Il primo a parlare è Andrea Scrosati (Executive Vice President Programming Sky): “Ho parlato con Ammaniti a pranzo in un ristorante qualche tempo fa e dopo 10 minuti di confronto ho capito che questa era una fiction da fare, soprattutto perché era difficile incasellarla in un genere preciso. È un prodotto unico e appassionante“.
Nils Hartmann (direttore produzioni originali Sky) aggiunge: “È la prima volta che uno scrittore segue tutto il progetto di serie, supervisionando il lavoro degli sceneggiatori dal primo all’ultimo frame di montaggio. Vanno fatti i complimenti a Niccolò che ha saputo mettersi in gioco, Una serie del genere non si è mai vista finora”.
Ecco Niccolò Ammaniti, ideatore, sceneggiatore e regista della serie: “La piscina dove viene collocata la Madonnina sanguinante è a Parma, dopo tante ricerche a Roma. Dopo mesi di lavoro a quest’idea, ho capito che solo il linguaggio cinematografico poteva esprimere concretamente ciò che avevo in testa. Un romanzo non sarebbe bastato. Con gli altri 2 registi pian piano abbiamo trovato una grammatica comune, dividendoci le scene. Il prodotto finale è il frutto della nostra intesa. Anche con gli sceneggiatori il lavoro è stato svolto progressivamente, come nella scrittura di un libro”.
Guido Caprino è il protagonista maschile della serie. Veste i panni di un fantomatico Presidente del Consiglio, Fabrizio Pietromarchi: “Quando ho letto le prime pagine del copione ero impegnato in un lavoro teatrale. La domanda che il mio personaggio si pone, cioè ‘Perché proprio a me è arrivata questa Madonnina piangente?’, è bastata a farmi appassionare a lui. L’ego di questo premier è molto forte“.
Elena Lietti interpreta Sole Pietromarchi, la moglie del premier: “È una first lady fuori ruolo, di certo non è l’angelo del focolare che aspetta il marito alla sera. Piuttosto irrequieta e piena di complessi. Non ha ambizioni politiche come ci si potrebbe aspettare. La posso definire come ‘un animale in gabbia‘”.
L’ambiguo sacerdote Marcello è interpretato da Tommaso Ragno: “Nella prima puntata il mio personaggio si presenta in modo diverso da quello che realmente si scopre di essere alla fine. Con questo ruolo mi è stato data l’opportunità di soddisfare la mia curiosità: ho fatto molte domande a Niccolò Ammaniti per capire a 360° il personaggio di Marcello, con tutte le sue ombre e le sue ambiguità. Ho apprezzato l’entusiasmo di Niccolò per questo lavoro: ciò mi ha spinto ad andare ogni giorno sul set non vedendo l’ora di cominciare a lavorare”.
“Ho letto il copione con grande velocità, durante un viaggio in treno. Questi personaggi sono rimasti impressi nella mia mente e sono riusciti a sorprendermi anche quando li ho visti tradotti sulla scena. L’evento che dà il via alla storia diventerà per il mio personaggio un’ossessione, dice Alba Rohrwacher che è l’ematologa Sandra.
A Lorenza Indovina è affidato il personaggio di Clelia, vecchia fiamma di padre Marcello: “La particolarità di questa serie sta nel fatto che siano scritti da un autore: ciò si nota moltissimo. Tutti i personaggi sono ‘rotondi’ e con una forza rara. Clelia è una donna meravigliosa: è l’espressione dell’amore puro. Diventerà una leonessa per difendere l’oggetto del suo amore”.
Sergio Albelli è il generale Votta, che scopre per primo il mistero della Madonnina sanguinante, punto di partenza e e fulcro della fiction: “Questa per me è stata un’esperienza molto felice, grazie anche ad una grande disponibilità mostrata dagli sceneggiatori per definire i personaggi della storia. Votta è un uomo piuttosto enigmatico, non si capisce da che parte stia. Per capirlo meglio ho tempestato Niccolò Ammaniti e gli altri sceneggiatori. Del mio ruolo ho amato molto il fatto che l’indagine sulla misteriosa Madonnina corrisponda in realtà all’inizio di un viaggio interiore per scoprirsi”.
“Ho messo una Madonna che spalancava domande nell’animo dei protagonisti, che spesso cozzano con i loro principi che guidano il loro agire quotidiano. Mi interessava capire queste dinamiche“, aggiunge Ammaniti. “Con gli sceneggiatori abbiamo lavorato per trovare personaggi diversi ognuno dall’altro e che fossero capaci di collaborare, ognuno con le sue specificità, per capire il perché di un miracolo che non è spiegabile. Quella che racconto è un’Italia di oggi plausibile, ma non troppo”. E svela: “Il processo per concludere la sceneggiatura è stato lungo, abbiamo fatto varie stesure prima di quella definitiva. In questa serie c’è tanto spazio anche per l’onirico. Tra le serie che mi hanno ispirato per ‘Il miracolo’ ci sono ‘Black mirror’ e ‘The leftovers'”. Sulla scelta delle musiche (“Il mondo” di Jimmy Fontana è il pezzo utilizzato per la sigla, ): “Era una delle cose a cui tenevo di più: sulla decisione dei brani non ho utilizzato regole precise”.
“Girare questa serie è stato impegnativo e complesso: quello che mi ha lasciato Sandra è la capacità di rivoluzionare un destino che sembra ormai andare verso una chiara direzione. La sua audacia è il tratto che mi ha più colpito“, spiega Alba Rohrwacher.
Scrosati svela che si sta già pensando ad una seconda serie della fiction. “Con Niccolò abbiamo parlato anche di altre idee”, aggiunge Hartmann.
Termina qui la conferenza stampa.