Per continuare a dire no alla violenza sulle donne la terza rete di Stefano Coletta si affida a Veronica Pivetti.
L’attrice, che è stata in passato anche al timone di Per un pugno di libri, racconta le storie di donne diventate vittime, ricostruite attraverso docufiction secondo uno schema proprio del programma. Ci si augura solo che le ricostruzioni non siano così truculente come è avvenuto in passato.
Altra novità è l’anteprima di “Amore Criminale”, uno spazio che precede la sigla e che quest’anno avrà un’impostazione più informativa e di servizio alle donne. A condurla, Matilde D’Errico, ideatrice del programma, che in ogni puntata affronta un tema. Tra questi, la violenza psicologica, gli orfani del femminicidio, la violenza economica, lo stalking. E poi il dramma per un genitore che sopravvive alla morte di una figlia ammazzata, i centri antiviolenza, la tratta delle schiave. In ogni puntata c’è un’ intervista in studio ad una donna sopravvissuta.
Amore criminale – la prima puntata la storia di Urszula
Nella prima puntata Matilde D’Errico affronta il tema della violenza economica e incontra Urszula, una ragazza di origine polacca che si era innamorata di un ragazzo italiano e per lui si era trasferita nel nostro Paese. La sua storia è caratterizzata da violenza fisica e sottomissione, da isolamento e dipendenza psicologica ed economica. Dopo tante violenze e maltrattamenti Urszula si salva chiamando il numero antiviolenza del 1522, il numero del Dipartimento Pari Opportunità al quale rispondono le operatrici di Telefono Rosa 24 ore su 24.
E proprio grazie all’aiuto dei programmi di reinserimento sociale e lavorativo del Telefono Rosa, Urszula riesce a a guadagnarsi nuovamente un’autonomia economica che le consente di riprendere in mano la propria vita.
In studio, la donna è accompagnata dall’avvocata Antonella Faieta, membro del consiglio direttivo di Telefono Rosa, associazione che quest’anno compie 30 anni di attività in difesa delle donne vittime di violenza.
Amore criminale – la prima puntata, la storia di Federica
Subito dopo l’anteprima, Veronica Pivetti racconta la storia di Federica, una ragazza di Taranto, uccisa dal marito Luigi assieme al figlio, un bambino di soli 3 anni e mezzo. Anche Federica viveva una condizione di forte dipendenza economica dal marito, un uomo di 21 anni più grande di lei. Per lui Federica aveva rinunciato a una carriera lavorativa legata alla sua laurea in Lingue, ma anche alla grande passione sportiva per la pallavolo.
La storia tra Federica e Luigi, possessivo e geloso, va in crisi definitivamente quando la donna scopre la doppia vita del marito che ha molteplici relazioni sessuali con escort e prostitute.
L’uomo, inoltre, viene messo sotto processo dopo una denuncia per violenza sessuale sporta da una ragazza che lavorava con lui alla sede di Taranto dell’Associazione Nazionale Tumori. Alla luce di queste i scoperte Federica – che con Luigi aveva un figlio di 3 anni e mezzo – decide di chiedere la separazione. Ma il suo progetto di vita non vede la luce: Luigi la uccide brutalmente il 7 giugno 2016 e, poco più tardi, toglie la vita anche al bambino sparandogli con la pistola. Dopo la mattanza Luigi si suicida. Il suo corpo viene trovato stretto a quello del figlio.