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Roberto Giacobbo da il via alla terza puntata di Freedom e si immerge portando con se anche gli osservatori all’interno di Castel Del Monte.
Il castello è costruito direttamente su un banco roccioso, in molti punti affiorante, ed è universalmente noto per la sua forma ottagonale. Su ognuno degli otto spigoli si innestano otto torri della stessa forma nelle cortine murarie in pietra calcarea locale, segnate da una cornice.
Il cortile, di forma ottagonale, è caratterizzato, come tutto l’edificio, dal contrasto cromatico derivante dall’utilizzo di breccia corallina, pietra calcarea e marmi; un tempo erano presenti anche antiche sculture, di cui restano solo la lastra raffigurante il Corteo dei cavalieri ed un Frammento di figura antropomorfa.
In corrispondenza del piano superiore si aprono tre porte-finestre, sotto cui sono presenti alcuni elementi aggettanti ed alcuni fori, forse destinati a reggere un ballatoio ligneo utile a rendere indipendenti l’una dall’altra le sale, tutte comunicanti tra loro con un percorso anulare, ad eccezione della prima e dell’ottava, separate da una parete in cui si apre, in alto, un grande òculo,
Le sedici sale, otto per ciascun piano, hanno forma trapezoidale e sono state coperte con un’ingegnosa soluzione.
Il collegamento fra i due piani avviene attraverso tre scale a chiocciola inserite in altrettante torri.
Roberto Giacobbo sale le scale del castello e si sofferma sull’importanza difensiva data da un’edificio del genere.
Anche grazie al contributo dato da Giuseppe Sciannamea ci viene spiegato cime gli arcieri facessero molta difficoltà a scagliare le loro fecce oltre le mura del castello.
Giacobbo introduce la figura di Federico II ed allude ad un possibile accordo con i templari, figure molto imponenti al tempo.
Giuseppe Sciannamea che è uno dei gestori del castello conferma le parole dette dal presentatore specificando che Federico II grazie ai Templari voleva riunire sotto l’egida di Castel del monte le religioni più importanti : l’Islam, il Cristianesimo e l’Ebraismo
Giuseppe Fallacara ed Ubaldo Occhinegro sono due professori che hanno studiato l’utilizzo del castello, secondo i due studiosi il castello servisse per gestire l’acqua come facevano gli Ammam sempre all’interno di altre costruzioni ottagonali.
Capolavoro di inestimabile valore della storia d’Italia, Castel del Monte merita pienamente il titolo di “patrimonio dell’umanità”: un luogo da vivere nei suoi mille misteri e da visitare almeno una volta nella vita e per questo Roberto Giacobbo lascia aperta la porta alla possibilità di svelare nuovi segreti del castello.
L’Aquila 10 anni dopo
Si cambia argomento ma si rimane sempre in Italia.
Roberto Giacobbo munito di caschetto si trasferisce all‘Aquila e si dirige all’interno di un vecchio palazzo distrutto dal terremoto.
Si tratta di Palazzo Cetti divenuto il principale edificio del comune prima del terremoto.
Il ppresentatore attraversa il palazzo raccontando come fosse prima del terremoto : La facciata del palazzo risultava quasi completamente inalterata rispetto alla struttura originaria probabilmente di epoca settecentesca; in essa si notavano il portale, sormontato da un balconcino con ringhiera bombata e le originali cornici in pietra delle finestre decorate ad arco spezzato.
Roberto Giacobbo ed il suo cameraman Omar trovano una neviera abbandonata nella quale i due impavidi uomini si addentrano e ci mostrano com’è fatta.
Il presentatore si sofferma sulla voglia di rinascita che c’è stata dopo il terremoto del 1703 e spiega che in quell’occasione i colori della città cambiarono dal bianco-roso al nervo-verde.
Attraverso il racconto di un abitante del posto ripercorriamo i momenti strazianti subito successivi al terremoto del 2009 dunque Giacobbo per smorzare il triste momento consiglia di tornare a parlare di arte e storia per non rivivere lo strazio di 10 anni fa.
Il Palladio
Roberto Giacobbo si trasferisce a Vicenza per parlare dell’importanza storica ed architettonica di Andrea Palladio.
Il soggetto non è scelto a caso : il Congresso degli Stati Uniti d’America ha ufficialmente sottoscritto una Risoluzione che riconosce in Palladio il “Padre” dell’architettura americana.
L’iter che ha portato alla adozione ufficiale dello storico si è concluso nel 2010 con l’adozione della Concurrent Resolution 259, strumento con cui i due rami del Congresso si esprimono congiuntamente su temi di primario interesse nazionale, che non abbiano fini legislativi.
Nel testo ufficiale della Risoluzione, il Congresso degli Stati Uniti riconosce l’immensa influenza di Palladio sull’architettura degli Stati Uniti ed esprime la propria gratitudine per l’arricchimento che la sua vita e la sua carriera hanno conferito all’ambiente costruito della Nazione americana.
L’Erucold di Milano
Roberto Giacobbo si sposta a Milano con la sua troupe per visitare l’Eurocold, si tratta di un grande laboratorio con temperature “polari”.
Uno tra i più grandi e moderni laboratori “freddi” ad atmosfera controllata. Inaugurato all’Università di Milano-Bicocca, è attrezzato per raggiungere nelle sue sale temperature fino a -50°C, per la conservazione e lo studio delle carote di ghiaccio che arrivano dai più importanti siti dei programmi internazionali di ricerca sul clima: dall’Antartide alla Groenlandia e alle Alpi.
L’uomo vitruviano
L’ultima tappa compiuta da Roberto Giacobbo è Fano nelle Marche.
Il conduttore di Freedom si interessa alla concezione di Vitruvio riguardo la concezione della perfezione umana da questa visione nacque il celebre uomo vitruviano ripreso e realizzato molti anni dopo da Leonardo Da Vinci.
Giacobbo passeggia tra le mura della basilica perduta di Fano cercando di capire qual’è il messaggio lasciato da Vitruvio e passato attraverso Raffaello, Palladio, Leonardo e tanti altri
Il conduttore per chiudere la puntata rivela che il messaggio non è altro che il disegno del più grande architetto di tutti ovvero Dio.
Termina così la terza puntata di Freedom un programma molto simile a Superquark ma in alcuni frangenti più movimentato. Infatti Roberto Giacobbo racconta e da nozioni mentre visita i posti descrivendoli durante le sue esplorazioni.