In questa puntata d’esordio, le telecamere ci porteranno nei sotterranei del Senato delle Repubblica, per un’indagine sulle presunte tracce del 14° obelisco di Roma. Poi, si sposteranno di poco per un’esclusiva di Freedom, cioè il collaudo della nuova illuminazione della Basilica di San Pietro.
Ma vedremo anche un’antichissima città in Messico, i tunnel delle miniere di ferro sull’Isola d’Elba e un’altra esclusiva, stavolta in una tomba a Saqqara, in Egitto.
Freedom – Oltre il confine è stato annunciato con toni sensazionalistici ed eclatanti sulle novità proposte a livello divulgativo e sulle tecnologie di registrazione. Le riprese, infatti, sono realizzate in 4k e in più passaggi si avvalgono della realtà aumentata.
Seguiamo insieme la diretta della prima puntata.
Le prime immagini sono dedicate al carattere tipografico “Easy Reading”, un font speciale studiato da un gruppo di specialisti torinesi per agevolare la lettura e andare incontro ai dislessici e a tutti quanti hanno problemi con la lettura. Con “Easy Reading” verranno redatte le scritte e le grafiche del programma.
Poi, Roberto Giacobbo inizia la presentazione della prima indagine: quella sul presunto obelisco egizio perduto sotto il Senato della Repubblica.
A Roma ce ne sono in tutto 13 – più dei 9 che si possono ammirare in Egitto – ma, secondo Freedom, in un antico libro è stata ritrovata la testimonianza di un quattordicesimo obelisco. Sarebbe stato portato a Roma, ma senza essere mai eretto. E sarebbe rimasto seppellito sotto l’edificio dell’attuale Senato.
Roberto Giacobbo si avvale dell’aiuto di Salvatore Piro, del CNR.
L’attendibilità del libro di Pietro Rossini, che parla dell’obelisco cercato da Giacobbo, è tutta da accertare. È appurato, tuttavia, quanto le informazioni del Rossini su tutti gli altri obelischi siano molto dettagliate, il che lascerebbe supporre una certa fondatezza anche di quanto scritto su quello nascosto.
La seconda testimonianza dell’esistenza dell’obelisco sarebbe contenuta nella meridiana di Augusto, custodita a circa dieci metri di profondità nei pressi dell’Ara Pacis.
La terza traccia si trova a Piazza Navona, dove alcune ricostruzioni parlano della presenza, in epoca antica, proprio di un obelisco.
Infine, Roberto Giacobbo si reca nei pressi del Senato insieme al tecnico del CNR, per una ricerca in profondità con un sofisticato georadar adatto alla captazione di reperti archeologici.
Per l’occasione, Freedom scende eccezionalmente nei sotterranei del Senato. Lì c’è una colonna di granito, sdraiata e censita da Borromini che potrebbe essere un ulteriore indizio della presenza di materiale archeologico.
I ricercatori del CNR iniziano le ricerche nei tunnel sotterranei del Senato.
Dopo circa un mese di lavoro, i risultati mostrano la presenza di un corpo a forma di parallelepipedo che anche per dimensioni potrebbe sembrare un obelisco.
Va detto che questa prima ricerca è fondata su indizi generici e da confermare. I risultati sono solo congetture da analizzare, presentate con fin troppo pathos, vista la loro scarsa consistenza. Roberto Giacobbo promette di tornare sull’argomento, ammettendo che di certezze ce ne sono poche.
La puntata prosegue con la nuova illuminazione di San Pietro. Viene presentata come un’esclusiva di particolare interesse, ma si tratta della normale sostituzione dei vecchi faretti con degli altri realizzati con tecnologia LED.
Infatti, lo “scoop” dura poco e Giacobbo passa al Presepe di San Pietro e a qualche minuto di catechesi.
Adesso, Roberto Giacobbo si reca in Messico per sorvolare in mongolfiera l’anticchissima città di Teotihuacan.
Gli Aztechi, quando vi si imbatterono, la ribattezzarono “la città divina”, per via della sua imponenza e della grandezza (circa 20 chilometri quadrati).
Nonostante tutti gli studi condotti, ancora non è chiaro da quale popolo fu costruita e abitata per prima.
I simboli della città sono la Piramide del Sole e la Piramide della Luna ed è su quelli che si concentrerà l’attenzione di Giacobbo.
La troupe sale sulla Piramide del Sole. È alta 71 metri, la base è larga 200 metri ed è situata ad un’altitudine di 2mila metri. Il colpo d’occhio dalla cima della piramide è magnifico, con l’intero parco archeologico tutt’intorno. Ora, Giacobbo prova a ricostruire l’origine di Teotihuacan a partire dalla cultura, dal calendario e dalle simbologie azteche.
In un grande affresco – purtroppo solo parzialmente recuperato – ci sono le tesimonianze del ciclo della vita, così com’era inteso degli Aztechi, compresi i sacrifici umani. Anche negli affreschi potrebbero essere nascosti indizi sulle piramidi.
Giacobbo ricorda che le piramidi potevano essere i luoghi dove si svolgevano rituali con sacrifici umani.
L’Archeologa Maria Longhena, esperta di civiltà pre-colombiane, conferma che la stessa costruzione delle piramidi era scandita da rituali fondati su sacrifici umani.
Freedom – Oltre il confine ci porta dove solo gli archeologi possono arrivare, in luoghi inaccessibili ai visitatori, pieni di simbologie e di reperti.
Fino a 17 metri di profondità, nei sotterranei e nella stanza al centro della piramide.
La scoperta di questi tunnel è avvenuta per caso – calandosi in un pozzo durante gli studi archeologici – e si è rivelata tra le più importanti per la ricostruzione della cosmogonia dei popoli che vissero in quei luoghi.
Molto particolare l’effetto creato dalla pirite: la luce la fa brillare come fosse un cielo stellato.
Oltre, appunto, alla pirite, nei sotterranei sono stati trovati innumerevoli reperti portati in profondità per ricreare un ambiente simbolicamente molto denso. Si tratta di maschere, busti e oggetti di pietra, conchiglie e manufatti in terracotta.
Freedom si sposta all’Isola d’Elba, alla scoperta delle antiche miniere che ne caratterizzano una parte del paesaggio.
Tra le altre cose, Giacobbo fa vedere anche un’antichissima teleferica che finiva sospesa nel mare e che serviva al trasporto dei materiali.
Nel fortunale di fine ottobre che ha flagellato l’Italia, questa preziosa testimonianza dell’antica attività mineraria è stata spazzata via dall’impeto delle mareggiate. La costa esplorata da Freedom è ricca di ematite, un minerale del ferro che fa letteralemnte brillare quella parte dell’isola.
Sono suggestivi anche i macchinari industriali abbandonati dopo la cessazione delle attività, negli anni ’80 del novecento.
Così come lo è un laghetto, generato dall’acqua piovana e tinto di rosso dai minerali.
Giacobbo entra nei cunicoli della miniera, fino a 60 metri sotto il livello del mare.
La miniera è stata sfruttata solo in parte ed è considerata una riserva strategica di ferro per l’Italia. In caso di emergenza, il nostro paese potrà estrarre da qui il ferro necessario.
È un passaggio emozionante, che ci porta fino ai livelli in cui si svolgevano le attività principali della miniera e in cui ancora sono abbandonati tutti macchinari utilizzati dai minatori.
L’ultima parte della puntata è dedicata alle anticipazioni sull’antica tomba di Saqqara, in Egitto, da poco resa accessibile. Le telecamere di Freedom sono state le prime al mondo ad entrare, il giorno dell’inaugurazione.
Il servizio completo andrà in onda nella prossima puntata. Ora stiamo vedendo un’anteprima comunque molto corposa.
La scoperta è avvenuta vicino alla piramide più antica d’Egitto, risalente a più di 5mila anni fa.
La tomba, invece, è datata di circa 4mila anni, è perfettamente conservata ed è decorata con preziosissimi geroglifici. Fu di un esponente molto importante della società egiziana dell’epoca, forse un sacerdote. I primi ritrovamenti sono di qualche decennio fa, ma solo ora è stata aperta al pubblico.
Il servizio tra le piramidi d’Egitto proseguirà la prossima settimana.
La prima puntata di Freedom – Oltre il confine finisce qui.
Roberto Giacobbo, in sostanza, prosegue lungo il solco tracciato con Voyager su Rai2, con una prima puntata ricca di immagini suggestive e di argomenti interessanti, pur con un approccio divulgativo confuso e parziale.
Peccato per la ricerca spasmodica di suspense, l’evocazione sensazionalistica di presunti misteri con fragile fondamento, l’annuncio continuo di scoop imminenti. Tutto ciò è senza dubbio funzionale alla cattura dell’attenzione del telespettatore per appassionarlo a quanto viene raccontato, ma sfocia in un senso di generale incompiutezza quando i servizi finiscono e ci si rende conto che si è trattato solo di un’iperbole narrativa.
Freedom – Oltre i confine ci ha portato in luoghi di per sé affascinanti e in grado di incuriosirci, sarebbe bastato farcene godere concentrandosi su una divulgazione più puntuale, senza indugiare in certe dinamiche.