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La serata si are con un’operazione: Reitani sta cercando di impossessarsi dell’uranio, attirando la Duomo in una trappola. Non si sa dove avverrà lo scambio, ma Anna telefona ai servizi segreti per collaborare: tutti si dirigono al porto. Intanto avviene un violento scontro a fuoco, prima che gli agenti possano arrivare: De Silva dà il via allo scontro. Rahcele, che aveva appena trovato una bomba nel cantiere, riesce a scapapre e mettersi in salvo insieme a Torrisi. Di fatto, l’affare dell’uranio è saltato; Milla è gravemente ferita.
La Duomo arriva al porto, appena in tempo per intervenire: Rachele e Antimo si danno l’addio. L’uomo infatti, ormai senza speranza di dopravvivere, le dà l’ultimo bacio immolandosi davanti alla Duomo; Rachele intanto può scappare in auto, sparando all’impazzata contro qualsiasi poliziotto incroci lungo la strada. La donna è una furia, sconvolta dal dolore.
Intanto De Silva scopre che l’uranio non è nel container. Terminata la sparatoria, gli uomini dei servizi segreti confessano di aver coperto De Silva, in modo che potesse occuparsi dell’uranio. La tensione cresce: Corda e Mazzeo, che sembravano avere una discussione tranquilla, sono al punto di rottura. Mazzeo punta il coltello alla gola di Corda, ma presto intervengono i suoi a difenderlo, e Mazzeo viene fatto prigioniero.
Anna Cantalupo fa il bilancio di quanto avvenuto: morti e sangue per un uranio che, forse potrebbe persino non esistere affatto. Nel frattempo le condizioni di Milla peggiorano: lei e De Silva si sono allontanati in auto.
Preoccupato dalle condizioni di Patrizia, di cui è innamorato, Nigro pensa alla ragazza. Lei tenta la fuga quando gli uomini di Reitani la portano dal capo: prova a scappare e fare una telefonata, ma viene brutalmente fermata. Patrizia però, oppone tutta la resistenza di cui è capace.
La Cantalupo predispone le operazioni: recandosi al convento, la Bertinelli ha scoperto che Rosy Abate riceveva visite non solo da Calcaterra, ma anche da Tullio Mirabella.Chiuso in uno scantinato, picchiato e minacciato, Mazzeo ricorda il figlio.
Ripensando alla malattia agli occhi di Corda, la Bertinelli cerca di risalire al medico che lo cura, dato che sono solo quattro le cliniche siciliane che possono trattare la sua malattia. La madre le dice che il padre non er auna mafioso come tutti gli altri, ma la Bertinelli considera chiusa la conversazione.
Grazie alle telecamere del porto, è stata individuata l’auto su cui viaggia De Silva. A proposito di De Silva, l’uomo è con Milla, che però esala l’ultimo respiro: con lei muore il codice che serve a disintallare il microchip che porta sottopelle. Tecnicamente, De Silva è già morto anche lui: il timer del congnegno segna che manca meno di un’ora. La stessa Milla non conosceva la combinazione, perché la inseriva la persona che lavorava per lei.
Nigro e la Bertinelli vanno dal medico di Corda: alla prospettiva di essere chiuso all’Ucciardone come “infame”, il dottore collabora. Nigro è nervoso: il pensiero corre costantemente a Patrizia.
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La scena si sposta nel covo dei Corda, dove Adamo ordina ai suoi di tenere fermo Ulisse: coltello in mano, proprio mentre si accinge a ucciderlo, si accorge che l’altro ha un segnalatore addosso. Ed ecco che fanno irruzione i suoi scagnozzi, menttendolo in salvo: Adamo Corda riesce a uscire, ma il destino è segnato. Il rivale lo insegue in casa, dove gli spara al petto intimandogli di non nominare Maria.
Su segnalazione di Mirabella, la Duomo si mette all’inseguimento di Mazzeo senza però riuscire la fermarlo.
La Cantalupo e Settembrini si scambiano un bacio: lei non si sente in grado di guidare la Duomo, lui la rassicura. Si passa a un’altra coppia: Patrizia riesce a telefonare a Nigro, chiedendogli di raggiungerla. Il poliziotto si precipita, trovando Mazzeo pronto a rapire nuovamente la ragazza: Nigro viene ferito, per sua fortuna Settembrini sopraggiunge sul posto appena in tempo per spalleggiarlo e chiamare i soccorsi. Mazzeo è ancora in fuga.
In ospedale, Nigro chiede al collega di non dire niente alla Cantalupo: non si tratta di lavoro, per cui ha intezione di prendersi le responsabilità delle proprie azioni, ma di salvare Patrizia. Nonostante l’altro non sia d’accordo, quando la Cantalupo entra in stanza, appoggia la versione: la donna però, capisce che le stanno mentendo. In centrale non è arrivata alcuna segnalazione su Mazzeo: come hanno fatto loro a dirigersi sul posto? Sulla base di cosa?
Sembrava fosse passata un’eternità di tempo, invece il chip al cianuro di De Silva non ha concluso il conto alla rovescia. Il criminale è preda di flashback dell’infanzia: i corridoi dell’orfanotrofio, il suo volto da bambino. alla fine, vede anche Mazzeo: prima però che possa accadere qualcosa, De Silva cade a terra. Il veleno è entrato in circolo.
Alla centrale Sciuto rivela alla Bertinelli dove abita il giardiniere di Rosy Abate: i due corrono sul posto. La Cantalupo è amareggiata dalle bugie di Settembrini.
De Silva non è morto: si risveglia in un letto, osservato da Mazzeo. Nel chip non c’era cianuro ma sonnifero: fargli credere che sarebbe morto è stato un modo per manipolarlo, per fargli fare quello che voleva. Ma perché? Cosa c’entra De Silva con Mazzeo che progetta di riprendersi la Sicilia?
Il motivo affonda le radici in tanti anni prima, quando un bimbo di pochi anni, biondo, vede il padre ammazzare uan persona, che era il boss Reitani. Mazzeo scappò con il piccolo, portandolo in orfanotrofio: quel bambino era De Silva. “Sono io tuo padre, bentornato a casa figliolo”, gli dice.
La puntata si chiude qui, con un primo piano sull’espressione sconvolta di De Silva.