Solo, il cui titolo originario era “Nome in codice Solo”, si compone di quattro le puntate, ognuna della durata di 100 minuti, tutte nella medesima collocazione del mercoledì in prima serata.
La regia è di Michele Alhaique. Nel cast, oltre Marco Bocci, ci sono Peppino Mazzotta (il Giuseppe Fazio della serie Il commissario Montalbano), Diane Fleri, Carlotta Antonelli.
Le atmosfere della vicenda raccontata sono poliziesche ed evocano quelle di Squadra antimafia che ha consegnato Bocci alla grande notorietà televisiva. Questa volta la storia parla della ‘ndrangheta, di famiglie calabresi che si combattono tra loro per il potere, di sangue e di colpi di scena.
La prima puntata inizia con l’agente infiltrato il cui nome in codice è “Solo” (Marco Bocci) che cerca, dall’interno, di destabilizzare il potere di una potente famiglia della ‘ndrangheta.
“Solo” è infiltrato da piu’ di un anno, da quando, cioè, prese parte ad uno scambio d’armi finito nel sangue. Durante la feroce lotta che seguì salvò la vita a Bruno Corona (Peppino Mazzotta), rampollo di un clan calabrese. E questo gesto lo fa immediatamente entrare nelle sue grazie. Il risultato è che “Solo” diventa a sua volta un esponente di spicco all’interno della famiglia Corona che lo accoglie con enorme gratitudine e, soprattutto, fidandosi, in maniera assoluta di lui.
Marco si trasferisce cosi’ in Calabria e comincia a lavorare per la famiglia. A vegliare sulla sua sicurezza c’e’ Barbara (Diane Fleri’), la compagna.
La donna, oltre a temere per la missione delicatissima e la vita del suo uomo, comincia a preoccuparsi anche dal lato sentimentale. Infatti si accorge di un sentimento che vede nascere in Agata (Carlotta Antonelli), la giovane figlia dei Corona, sempre pericolosamente vicina al suo uomo.
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Le puntate della serie si scontreranno con un altro prodotto poliziesco in onda su Rai2. Si tratta di Rocco Scarano, fiction con protagonista Marco Giallini nel ruolo di un vice questore romano trasferito ad Aosta per motivi disciplinari.
Ad unire le due fiction è la labile linea di demarcazione, nei due poliziotti, tra il bene e il male: ci sono zone d’ombra, infatti, tra i due uomini che, in qualche occasione, mostrano atteggiamenti poco consoni alla moralità e alla deontologia professionale.