Il fascino dell’ambigua personalità della protagonista ha il volto di Jennifer Lopez nella scommessa più importante della sua carriera: oltre che essere protagonista, la serie – già rinnovata per la seconda stagione dopo il boom di ascolti e la popolarità – si avvale altresì della sua opera come produttrice.
Coadiuvata da Oscar di Barry Levinson (qui nelle vesti di produttore esecutivo), JLo ha il distintivo della detective Harlee Santos, madre single con figlia a carico una volta terminato il massacrante turno di lavoro nelle pieghe di Brooklyn e della sua malavita strisciante. Lei e la sua squadra, guidata dal tenente Bill Wozniak (Ray Liotta), sono abituati a condividere un codice che non sempre brilla di specchiata legalità, piccoli sotterfugi che con il passare del tempo sono diventate norme distorte per raggiungere i propri rendiconti. E quando lei viene colta in flagrante ad infrangere la legge, viene costretta dal detective dell’FBI Robert Stahl (Warren Kole) a tradire la fiducia dei suoi colleghi. Drea de Matteo de “I Soprano” interpreta l’agente di polizia Tess Nazario, madre di 3 figli.
Il caso vuole – e anche l’ormai acclarato binomio serie tv+realtà – che la prima puntata si apra con l’uccisione da parte della polizia di un sospettato afro-americano.
Barry Levinson dirige proprio la puntata-pilota e il secondo episodio. La serie tratta dal romanzo di Michael Rudolph “Shades of Blue: 30 Years of (Un)ethical Policing” è adattata per la tv dall’olandese di origini israeliane Adi Hasak. Le riprese sono avvenute interamente per le strade della Grande Mela. Tra i produttori esecutivi spicca anche Ryan Seacrest, già compagno d’avventure talent di JLo in “American Idol”.
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Proco prima del debutto della serie, “Tv Guide” scrisse che “Jennifer Lopez si appresta a sfidare se stessa in una rischiosa scommessa dove si è gettata senza risparmiarsi tra tante altre attività. E’ senz’altro la più importante e incerta della sua carriera”.
Brian Lowry su “Variety” ha commentato: “è un titolo solido e con molti punti di forza, Ray Liotta su tutti, con JLo che rischia di distrarre gli spettatori dalla qualità del prodotto”.
Secondo “Hollywood Reporter” etichettare il serial quale “un eccesso di vanità di Jennifer Lopez sarebbe sbagliato: ha creduto in una serie che funziona”.