Quando Valerio Staffelli ha consegnato il Tapiro a Lauro, intercettato a Sanremo nei pressi dell’Ariston, il cantante è stato molto scortese. Ed ha verbalmente aggredito l’inviato di Striscia. Gli ha detto di non conoscere le pasticche di ecstasy e che per lui il titolo si riferisce solo alla ben nota automobile.
Poi subito ha subito dato dell’ignorante a Staffelli dicendogli che dovrebbe essere lui da dargli un tapiro.
Non è finita qui: Staffelli ha continuato a chiedere spiegazioni facendogli capire che lui avrebbe dovuto sapere bene che cos’è la drofa.
Ed ecco la risposta di Lauro
Ti posso dire una cosa? Secondo me, invece di inventarti queste scemenze per fare pubblicità, dovresti pensare a tutto quello che c’è dietro la musica, al sacrificio soprattutto. L’Italia ha bisogno di arte. Ma quale droga? Rolls Royce è una macchina. Fate solo ridere, La canzone parla di star mondiali, dei più grandi musicisti. Sei un ignorante, meriteresti tu di ricevere il tapiro perchè sei una persona che sopprime la cultura in Italia. Mi rendo conto che tu sei un ignorante, Rolls Royce è una macchina, è uno status symbol.Ti posso consegnare io il tapiro, al tonno più grande d’Italia?”.
Solo qualche giorno prima, il 7 febbraio, quando già Striscia aveva portato la canzone all’attenzione del pubblico, e Lauro aveva smentito, il Tg satirico di Antonio Ricci aveva subito puntualizzato con queste parole:
Ma come, c’è un trapper che non sa (o finge di non sapere) certe cose? Achille Lauro, che si vanta di conoscere bene certi ambienti, non sa che Rolls Royce è uno dei nomi di più comuni per chiamare le pasticche di ecstasy? Tutto nasce dalla famosissima statuetta (una donna con le braccia aperte e le vesti gonfiate dal vento) posta sul radiatore delle Rolls Royce. Il suo nome (nato ovviamente molto prima della droga sintetica) è Spirit of Ecstasy, Spirito dell’ecstasy: da qui l’abitudine a chiamare Rolls Royce le pasticche sintetiche. E del resto basta una velocissima ricerca su internet per trovare l’immagine di decine di pastiglie di droga con impresso il marchio con la doppia erre. Ma Achille Lauro tutto questo non lo sa (o finge di non saperlo). Evidentemente la droga fa male, anche alla memoria. E spesso provoca deliri di onnipotenza che ti fanno credere di poter prendere in giro il resto del mondo. Perché, nella canzone che ha portato al Festival, oltre alla Rolls Royce ci sono pure Amy Winehouse, Jim Morrison e Jimi Hendrix: Achille Lauro non conosce le loro vite (e le loro morti)? Si è dimenticato di aver scritto in Sono io Amleto (il libro autobiografico pubblicato da Rizzoli) un capitolo intitolato “Confessioni di un pusher”? Non ricorda di aver rilasciato un’intervista, La musica mi ha salvato dalla galera, In cui dichiarava, tra l’altro: “Nel mio quartiere, alla periferia di Roma, girava tantissima droga. Così iniziare a fumare marijuana, hashish o prendere droghe chimiche fu naturale. Lo facevano tutti, lo facevo anche io”. E ancora: “Entrai in contatto con famiglie criminali. Compravo chili di droga che facevo vendere a una squadra di spacciatori che avevo creato. Divenni ricco, avevo una bella vasca idromassaggio”. Uno che è stato pusher non sa quello che sa chiunque frequenti le discoteche? Forse, più banalmente, Achille Lauro non ha il coraggio di difendere quello che ha scritto.