La puntata si apre con un servizio di Marco Maisano: Le baraccopoli nascoste di Roma. Il giornalista si addentra nelle zone nascoste della capitale, dove gli italiani dimostrano di non accoglierlo bene; lo fa invece entrare dentro un uomo filippino. Arrivato da Manila, se qui vive con la famiglia in una baracca fatiscente, al suo Paese non aveva nemmeno quello: perciò, dice, tutto sommato si sta meglio qui.
Come Fernando, un altro uomo racconta di avere problemi con la vicina comunità degli zingari. Maisano prova così ad avvicinarsi, ma viene aggredito nonostante ripeta che sta andando via. Sempre lungo il Tevere, l’inviato prova ad entrare in un altro campo: è evidente che sono posti poco accessibile, occupati illegalmente.
Ma ci sono campi e campi: i rom provengono da diversi Paese, e non sempre vanno d’accordo tra loro. Maisano si rivolge a una vecchia conoscenza, che gli spiega come i rom non abbiano una terra: “Per chi ruba, paghiamo anche noi che facciamo una vita onesta. Per questo dico che il campo deve essere sgombrato”.
In studio, sul palco, l’attore Giulio Beranek: nato in un caravan, in una famiglia di giostrai, racconta di aver cambiato spesso scuola da bambino. Sapeva comunque che, appena arrivato, ci sarebbe stato il bambino bullo che gli avrebbe dato del ladro. Per un ragazzino, prosegue, non è semplice cambiare continuamente scuola: però una cosa è certa, “mi ricordo che abbiamo sempre portato sorrisi nelle feste patronali”. “Siamo nomadi -conclude- non possono toglierci la strada da sotto i piedi”.
Lucci chiede un’opinione agli ospiti: Barbara Alberti ammette di cercare di non pensare alla marginalità, pur vivendo vicino a un campo, perché il pensiero le fa paura. Cesare Bocci trova che, pur non sapendo dare soluzioni, sia necessario andare nei luoghi e parlare con la gente.
Daniele Piervincenzi ed Emanuele Piano hanno incontrato Il figlio del boss che vuole fare il cantante. Alla periferia di Bari, il rapper Onivas porta un cognome pesante: Parisi, quello del boss per eccellenza.
Il padre di Savino Parisi è stato affiliato al clan, 21 anni di carcere. “Non me lo sono mai goduto mio padre”: persino il giorno della Comunione era stato spostato perché, sapendo che sarebbe stato preso, il papà aveva voluto accelerare i tempi. Il figlio vuole cantare, evitando alla madre altre sofferenze: adesso nessuno gli dice più che dovrebbe fare altro, ma la strada è ancora tortuosa.
In studio, da Scampia, l’allenatore di judo Marco Maddaloni: “Scampia è oro, la periferia vuole un’opportunità”. i bambini si possono allevare alla legalità: “Non c’è uno sport senza regole, e le regole sono le regole della vita”. E Maddaloni ha visto figli di boss sognare altro, anche di entrare nelle Forze dell’Ordine: con questi ideali, Maddaloni è arrivato a conquistare l’oro alle Olimpiadi.
Si prosegue con Selenia Orzella: Sono una drag queen e mi piacciono le donne. La giornalista è a Tor Bella Monaca, quartiere di Roma dove conosce Monique De Torbel: “un personaggio femminile che coincide molto con l’ideale di compagna a cui aspiravo”, racconta l’uomo che la porta in scena. Tutti hanno una parte femminile, spiega: c’è chi la nega e chi no.
Sposato per 15 anni con due figli, non ha mai avuto dubbi sulla propria sessualità: vuole una compagna. Sono stati gli altri invece, ad avere dubbi sulla sua sessualità.
Sul palco di Nemo, Monique esorta le persone a non inibire la personalità: l’augurio è di trovare persone che ci consentano di esprimerla.
Interviene la Alberti: “Il fascino cambia. Se c’è una cosa che non sopporto, è l’ossessione per l’identità sessuale.”
Chiara Daina si domanda Quali sono gli effetti dell’uso di pesticidi?
In Italia usiamo 5 kg di pesticidi per ettaro, contro al media europea di 3,8. Prima tra le mele in Trentino, poi nelle terre del prosecco, ancora tra le nocciole vicino Viterbo, la Daina raccoglie le testimonianze di chi abita in quelle zone.
Le conseguenze dell’uso massiccio di pesticidi non sono solo sulle persone, ma anche l’inquinamento. Per chi vive in prossimità di zone intensamente coltivate, aumenta il rischio di tumori del sangue e di malattie quali l’ Alzheimer.
Ne risente la natura stessa: le api per esempio, muoiono. Di conseguenza, inizia a saltare il sistema d’impollinazione delle piante: sparendo le api, di conseguenza c’è bisogno di ancora più chimica.
I pesticidi inoltre, sono tra le cause dell’aumento di infertilità.
In studio, il geologo Mario Tozzi. “Nei campi non ci sono più i papaveri, né le erbacce: anche se in natura non esistono erbacce, siamo noi che le abbiamo chiamate così perché ci interessava il grano pulito”, spiega. Una volta, nello stesso campo di grano, vi erano diversi tipi di grano che si difendevano l’un l’altro: “Stiamo perdendo la biodiversità”.
Siamo arrivati al paradosso -continua- che i prodotti dei parchi urbani sono migliori, come qualità, a quelli della campagna.
Laura Bonasera incontra la Nazionale dei Pazienti Psichiatrici: Matti per il calcio. I ragazzi le raccontano le loro esperienze: il limite della depressione è stato però superato.
Cosa significa convivere con una malattia mentale? Massimo racconta che è come sentire sempre una voce nell’ orecchio. Vive con poco più di 200 euro di pensione, non ha più nessun rapporto con il figlio ormai 20enne: “Bisogna fare le cure, adesso ci parlo con la voce che ho nella testa. Per fortuna che Dio ha inventato la morte, che è uguale per tutti”.
Sul palco Lamberto Boranga, calciatore: “La passione per lo sport ti fa superare tutto. Io con il calcio sono riuscito a pagarmi due lauree, una in medicina e una in biologia”.
Enrico Lucci è stato alla Festa del Cinema di Roma: Da sempre con i miei amici vip. Parte la solita carrellata di personaggi a cui ci ha abituato Lucci, passando per Alba Parietti e Flavia Vento, a cui viene chiesto cosa c’entri col cinema.
Sfruttando lo status di “vip”, Lucci si infila in un evento di tennis dove intercetta Razzi e la Marini.
Poi siamo ai David di Donatello: ad ogni attore incontrato, ha domandato quale fosse il suo film. Per non parlare del fatto che le donne sono tutte scollate, invece ci vorrebbe pure il paraorecchie.
Sul palco, Alvaro Vitali. 150 film, eppure nessuno l’ha mai fatto camminare sul tappeto rosso: “Che c’hanno paura, che glielo sporco? Essendo romano, speravo nel festival di Roma: non è successo nemmeno stavolta, dovrò aspettarne uno di Trastevere”. Legato al personaggio di Pierino, che l’ha lanciato ma pure ostacolato impedendogli di andare avanti, Vitali non lo rinnega.
Raggiunto da Lucci, Vitali ricorda il periodo della depressione: dieci anni in cui il telefono non ha mai squillato, nemmeno da parte degli amici e colleghi.
Bocci prende la parola: “Alvaro è un bravissimo attore: è assurdo che non lavori”.
Il prossimo servizio è di Davide Chierchini e Matteo Keffer: India, il quartiere-ghetto a luci rosse. A Calcutta, nel quartiere a luci rosse più grande di tutta l’Asia, le donne hanno le storie più disparate: chi è scappata da un padre violento, chi ha dovuto provvedere al sostentamento economico della famiglia.
Oggi le donna del quartiere hanno trovato la forza di imporre rapporti protetti: si sono coalizzate per la salute, per iscrivere i figlia a scuola, per controllare i loro guadagni. Fino a creare una banca gestita da loro stesse, fondata da 13 prostitute: così non devono più rivolgersi agli usurai, e possono occuparsi del funerale di chi muore. “In India gli uomini sfruttano le donne in tutti i lavori, qui invece sono indipendente”, racconta una donna.
La Alberti si augura che avvenga qualcosa di simile in Italia: “Queste si sono liberate dei papponi. Mi spiace che nessuno del MeeToo ne abbia parlato, invece bisogna guardare la realtà. Io me lo auguro che avvenga, visto che il problema dell’Italia è che è tutto in mano alla malavita”.
Si alleggerisce: A Fregene i The Show fanno Baywatch. Il duo di videomaker si mette al lavoro sul litorale, tra pulizia della spiaggia, massaggi e servizio dei clienti.
Nello Trocchia è a Milano: A lezione di seduzione. Il giornalista ha partecipato a un corso che insegna a rimorchiare: mille euro per tre giorni di insegnamento, allo scopo di “spargere il seme”.
Vediamo quindi alcuni tentativi di approccio, con tanto di riunione degli allievi a fine giornata.
Sul palco Gloria Guida: “Non colpisce il viso, ma le sue espressioni. Non è il corpo che cattura l’attenzione, quanto le sue movenze”.
Enrico Lucci e Valentina Petrini si ricongiungono. Per ringraziare il pubblico, entra Alessandro Sortino: “Ci rivedremo presto”.