A tra poco con la diretta.
Inizia il programma e Mario Giordano introduce le tematiche che saranno trattate questa sera. Si inizia poi a parlare di attualità ed in particolare dei “ladri di bambini”. Ci si riferisce allo scandalo scoppiato a Bibbiano, dove assistenti sociali avrebbero plagiato dei bambini per far sì che accusassero i genitori di violenze sessuali.
Infervorato nel trattare la tematica, Giordano è sopraffatto dall’emozione e si inginocchia. Il pubblico gli è vicino, applaude e si alza in piedi regalandogli una standing ovation.
“Diranno che ho esagerato – afferma – me lo dicono sempre. Quando sRi tratta la famiglia però mi vengono i brividi. Mi dicevano è rischioso mettere questa storia in testa, ma ho voluto. Abbiamo altre storie da trattare e mi arrabbierò ancora, purtroppo o per fortuna”.
Si passa a parlare di pensioni. Il signor Pasquale è in studio per raccontare la sua storia. Ha lavorato 38 anni e 6 mesi, versando 250 mila euro, ora prende 725 euro di pensione. Una quota bassa se si valuta il lavoro effettuato.
Giordano ci svela che a Firenze l’Inps possiede 8 palazzi che sono vuoti, ma occupa invece una sede pagando l’affitto.
Oltre il danno la beffa: i palazzi vuoti erano oggetto di truffa da parte del “racket degli affitti”. Il custode avrebbe infatti affittato abusivamente i locali di proprietà dell’Inps. Attualmente l’uomo è agli arresti domiciliari.
In tutta Italia ci sono 31000 palazzi di proprietà dell’Inps e più di 18000 risultano vuoti. Per le sue sedi l’Inps paga però 90 milioni di euro di affitti.
Il pensionato più ricco d’Italia è Mauro Sentinelli, ex manager Telecom. Fino ad ora prendeva 91337 euro, ma in seguito ai tagli ne prende circa 57000. Non è l’unico a prendere cifre così alte, l’elenco è molto lungo.
Indagando ulteriormente si scopre che con i fondi dell’Inps sono molte le iniziative spesate ai dipendenti, tra cui delle vacanze studio da sogno per i figli e familiari.
Molti soldi sono inoltre persi nei fondi destinati agli invalidi, sussidi che vengono richiesti da persone che si fingono in difficoltà ed invece non lo sono, sono perfettamente sane.
Arriva in studio Calenda e si passa a parlare di Salvini e degli ultimi “scandali” politici. I finanziamenti segreti russi e la denuncia di Carola Rackete.
Calenda ritiene che la denuncia e la richiesta di Carola di oscurare i profili social di Salvini in quanto istigazione all’odio, siano solo il frutto di una concatenazione di errori. A suo parere bisogna rispettare la frontiera, ma è stata gestita male la situazione.
“Le ong possono fare errori. Succede. Allo stesso tempo dobbiamo però sapere che in Libia c’è una situazione difficilissima e non possiamo riportarli lì” – chiosa.
In merito alle voci che vorrebbero una sua uscita dal Pd, spiega che ha dichiarato – solo una volta – di volersi distaccare dal partito qualora il Pd avesse voluto collaborare con i 5 stelle. “Considero i 5 stelle incapaci e poco democratici. Non vedo perchè dovremmo allearci con loro”.
Cambia il tema. Si parla di Franco Arnaroli, che è stato sfrattato dalla sua casa per colpa della costruzione della superstrada. Ha lottato duramente, in tribunale gli è sempre stata data ragione, ma dopo tanti anni ancora non è riuscito a vincere la sua battaglia. Il perito legale ha preteso il pagamento immediato di 6-7mila euro e poi c’erano le spese legali, di un processo durato 40 anni, da pagare. La cifra era troppo alta per lui. Gli è stata dunque pignorata la casa, con sfratto esecutivo. Lo Stato deve ad Arnaroli 800-900 mila euro, eppure al tempo stesso gli porta via la casa.
Giordano confronta il caso di Franco con quello di Morgan. A parere del conduttore, avendo il musicista “fatto casino” è riuscito ad ottenere una nuova casa, mentre Arnaroli l’ha perduta per sempre.
“Lo Stato deve proteggere i cittadini, non gli deve portare via la casa. Io divento pazzo, poi dicono che mi arrabbio!”
Si parla di case occupate, sono 49000 in Italia al momento. Eugenia ha trovato due suoi appartamenti, costruiti dal nonno anni or sono, occupati e tutti i suoi tentativi di riappropriarsene sono falliti. Grazie al programma riesce a mandare via quelle persone, ma la struttura ha subito danni per circa 50000 euro.
La tematica successiva è la sospensione dell’erogazione dell’acqua nei campi rom. Le abitazioni dei nomadi utilizzano acqua e luce senza pagare per il consumo e dunque il comune ha deciso di razionarne l’erogazione.
Subito dopo si passa a parlare di mezzi pubblici in Italia. Sono moltissimi i bus che hanno preso fuoco nell’ultimo periodo ed altrettanti gli incidenti che hanno purtroppo visto protagonisti i treni.
Agata Cirelli è una pendolare, che ogni giorno compie una tratta che richiederebbe 1 ora ed un quarto ma che in realtà richiede 2/3 ore.
Come scusante alle mancanze della mobilità pubblica viene usata la mancanza di fondi, ma a ben vedere paghiamo circa 6000 euro di tasse al minuto da investire in bus e treni.
C’è però un giro segreto di rivendita di bus usati, comprati dai comuni sottobanco. A Roma girerebbero bus usati arrivati da Israele. Mezzi mal ridotti e non immatricolati, euro 5 e non euro 6 come li vorrebbe la legge europea. L’Atac smentisce questa notizia, ma ci sono prove che porterebbero a pensare sia così.
Giordano propone un nuovo acronimo per l’ATAC: Arrivo Tardi A Casa e ci racconta poi una storia incredibile.
Rita Giannuzzi è impiegata all’Archivio delle ferrovie sud-est e prende 9000 euro al mese. Ad un certo punto chiede sostegno e viene assunto Franco Cezza, marito di Rita. Il suo stipendio è di 7500 euro mensili. Dopo qualche tempo i due sentono il bisogno di ulteriore supporto e viene nominato un terzo consulente. Stavolta lo stipendio ammonta a 9000 euro al mese. Il nuovo impiegato è Gianluca Cezza, figlio di Rita e Franco.
Scoperta la truffa un commissario interrompe la prestazione lavorativa. Nel tempo trascorso però i tre impiegati hanno percepito quasi tre milioni di euro. Interrogati da una collaboratrice del programma, i protagonisti di questa vicenda reagiscono bruscamente o trincerandosi nel silenzio.
“Non ci sono soldi dicono. La verità è che qualcuno se li magna” – chiosa Giordano.
Ad Avellino nel 1999 è stata decisa la costruzione di una linea di filobus, mai entrata in funzione ma costruita in parte: sono stati piantati 400 pali per tutta la città.
Prima di chiudere la trasmissione, Giordano ricorda Vincent Lambert. L’uomo è stato simbolo di lunghe battaglie sul fine vita. Parte della sua famiglia chiedeva infatti di porre fine alla sua agonia, ma l’altra metà sperava ancora in un miglioramento e non voleva sospendere la somministrazione di cibo e cure. Alla fine la Cassazione ha deciso che era giunto il momento per Vincent. Giordano non è d’accordo.
“Non voglio vivere in un mondo in cui dei genitori, per la legge di un tribunale, sono costretti a vedere il proprio figlio morire di fame e di sete senza poter fare nulla” – conclude.