Si tratta di una generazione speciale, supereroi dai superpoteri?
«A guidarci è Lina Wertmuller con i suoi 90 anni».
80 anni, di cui oltre 60 di carriera. Giornali, Radio, Tv, conduttore, giornalista, autore: che ricordi ha della radio?
«Splendidi. Periodo meraviglioso. Pensi che in via Asiago io con Buon Pomeriggio stavo in un piano e Arbore e Boncompagni al piano di sotto. La mia trasmissione preferita era Rosso e Nero, varietà condotto da Corrado. Perché il successo di Corrado è cominciato con la radio».
Lei ha provato pure la soddisfazione di scrivere una delle canzoni più belle di Mina, Se telefonando…
«Serviva una sigla per un programma dal titolo Aria Condizionata. Con Ghigo De Chiara buttammo giù il testo, con musica di Ennio Morricone. Mina che aveva dato disponibilità per interpretarla la cantò subito. Ricordo che stavamo a Via Teulada quando Morricone la suono e cantò e Mina si prese subito il testo. È stato un successo non solo in Italia, ma in tutto il mondo».
Ed eccoci a Bontà Loro. Quali sono i ricordi indelebili?
«L’emozione che provai dopo la seconda puntata quando chiamai dal bar Vanni con il telefono a gettone il direttore di rete chiedendogli come fosse andata la puntata. E lui mi disse che avevo avuto 11 milioni di spettatori. Rimasi senza fiato. Avevamo raddoppiato gli ascolti dell’esordio. Va detto che non c’era la concorrenza di adesso, esistevano solo i due canali Rai. Comunque andavamo in onda in seconda serata dopo il film e il tiggì».
E la puntata a cui è più affezionato?
«Una del ’77, secondo ciclo con ospiti il presidente del consiglio Giulio Andreotti, la balia Giovanna Mizzoni e il press agent Enrico Lucherini».
Vuole più bene a Bontà Loro o al Costanzo Show?
«A tutti e due in maniera uguale. Sono come i figli, si vuole totalmente bene a entrambi. Comunque senza l’esperienza di Bontà Loro non avrei mai potuto fare il Costanzo Show».
E fu così che inventò i talk show in Italia.
«Sì così scrisse il critico del Paese Sera. Ricordo che chiamai Angelo Guglielmi chiedendogli che cosa fosse questo talk show. E lui mi spiegò che proveniva dal giornalismo anglosassone».
L’incontro con Silvio Berlusconi.
«Aveva già portato a Canale 5, appena nato, Mike, Corrado, Sandra e Raimondo. Ora voleva me. Mi corteggiò a lungo. Ricordo di esserlo andato a trovare a Portofino. Presi tempo, finché un giorno me lo ritrovai sotto casa. Abitavo in Viale Mazzini. E fu lì che mi conquistò».
Lo sente ancora?
«Sì, ogni tanto. Ci siamo sentiti una decina di giorni fa».
A quale delle abitudini giornaliere non rinuncerebbe mai?
«Alla lettura dei quotidiani al mattino quando mi sveglio».
Sempre fedele al cartaceo, niente digitale?
«La mia generazione è questa. Ho pochi rapporti con internet».
Quindi anche con i social non va d’accordo?
«Non sono contrario ma non mi piacciono. Capisco però che sia una grande rivoluzione perché hanno consentito a tutti di esprimersi ma io non partecipo».