Il pluristellato chef e patron del ristorante Villa Crespi ritorna in azione per rispondere alle richieste d’aiuto provenienti da ristoranti e trattorie di tutta Italia. In questa edizione si confronterà con realtà molto particolari, come lo staff de A’ Lanterna, il celebre ristorante della Comunità di San Benedetto al Porto, fondata da Don Andrea Gallo a Genova, protagonista della prima puntata insieme al ristorante Sabatino di Anguillara Sabazia (Roma).
In ogni puntata, Chef Cannavacciuolo analizzerà con la proprietà e lo staff del ristorante i problemi che hanno portato l’attività vicino al fallimento per poi offrire soluzioni efficaci su tutto: dalle voci del menu, all’arredamento dei locali, dal servizio alla gestione del personale. E, a modo suo, con grandi pacche sulle spalle, duro lavoro tra i fornelli e tanto entusiasmo in sala, troverà una soluzione per tutto.
Nelle situazioni più critiche, lo Chef inviterà tutto lo staff del locale ad andare oltre alla propria “comfort zone”, costituita dalle mura del locale, trascinando titolare e personale verso luoghi inaspettati: un istituto per ciechi, un molo, una cava di marmo – per metterli realmente alla prova, costringendoli a confrontarsi tra loro per superare prove impegnative, sia dal punto fisico che emotivo.
In questo modo Cannavacciuolo evita la chiusura di ristoranti e trattorie allo sbando che rinasceranno grazie alle capacità organizzative e alla indubbia professionalità dello Chef che molti ristoratori ritengono oramai il loro salvatore. Naturalmente il piglio burbero di Cannavacciuolo non impedirà la creazione di situazioni anche divertenti dal punto di vista spettacolare.
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Cannavacciuolo si sente molto gratificato dall’esperienza vissuta in tutte e quattro le edizioni del docu-reality andate in onda. Afferma: “già nella prima stagione ho visto che i proprietari avevano molta fiducia in me ed erano tutti pronti a ricominciare. Tutto ciò mi ha dato tanto. Mi sono sentito gratificato dall’aver fatto del bene a qualcuno”. E precisa che i maggiori problemi riscontrati nel corso del suo impegnoi di “restauro ristorante” sono: la cattiva organizzazione e i menù che dice “sono troppo lunghi e i piatti proposti, spesso non sono freschi. Scelta ampia non significa cucina di qualità anzi. “Mi sono battuto fino all’ultimo per far capire questo concetto”
Quindi è importante presentare al pubblico un numero più limitato di piatti, ma realizzati con cura e presentati nella maniera migliore. Questo comporta un risparmio economico che non guasta soprattutto in un periodo di crisi e di spending review.