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Parte con queste premesse Flight 616, il nuovo reality di cui è andata in onda la prima puntata giovedì 12 maggio su Italia 1. Un appuntamento dalle tante promesse e dalle accattivanti premesse: la conferenza stampa fatta all’aeroporto di Milano Linate, coppie di concorrenti giovani, formate da aitanti maschi e belle ragazze che zaini in spalla, devono viaggiare da un capo all’altro del mondo per un totale di 45 mila chilometri. Ma attenzione: per guadagnare il biglietto che li condurrà, di meta in meta, devono sottoporsi a prove di varia difficoltà.
Quelle che abbiamo visto nella puntata d’esordio sono state le solite raccapriccianti “abbuffate” di scorpioni, orridi animaletti e insetti vari. Possibile che un reality non riesca a partorire un’idea originale e peschi esclusivamente dal fondo del barile di show già visti e rivisti? Possibile che una pletora di autori non abbia neppure tentato di conferire una parvenza di novità ad uno show che, invece, fin dalle prime immagini, è apparso l’ennesima copia di prodotti già andati in onda? E, ancora una volta, il riferimento a Pechino Express è evidente, con qualche pizzico di Uomini e donne nella composizione delle coppie e persino qualche atmosfera da naufraghi.
Non solo: la banalità, sempre in agguato, è esplosa dappertutto, in ogni fase del programma. Quando non facevano ricorso a prove disgustose, gli autori hanno tirato in ballo giochini quasi infantili che assomigliavano tanto alla caccia al tesoro, ovvero la rincorsa ad indizi che avrebbero aiutato i “passeggeri” ad andare avanti.
Si chiamano proprio “passeggeri” i partecipanti al reality, perchè si spostano in aereo, per differenziarli dai “viaggiatori” di Pechino e dai naufraghi della Marcuzzi.
La prima tappa da cui Flight 616 è partito è stata Bangkok: le immagini dei templi, dei Budda, dei mercati alimentari non erano nuove ai telespettatori. Dejà vu.
Certamente Paola Barale non è Costantino Della Gheradesca. Non ha, innanzitutto, il suo sense of humour. La conduttrice, al colmo della soddisfazione di essere di nuovo al timone di un programma tutto suo, è incappata in molte ingenuità. Ha tentato di imprimere al programma un ritmo svelto e incalzante ma è stata, purtroppo, bloccata dal montaggio che ha ignorato molti particolari non cogliendo gli aspetti principali di quanto accadeva e soffermandosi su banalità.