Edoardo Raspelli ci porta di nuovo verso sud, molto vicini alla punta estrema dello Stivale, ad un passo dal caldo mare di Calabria .
Il critico gastronomico è a Tropea, in provincia di Vibo Valentia. Tropea è una delle mete più importanti del turismo calabrese, ma è anche la patria di un prodotto unico che da queste parti viene coltivato da oltre duemila anni: la chiamano “l’oro rosso di Calabria” perché è senza dubbio l’eccellenza dell’agricoltura locale. Si tratta della “Cipolla Rossa di Tropea Calabria ad Indicazione Geografica Protetta”.
Scopriremo tutto su questo gioiello del made in Italy: dalla produzione del seme alla raccolta manuale, passando attraverso tutte le fasi di coltivazione e lavorazione.
Innanzitutto Raspelli ci dirà che furono i Fenici e i Greci ad introdurre in Calabria la cipolla che avevano, a loro volta conosciuta da Assiri e Babilonesi.
Ci verrà spiegato anche un particolare non indifferente: l’area storica di produzione in Calabria è, realmente, il territorio di Capo Vaticano nel Comune di Ricadi, ma il nome “Rossa di Tropea” è venuto in un secondo periodo a causa di un fatto: le spedizioni delle cipolle in tutto il mondo avvenivano dallo scalo ferroviario di Tropea, l’unico disponibile in zona.
Il trasporto delle famosissime cipolle rosse dai campi dove venivano coltivate alla stazione di Tropea, avveniva tramite somari o tramite carri trainati dai buoi, percorrendo sentieri a ridosso del mare.
Cipolla rossa ma anche cipollotto: ovvero la stessa cipolla ma in una diversa fase di maturazione,un prodotto sempre più richiesto dal mercato.
Vedremo naturalmente anche come cipolla e cipollotto rosso vengono utilizzati nella cucina tradizionale calabrese.
Ma non è tutto. Conosceremo altre eccellenze di questo territorio, come il peperoncino calabro, il peperone Riggitano, l’aglio di Lamezia e un tipo di pomodoro gigante che può raggiungere quasi il chilo , il pomodoro di Belmonte.