisti e alla realizzazione del progetto di Europa Unita del 1984, da essi – specie da Altiero Spinelli – fermamente voluta e perseguita.
Il regista Alberto Negrin è stato il grande attuatore dell’idea: “E’ stato uno dei film più difficili che mi sia accaduto di scrivere e dirigere – afferma – Nel momento più buio della nostra storia, un pugno di giovani con la loro passione per la verità e la giustizia, la loro capacità di restare immuni da ogni calcolo personale, si sono trasformati in giganti invincibili e immortali. Nell’isolamento hanno anticipato misteriosamente il futuro, ideando un’Europa sopranazionale, senza barriere e con leggi comuni. Nulla ho dovuto inventare per dipingere la storia di questi moschettieri, partendo da lettere e biografie e ritengo – ma non solo io – che questa fiction sia necessaria per le nuove generazioni alle prese con i nemici di oggi, la mafia, la camorra, la ndrangheta”.
Due anni di lavoro: ed ora tutto il cast era lì, nella platea del cinema Barberini per la presentazione della fiction “controcorrente”, alla presenza partecipe e tutt’altro che silenziosa degli alunni delle maggiori scuole superiori di Roma, convocati dall’AGIS Scuola. E, tanto per confermare a quanto sono abituati (anche ahimè dalla TV), i primi applausi scoppiavano quando due protagonisti si baciavano (seppur castamente): poi però, a conferma anche dei sentimenti che alla fine i ragazzi sentono dinanzi ad un lavoro serio, gli applausi sono venuti fuori nei momenti salienti del dramma e nel trionfo (lo era un pochino!) finale della giustizia.
“Un mondo nuovo”, con il suo scopo di far conoscere le origini dell’Europa e di far affezionare la nuova generazione alla politica, passa ora al giudizio del pubblico: i giovani attori Vinicio Marchioni nel ruolo di Spinelli, Orlando Cinque in quello di Colorni, Peppino Mazzotta nella parte di Ernesto Rossi, Isabella Ragonese in quella di Ursula Hirschmann e gli altri, hanno avvertito la responsabilità dei ruoli, non hanno sentito di ‘fingere’ recitando, e si sono calati nelle parti sino a fare con esse tutt’uno.