A tra poco con la diretta.
Inizia il programma e si tratta subito la tematica più scottante del momento: il caso Salvini ed il voto del Movimento 5 stelle. Sulla piattaforma Rousseau si è votato ed il parere è stato contrario al processo. Non tutti gli esponenti del Movimento sono però concordi ed esprimono il proprio dissenso, dichiarando che la corrente politica sta cambiando e non è più come era in partenza.
In studio Eva Giovannini si confronta con Mario Seghi, Antonello Caporale, Pierluigi Battista e Francesco Giorgino.
Luca Carabetta del Movimento 5 stelle sale sul palco per spiegare il senso di questo voto. Spiega che 177 migranti sono arrivati in acque italiane ed è partita una trattativa; è stato verificato lo stato di salute delle persone a bordo e poi ci si è interrogati su come agire. In questi giorni il quesito posto sulla piattaforma Rousseau è stato lo stesso posto ai senatori. Il 60% di 52000 persone ritiene che in quell’occasione siano stati tutelati diritti ed interessi dei cittadini italiani.
“I senatori sono gli unici giudici naturali in Italia” – commenta Caporale. “Iniziano a fare politica sul serio” – continua Mario Seghi.
Si passa poi a trattare il caso Renzi. I genitori del politico sono attualmente ai domiciliari con l’accusa di bancarotta fraudolenta. Luca Iacomini – sindacalista – ci spiega il business dei volantini, fatto da una rete di cooperative che si scambiano i lavoratori, spesso immigrati, trattati male, non tutelati.
Monday distribuiva i volantini, lavorava per una cooperativa – che però ogni 6 mesi cambiava nome. Non ha mai firmato un contratto, i soldi gli venivano dati a mano a fine mese. Ha fatto causa dopo essere stato licenziato, dovrebbe avere 15000 euro. Evans ne dovrebbe avere 90000, per i mancati contributi accumulati negli anni.
La Delivery service è la cooperativa in questione, quella gestita da Laura Boboli e Tiziano Renzi.
Il padre del politico nega, afferma che queste ricostruzioni siano false e conclude dicendo che: “Prima o poi la verità verrà fuori”.
Sortino specifica che i coniugi Renzi sono innocenti fino a prova contraria e che sarà un processo a decidere quale sia la verità. Gli ospiti di Eva commentano il caso.
“C’è la possibilità di difendersi moltissimo in tribunale, ma faccio fatica a vedere la concretizzazione del conflitto politica-giustizia. Con la vicenda non c’entra nulla Renzi” – dichiara Giorgino.
“Non è mai successo che ad un ex premier dei paesi del G7 siano stati arrestati i genitori” – commenta Seghi. “Il partito dei genitori dovrebbe stare un po’ fermo” – chiosa Caporale.
E’ in atto una vera e propria guerra del pesce. Ad essere conteso è il gambero rosso. Dal 2005 la Libia ha esteso unilateralmente le proprie acque territoriali a 74000 km dalla costa, contro i 12000 di legge. I mari davanti alla Libia forniscono il triplo del “bottino” fornito dai mari davanti alla Sicilia.
Il rosso di Mazara del vallo era conosciuto in tutto il mondo, ma ora le barche se provano a pescare nei mari libici vengono attaccate. Si spara alla plancia, vengono presi in ostaggio pescatori, si tenta di colpire il capitano per affondare la nave.
Alcuni pescherecci sono stati talmente danneggiati da essere abbandonati. Perdere un peschereccio vuol dire perdere 6-700.000 euro, ma per molti di questi pescatori significa perdere anche la propria famiglia, i propri ricordi.
Un tempo le navi della marina scortavano i pescatori, oggi invece sono abbandonati a se stessi. “E’ strano che la Libia abbia un controllo così perfetto del mare e che invece gli sfuggano le barche dei migranti” – commenta Seghi.
Si parla dei pastori sardi ed il momento difficile che stanno vivendo. Uniti o divisi? La lega da anni propone l’autonomia ed ora diverse regioni la stanno valutando.
L’imprenditore Gian Luca Brambilla spiega perchè sarebbe importante l’autonomia per la Lombardia: “Vengo da un territorio che si chiama la Grande Milano, facciamo il 10% del PIL. Riusciamo a costruire tecnologie apprezzate in tutto il mondo. Siamo una vetrina per il paese. Milano però ha i suoi problemi: l’inquinamento, il fatto di essere la regione più vecchia d’Italia…non pensate a Milano solo per l’università o l’ospedale o per le sue fiere, pensate a noi come un sistema che ha un compito ben preciso: tirare il paese. E’ la nostra vocazione. Non abbiamo paura di competere, ci piace dimostrare che siamo bravi. Abbiamo bisogno di una mano da tutta l’Italia e vorremmo che parte delle tasse che versiamo rimanesse nelle nostre tasche”.
Lo scrittore e giornalista Pino Aprile spiega il suo parere sulla questione: “L’autonomia differenziata è la secessione dei ricchi (Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna). L’Italia è di nuovo laboratorio, come ai tempi della sua fondazione, ma stavolta per sgretolare gli stati nazionali. Le regioni vogliono autonomia e risorse, ma questo comporterebbe un divario tale da creare ad esempio scuole di serie A e scuole di serie B. Si deve stabilire quanto costano le prestazioni in modo uguale per tutti, non si possono dare 9/10 alle regioni più ricche. L’Italia fa paura anche agli Italiani. Sono contrario all’autonomia se significa il saccheggio della cassa compiuto dalle regioni più ricche”.
Salvini e Berlusconi: trova le differenze. I comizi dei due politici, in Sardegna, vengono ironicamente messi a confronto e mostrano molte somiglianze. I due leader sembrano molto più vicini ideologicamente di quanto non dicano.
Il pecorino romano è un ingrediente fondamentale per alcuni dei piatti più amati della tradizione italiana, eppure attualmente il mercato di questo formaggio è in forte crisi ed i pastori sardi per protesta hanno deciso di buttare il proprio latte.
“E’ dura, è molto dura rovesciare il latte. E’ il nostro lavoro e non va bene buttarlo. Il latte che portano dalla Romania o da altri posti non è come il nostro, ma poi mettono l’etichetta ‘sardo’ e si abbassa il prezzo” – racconta un pastore.
Mario Carai, pastore sardo, ci racconta che oggi c’era la trattativa per il prezzo del latte ma gli industriali non si sono presentati. “Questi signori chiedendoci un atto di responsabilità ci chiedono una tregua e poi si permettono di non presentarsi davanti a noi ed al ministro. E’ giusto che i pastori buttino per terra il latte? Quello è il nostro sangue. Piangiamo il nostro sangue, il nostro cuore. Dobbiamo sopportare questo? Cosa vogliamo fare? Chiediamo la solidarietà di tutto il popolo Italiano. Chiediamo la giusta remunerazione per ciò che facciamo. Siamo in guerra ed in guerra continueremo ad andare avanti”.
A San Ferdinando, vicino a Rosarno, ha preso fuori una baraccopoli che ospitava 1600 persone. C’è stata una vittima. Nella tendopoli vivevano i lavoratori che raccolgono le arance.
Sonny, l’inviato del programma, si è infiltrato nella tendopoli “ufficiale” per far luce sulla realtà di queste persone. In Italia si lavora come in Libia, 12 ore per 25 euro. Sfruttamento – raccontano i lavoranti, esasperati dalle condizioni proposte.
La tendopoli non ufficiale è pericolosa, Sonny viene riconosciuto ed aggredito. Prima che accada però ci mostra che è in corso un rave e gira droga.
Come si è arrivati a questo punto? I prezzi troppo bassi nei supermercati ci attirano, ma derivano dallo sfruttamento. Fabio Ciconte racconta che i volantini ci portano dentro al supermercato, ma che le tariffe basse sono pagate dai lavoratori che producono ciò che noi poi compriamo. “Abbiamo tolto qualsiasi valore al cibo, producendo povertà per gli agricoltori ed i lavoratori” – conclude.
Daniele Piervincenzi ci racconta la realtà di Rancitelli (il Ferro di cavallo), la piazza di spaccio più grande di Pescara. Persone che vivono in tende, si fanno di eroina, fanno “la vita”, tutto alla luce del sole. Molti perdono la vita per overdose.
Il campo viene ripulito, la polizia interviene, ma nulla cambia. La realtà di questo luogo è agghiacciante. Ci sono alti cumuli di siringhe ai bordi delle strade, nei palazzi abbandonati.
Don Max, il parroco del quartiere, incolpa la malavita organizzata. “Il Ferro di cavallo è una creatura abnorme frutto della malapolitica, uno dei tanti ghetti e fortezze presenti in Italia. Perchè devono esistere questi quartieri in cui si butta tutta la mondezza sociale?” – afferma.
Cinque – sei famiglie hanno il controllo totale della piazza di spaccio. Tutti sanno chi sono. Ogni casa è una piazza di spaccio.
“Non sopportiamo i ficcanaso” – commentano gli abitanti del quartiere, lamentandosi per la presenza dei giornalisti. Le parole diventano poi schiaffi e Piervincenzi viene inseguito ed aggredito.
Il giornalista ci racconta le “nuove mafie”, propone testimonianze di chi è direttamente coinvolto nel business. Il muro di omertà ogni tanto si rompe. Tamara Ianni – ad esempio – ha denunciato, portando all’arresto di 32 membri del clan Spada. Lei e la sua famiglia sono in pericolo ora. Mario e Laura, i suoi genitori, raccontano il loro dolore. Sono 3 anni che non vedono più la figlia e sono stati a loro volta messi sotto protezione, ma hanno scelto di tornare a casa.
Hanno ricevuto minacce, hanno trovato bombe nella propria casa, ma non si vogliono più nascondere. Hanno preso le distanze da Tamara per proteggere i figli più piccoli.
Alfonso Sabella è un magistrato che lotta contro la criminalità organizzata ed in particolare contro quella di Ostia. “La situazione del litorale romano è stata sottovalutata per troppo tempo, è stata negata per anni. Negare l’esistenza di un fenomeno è il modo migliore per non combatterlo. Lo Stato non c’è. L’ambiente degradato è l’humus migliore per la criminalità. Per vincere la battaglia manca l’azione congiunta delle istituzioni” – dichiara.
Commentano con Eva, Vittorio Alberti e Luca Rosini. Il filosofo ed il giornalista si occupano in prima persona di documentare e di rendere nota la realtà della criminalità e di tutti quei luoghi che ne sono permeati ed influenzati.
Alcuni vip, tra cui Vasco Rossi e Federica Panicucci, sono stati truffati dalla propria banca. E’ stato consigliato loro di investire in diamanti, ma le gemme ricevute avevano un valore decisamente minore rispetto a quello investito.
Francesca Fortunato è una gemmologa, che ci insegna come riconoscere le gemme. Non esistono solo quelle pregiate, ma ci sono anche gemme sintetiche e “simulanti” (gemme finte).
Esistono scuole per l’elite di Milano. I genitori, abbienti, scelgono per i propri figli istituti internazionali con la speranza di dare loro la possibilità di studiare e lavorare all’estero. “Get the most” – dice una mamma – “Punto al massimo”.
Piscina, aula d’arte, teatro, robotica, musica, ai ragazzi viene offerta una vastissima gamma di attività extra curriculari. “Se credono in loro stessi possono fare tutto” – raccontano i professori.
Questi istituti però sono molto costosi e decisamente non alla portata di tutti, costano 25000 euro l’anno.
Anche l’asilo è globalizzato in queste scuole. Sin dai primi anni dell’infanzia si cerca di abituare i ragazzi ad essere cittadini del mondo, superando i confini nazionali. “L’Italia ormai è marcia. Deve andare a studiare all’estero per aprirsi molte più strade” – dichiara un papà.
Si torna in studio ed alcuni ragazzi raccontano perchè secondo loro è importante andare a studiare all’estero.
Chi non fa parte dell’elite che fa però? Vittorio Alberti racconta che i ragazzi che segue, quelli che vivono il degrado, intravedono la possibilità di scappare come chance, ma non hanno la spinta a combattere.
“L’ascensore sociale si è fermato. Chi è ricco ha più possibilità e chi è povero meno. L’istruzione pubblica per fortuna è spesso a livelli più alti di quella privata ed è questo che ci deve garantire continuità. Non sono però solo i ricchi ad andarsene, ma anche i poveri. Ogni anno perdiamo tante persone quante quelle che vivono a Foggia” – chiosa Caporale. “Sono sbagliate sia l’esterofilia che il sovranismo formativo” – commenta Giorgino.
La puntata termina qui.