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Alessandro Tiberi in Tutto può succedere è Carlo, il figlio migliore della famiglia Ferraro, quali sono le sue caratteristiche?
Lui è uno dei quattro fratelli protagonisti ed è considerato la mina vagante della famiglia, uno capace un po’ di tutto, ma nel senso buono. Ama molto la musica e divertirsi; per questo motivo ha un locale notturno all’interno di un barcone sul Tevere, dove organizza concerti rock. Carlo vive in questa realtà fatta di poche responsabilità, molto divertimento e grande leggerezza. Gli altri lo considerano un immaturo, uno non affidabile e lui di questo se ne approfitta; infatti, utilizza questa cosa per fare il meno possibile. Questa è la cosa che mi piace di più del mio personaggio.
Cosa hanno in comune Alessandro Tiberi e Carlo Ferraro?
Abbiamo pochissimi punti di contatto, lui ha una leggerezza che io non ho. Il mio personaggio è quasi un bambino che non si preoccupa di quelle che potrebbero essere le conseguenze delle sue azioni. Vive divertendosi, anche io so divertimi ma ho bisogno del controllo della situazione, lui invece è molto libero e questo lo rende estremamente divertente.
Sempre più fiction italiane mettono al centro della trama le famiglie. Quali sono i tre motivi per cui seguire Tutto può succedere?
Il primo è perché tutto può succedere e dovete controllare in prima persona cosa succede, la seconda è perché si ride, si piange e la terza è perché ci si può rispecchiare nei personaggi. Sono persone che potrebbero vivere nella nostra società e grazie al lavoro dei registi e dei sceneggiatori si mette l’accento sulla normalità per renderla straordinaria come è nella realtà.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Per ora faccio Tutto può succedere che è un impegno molto lungo, poi vediamo se insieme a questa fiction ci sarà anche altro.