La prima puntata ha per titolo Lavoratori alla spina. È un’inchiesta per documentare come sia cambiato recentemente il mondo del precariato. Proprio negli ultimi tre anni sono stati recuperati nel nostro paese un milione di posti di lavoro: questa è una realtà.
Ma, ciononostante le ore di lavoro sono diminuite ed anche in una quantità consistente. Tutto questa significa che ad aumentare sono stati soltanto gli impieghi saltuari, quelli precari, discontinui e non continuativi. Oramai l’Italia è diventato il Paese in cui si lavora a giornate, mesi, settimane, persino ad ore ed anche la domenica.
Dall’inchiesta precisa e ben documentata attraverso tutto il territorio nazionale, verrà fuori che le ore di lavoro sono distribuite anche di notte e si lavora persino gratis.C’è gente che si fa raccomandare per prestare la propria opera anche a titolo gratuito oppure in cambio di pochissimi soldi.
Un aspetto particolare dell’inchiesta è che il lavoro c’è ma nessuno vuole pagare. In altre parole le retribuzioni sono bassissime.
Ad esempio ci sono avvocati che lavorano per 600 euro al mese, professori universitari che svolgono lezioni per circa quattro euro all’ora e magistrati che guadagnano non più di mille euro in un mese.
C’è dell’altro. L’ultima frontiera del lavoro precario si chiama la Gig economy. Si tratta di questo: ci sono dei lavoratori on damand che possono anche essere etichettati lavoratori alla spina.
Si ragiona in questi termini: qualcuno ci mette l’attrezzatura il know-how i rischi e qualcun altro, in cambio di una commissione, offre la piattaforma su cui far incontrare la domanda e l’offerta.
Insomma l’Italia è diventata la nazione della instabilità lavorativa. Ma quali sono le prospettive per il futuro?