La prima puntata ha come protagonista Fiorello, la seconda Sophia Loren. Seguiranno Riccardo Muti, Leonardo Bonucci, Paolo Sorrentino e Maria De Filippi.
Ecco l’intervista che la Carrà ha rilasciato al nostro sito.
Quali motivi l’hanno spinta ad accettare il programma di Rai 3?
«Stefano Coletta, il direttore, mi chiedeva da tempo di tornare in video. Precedentemente mi aveva proposto progetti che ho ritenuto troppo seri. Ma quando mi ha offerto la trasposizione italiana del format “Mi casa es la tuya”, ho deciso di rimettermi alla prova. Si tratta di un programma duro per il quale ho dovuto “studiare” parecchio».
Si spieghi meglio…
«Per ognuno dei personaggi da me incontrati, mi sono documentata con cura per capire la loro personalità e il proprio passato, sia personale che professionale. Non sarà però un programma amarcord ma un appuntamento che parla anche di una TV in grado di valorizzare la memoria collettiva».
Tanto tempo fuori dalla tv. Come mai?
«Io non soffro di ansia per la lontananza dal piccolo schermo. Ho una mia vita privata, mi occupo dei miei nipoti dopo la morte di mio fratello, viaggio molto ed ho un ufficio. Se capita qualche bel progetto lo accetto volentieri. Sono una persona curiosa, ma ho avuto anche tanto dalla vita professionale e posso restare fuori dalla TV».
Lei è molto amata anche in Spagna. Le sono venute proposte dalla terra iberica?
«Sì certo, però non le ho accettate per lo stesso motivo: non erano nelle mie corde professionali attuali. Significa che io adesso non voglio più né cantare né ballare. E proprio per tali motivi mi sono fatta convincere dalle interviste di A raccontare comincia tu».
C’è qualche personaggio da lei invitato che le ha detto di no?
«Sì è stato Roberto Benigni, ma era occupato sul set e probabilmente arriverà, ove mai ci fosse, una seconda stagione».
Ha pensato di invitare anche Mina?
«Sinceramente sì, ma poi mi sono chiesta “che potrà darle di più la sua partecipazione al mio programma?”. La sua presenza avrebbe giovato soltanto a noi perché ci avrebbe procurato ascolti pazzeschi».
Come è nata l’idea di invitare Maria De Filippi?
«Un po’ per caso e quando si è sparsa la notizia ho letto sulla stampa che era l’occasione per noi due di riconciliarci. Voglio sottolineare che non abbiamo mai litigato. Io ho visto Maria De Filippi soltanto una volta in occasione dei Telegatti. Di lei ho un’ottima considerazione anche se, lo confesso, non ho mai seguito Uomini e Donne. Non è un programma che possa destare la mia attenzione».
Se la De Filippi la invita ad Amici, ricambia la cortesia?
«Spero davvero che non lo faccia, in caso positivo dovrei pensarci perché, come le ho già detto, non intendo più ballare e cantare».
Ci racconti un po’ il suo approccio con gli ospiti delle varie puntate…
«Con Fiorello è stato un incontro all’insegna dell’ironia e del puro intrattenimento. Sophia Loren Inizialmente era un po’ restia a svelare alcuni particolari della sua carriera costellata di premi tra cui anche l’Oscar. Subito però siamo diventate molto amiche ed oggi ci telefoniamo continuamente per scambiarci idee ed impressioni. Paolo Sorrentino l’ho voluto fortemente. Così ho potuto sgridarlo e redarguirlo per aver messo come colonna sonora del film “La grande bellezza” la mia canzone “A far l’amore comincia tu”. Sono andata a trovarlo sul set ed ho avuto il grande piacere di esclamare per la prima volta “Action” dando così il via ad una ripresa di The New Pope».
«Ci sono due motivi: il primo è legato alla mia fede juventina da quando avevo 12 anni. Il secondo è una questione economica, magari Ronaldo sarebbe costato molto di più».
Rimane Riccardo Muti…
«Parlando con il maestro ho capito di avere in comune con lui una madre molto severa che ha influenzato molto la nostra infanzia. Pensi che la mia mi obbligava a studiare e quando mi ha visto per la prima volta ballare in TV nel programma “Io, Agata e tu”, mi ha detto: “ma eri davvero tu quella che danzava?».
Parliamo adesso di Carramba che sorpresa. Come mai non è stato più riproposto?
«La verità è che nessun direttore me lo ha mai più chiesto ed io naturalmente non potevo proporlo. In Carramba ho raccontato uno spaccato dell’Italia che in tempi lontani cercava all’estero impieghi e lavoro. Proprio in virtù di quei tempi così bui si dovrebbe dare una chance ai migranti che arrivano da noi».