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Ma ora per il 23enne cantante di Tarquinia (Roma) è iniziata una nuova avventura. Da solista. Sancita dalla partecipazione al Festival di Sanremo 2016 con il brano Noi siamo Infinito (prodotto dalla Warner), che dà il titolo anche al su primo album da solista in uscita l’8 aprile.
Alessio, com’è questo primo album tutto tuo?
È un album nuovo, diverso dai soliti canoni italiani, con un sound che si ispira al mondo da cui arrivo. È un album molto sperimentale, in cui presento una mia nuova faccia. Sono rimasto quello che ero, con lo stesso timbro vocale, le stesse influenze, lo stesso modo di stare sul palco, ma ho una nuova veste. La mia voce ha esplorato mondi diversi: sono nato in una band punk-rock, poi mi sono avvicinato a sonorità internazionali, d’Oltreoceano. Questo album sono proprio io, lo sento mio, anche perché cambia sound, spazia dal pop al rock, all’elettronica strizzando l’occhio alle sonorità oltreoceano. È un nuovo capitolo della mia vita. In esso c’è l’Alessio Bernabei con il suo cuore.
E com’è il nuovo Alessio Bernabei?
Un artista che riparte dal basso per diventare più forte di prima. Dalla mia cameretta ero passato al tutto esaurito del Forum. Ora si riparte: se prima c’era freddezza nel mio modo di cantare, ora invece si sente l’anima, il calore. È da qui che sto ripartendo. Anche scrivendo due testi: Fra le nuvole e Orgoglio e verità.
Come è stato realizzare questo disco?
Per la prima volta ho partecipato al lavoro di questo album a 360°: non solo in studio, ma proprio a tutta la sua creazione. Ma che fatica (ride, ndr)! A fine giornata volevo battere la testa contro il muro. Entrare in un brano che sembrava apparentemente semplice è stato complesso perché ho esplorato timbri mai esplorati prima dalla mia voce.
Sfatiamo il mito che fare il cantante sia figo?
Fare il cantante è un lavoro figo in effetti, ma non è stare in giro, avere donne come credono in tanti. A livello mentale ti consuma tante energie. È un lavoro duro come tanti altri.
Credi sia stato un azzardo lasciare una band così amata dal grande pubblico?
Ho fatto un azzardo, ma sono tranquillo, perché sono sicuro la verità arriva sempre. Insieme non si poteva più stare, non c’era più il benessere… Gli equilibri non andavano, e se non si va d’accordo a livello personale, tutto si ripercuote sul lavoro. Così abbiamo deciso di prendere strade diverse. È stata una scelta difficile, certamente, e ho dovuto fare un gran lavoro su me stesso. L’esperienza con i Dear Jack è definitivamente archiviata, ho cancellato quello che sono stato, rimanendo però legato a me e al mio passato.
Mai avuto paura di questa scelta?
Il mio futuro era un punto interrogativo. Da solo ho anche pensato di non farcela. All’inizio è stata molto dura, ero il cattivo, quello che lasciava tutti. Sono stato condannato a morte sui social. I fan poi hanno capito la mia voglia di esprimermi, il mio bisogno di fare un percorso tutto mio.
Qual è stato il momento più difficile, se c’è stato, di questo nuovo percorso da solista?
Sicuramente il momento iniziale, quello dello stacco. Guardavo il futuro e mi domandavo: che ne sarà di me?
Cosa ti ha detto Maria De Filippi quando le hai comunicato di voler intraprendere la carriera musicale da solista?
Mi ha suggerito di seguire il mio cuore, ha assecondato le mie scelte. Lei per me è come una mamma. E come tale è sempre presente.
A Sanremo hai incontrato i giudici di X Factor. L’avresti mai detto?
Trovare Morgan, Arisa ed Elio come colleghi all’Ariston è stata una vera rivoluzione. Incredibile. Morgan e Arisa non si ricordavano affatto di me.
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Alle porte c’è il tuo tour da solista. Come sarà? Cosa porti con te sul palco, ora che una band non ce l’hai più?
Sicuramente mi porto sul palco il mio passato, testi a cui sono molto legato Domani è un altro film, ad esempio. E poi tirerò fuori quello che sono adesso: posso esplorare mondi che prima non avevo mai esplorato, mi divertirò molto. Suonerò molti bravi, sarò un artista che si cimenta in tutto. Sono felicissimo di iniziare dal live perché sono vita, ossigeno e danno all’artista di esprimere il massimo di sé. È una partita che giochi, non stai mai in panchina.
Prossimo sogno da realizzare?
Spero un giorno di riuscire a scrivere un album tutto da solo, di esprimermi per me stesso, di diventare un cantautore e non solo un interprete. E di scrivere brani anche per altri artisti.